Addio a Umberto Eco.
Con lui il mondo della cultura perde una delle sue figure di spicco. Filosofo e semiologo – padre della semiotica interpretativa -, ma anche saggista prolifico e professore emerito dell’Università di Bologna e docente al celebre Dams. E’ morto giovedì sera, all’età di 84 anni. Famoso anche per la sua attività di scrittore con libri come “Il nome della rosa”, “Baudolino” e “Il pendolo di Foucault”.
Eco era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932. Tra i suoi maggiori successi letterari “Il nome della rosa” del 1980 e “Il pendolo di Foucault” del 1988. Il suo ultimo libro, “Anno zero”, è stato pubblicato lo scorso anno da Bompiani. Oltre ad aver scritto romanzi di successo internazionale, nella sua lunga carriera Eco è stato autore di numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia.
Iniziò a interessarsi all’influenza dei mass media nella cultura di massa a partire dalla fine degli anni ’50. Mentre dal 2010 divenne socio dell’Accademia dei Lincei per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.
Data del nuovo libro anticipata – L’ultimo libro di Eco, l’ennesima nuova impresa a cui aveva dato avvio, doveva essere pubblicato entro maggio per La nave di Teseo ma ora uscirà il 27 febbraio. Lo ha annunciato l’editore Eugenio Lio che con Elisabetta Sgarbi, Mario Andreose e Anna Maria Lorusso si sono dimessi da Bompiani per iniziare una nuova avventura editoriale. “Pape Satan Aleppe”, consegnato e corretto dallo scrittore, aspettava solo di andare in stampa. La copertina è disegnata dal suo amico Cerri. E’ un libro di saggistica, di interventi su temi di attualità e lo pubblicheremo insieme ai suoi precedenti dieci titoli di saggistica”, ha spiegato la Sgarbi.
Rito civile martedì al Castello Sforzesco di Milano – Eco sarà commemorato nella sua città d’adozione, Milano. L’ultimo saluto si terrà martedì alle 15 in forma laica al Castello Sforzesco. Lo ha annunciato il suo curatore editoriale, Mario Andreose, uscendo dalla casa milanese, dopo aver fatto visita ai familiari.
Eco, l’addio a un gigante della cultura.
Umberto Eco, intellettuale con la testa tra le nuvole… parlanti
Scrittore, saggista, professore universitario ma anche grande appassionato di fumetti. Fu il primo a “sdoganare” i comics e a inquadrarli nella cultura popolare di massa
Uscito nel 2004, “La misteriosa fiamma della regina Loana” è uno dei romanzi meno conosciuti di Umberto Eco, ma rappresenta una lettura necessaria per chi ama i fumetti. Nel libro si racconta di un antiquario di mezza età -nel quale non è difficile riconoscere lo scrittore- che vive a Milano e che perde la memoria autobiografica (ha cancellato tutto ciò che gli è accaduto nella sua vita) ma non quella semantica (ricorda benissimo chi è Garibaldi e tutti i libri che ha letto in vita sua).
L’uomo torna nella sua casa d’infanzia, non a caso in Piemonte, a cercare di riallacciare i fili col suo passato, e sprofonda tra i fumetti della sua infanzia. Il romanzo, l’unico illustrato di Eco, è un omaggio, tra gli altri, a Flash Gordon, a Jacovitti, a Nick Carter, all’Agente segreto X9, a Mandrake e a tutti quegli eroi di carta che avevano colpito la fantasia dello scrittore in gioventù. “La misteriosa fiamma della regina Loana”, non a caso, è anche il titolo italiano di una celebre avventura di “Cino e Franco”, una serie a fumetti degli anni ’30.
Il romanzo del 2004 “La misteriosa fiamma della Regina Loana”
Quest’omaggio alla nona arte ha radici profonde, radici risalenti ad almeno quarant’anni prima la pubblicazione di Loana. Nal 1964, nel celeberrimo saggio dedicato alla cultura di massa “Apocalittici e integrati”, Eco si occupò ampiamente dei comics. “Sono stato il primo a scrivere seriamente di fumetti”, ricordava in una recente intervista, e a lui si deve la catalogazione delle nuvole parlanti come un genere che “rientra in quel gruppo di strumenti comunicativi di cui fanno parte i media più diffusi come la radio, la televisione e i giornali”.
Un anno dopo “Apocalittici e integrati”, nel 1965, nascerà Linus, la rivista di “fumetti e d’altro”, che nel primo numero ospita un colloquio tra Eco ed Elio e Vittorini che si apre così: “Oggi stiamo discutendo di una cosa che riteniamo molto importante e seria, anche se apparentemente frivola: i fumetti di Charlie Brown. Vittorini, com’è che hai conosciuto Charlie Brown?”.
Eco adorava i Peanuts (scrisse diverse introduzioni ai libri dedicati ai ragazzini di Schulz) ma anche una coppia di personaggi tirata in ballo in due tra le sue citazioni più famose . “Se voglio divertirmi leggo Hegel, se voglio impegnarmi, leggo Corto Maltese”, amava dire, o ancora “posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi”. Se non abbiamo testimonianze di incontri tra il creatore di Corto Hugo Pratt (al quale si deve una delle più belle e incisive definizioni di fumetto, quella di “letteratura disegnata”) ed Eco, abbiamo, per essere stati presenti, memoria di una sua serata con Tiziano Sclavi, “papà” dell’Indagatore dell’Incubo.
Era il 1998 e fino ad allora mai Sclavi si era presentato in pubblico a parlare del suo personaggio, tanto che non esisteva neanche una foto che lo ritraesse in volto ma solo qualche caricatura. Proprio Umberto Eco lo convinse a incontrare il pubblico a Milano in occasione della presentazione di un libro, “Dylan Dog – indocili sentimenti e arcane paure”, nel quale è contenuto anche un dialogo tra i due. C’è da dire che Dylan ed Eco si “conoscevano” già: l’autore del “Nome della Rosa” era apparso nel numero 136 dell’Indagatore dell’Incubo nei panni del professor Humbert Coe. L’albo, intitolato “Lassù qualcuno ci chiama”, era stato scritto e sceneggiato, chiaramente, da Sclavi.
Durante l’incontro Sclavi aveva chiesto a Eco perché amasse Dylan Dog. “Il mio modello – rispose lo scrittore – è un personaggio di Hugo Pratt (non a caso, ndr), un dàncalo o un eritreo, non ricordo più bene, che faceva cose stranissime. Alla domanda che gli veniva rivolta: ‘Perché fai questo?”, lui rispondeva: ‘Perché tale è il mio piacere’. Mi sembra una risposta inattaccabile”. Niente di strano che se gli avessero chiesto “perché ama così tanto i fumetti?” la risposta potrebbe essere stata la stessa.
L’ultimo libro di Umberto Eco sarà “di grande intrattenimento”: lo definisce così Mario Andreose, storico curatore editoriale dello scrittore, con cui ha condiviso il passaggio da Bompiani alla nuova casa editrice ‘La nave di Teseo’, che pubblicherà la raccolta di scritti recenti sotto il titolo ‘Pape Satàn Aleppe – Cronache di una società liquida’. L’uscita, prevista per maggio, è stata oggi anticipata al prossimo fine settimana. “Lo aveva finito, consegnato e corretto”, racconta Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale. ”La copertina è disegnata dal suo amico Cerri. E’ un libro di saggistica, di interventi su temi di attualità: è l’eredità che ci lascia da portare avanti”
20 febbraio 2016