Mascherine, nuovo allarme Iss: ecco quando non vanno lavate
Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità lancia l’allarme sul riutilizzo delle mascherine di comunità: “Non lavatele, non ci sono evidenze che ne garantiscano il riutilizzo in sicurezza”
Rosa Scognamiglio – Gio, 04/06/2020
“Non lavate le mascherine chirurgiche”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Silvio Brussaferro nel corso di un intervento in commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati (Commissione Ecomafie).
“Le mascherine chirurgiche possono essere utilizzate anche per un uso prolungato da 2 a 6 ore ma non ci sono evidenze che ne garantiscano il riutilizzo in sicurezza e neppure il ricondizionamento”, spiega il numero uno dell’ISS. Sin dagli albori dell’emergenza sanitaria, le mascherine chirurgiche sono state al centro di dibattutissime controversie e, ancora oggi, restano una questione piuttosto nodosa. Se da un lato, infatti, è certo che le mascherine riducano le possibilità di trasmissione del Covid-19, dall’altro non è possibile determinare la durata dell’azione protettiva. Insomma, per quanto tempo resistono al virus? E, ancora, possono essere riutilizzate? Difficile, al momento, dare delle risposte certe ed inequivocabili.
La faccenda si complica ulteriormente, inoltre, quando si fa riferimento alle cosiddette ”mascherine di comunità”- quelle che indossiamo ogni giorno, per intenderci – differenti dalle altre ”a uso medico”, sviluppate cioè per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. A tal riguardo, il professor Brussaferro ribadisce che “dipende dal materiale con cui sono state realizzate ma queste non hanno potere filtrante, fugono solo da barriera”. Stando a quanto si apprende dalle linee guida stilate dall’ISS le mascherine di comunità “come previsto dall’articolo 16 comma 2 del DL del 17 marzo 2020, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2”.
Altra criticità riguarda poi il lavaggio delle mascherine in tessuto. L’Istituto Superiore di Sanità suggeriva, fino al contrordine odierno, di “lavare le mascherine di comunità se fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi. Le mascherine di comunità commerciali sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance”. In ogni caso, secondo quanto afferma oggi il presidente dell’Iss, sarebbe meglio non lavarle.
Infine, il professor Brussaferro mette in guardia dalla disinfezioni intensive delle superfici: “Laddove le superficie sono mantenute pulite il virus è facilmente inattivabile, ma dobbiamo stare attenti a non esagerare. – conclude -Le disinfezioni possono provocare effetti indesiderati se usate in modo estensivo e intensivo. Perché un eccesso di disinfettanti arriva negli scarichi ed entra in un ciclo”.