Milano, l’esercito in prima linea contro il virus: il Drive through di Trenno
Inaugurato oggi il Drive through dell’esercito. Verranno testate oltre 500 persone al giorno: un nuovo argine al Covid-19
Matteo Carnieletto Martina Piumatti – Ven, 13/11/2020
Il cielo sulla periferia ovest di Milano è grigio e le macchine si incolonnano lente, una dopo l’altra, nel Drive through del Parco Trenno di via Novara, il più grande d’Italia.
Bastano alcuni numeri per comprendere l’imponenza di questra struttura, fortemente voluta dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini: otto linee per i test rapidi Sars-Cov2, una per i tamponi molecolari, cinque tende tensostruttura, sette tende pneumatiche gonfiabili e un container per lo stoccaggio dei rifiuti speciali. Il tutto in uno spazio di 2mila metri quadri, diventato operativo grazie ai militari dell’esercito in forza al Comando di reazione rapida della Nato in Italia.
“Il nostro obiettivo” – ci spiega il colonnello Fabio Zullino, direttore dell’ospedale militare di Baggio e ufficiale di coordinamento regionale per il Drive through Difesa – “è quello di fare 500 tamponi al giorno per tracciare al meglio i contagi a Milano e frenare l’epidemia. Questa iniziativa nasce all’interno della missione Igea, fortemente voluta dal ministro Lorenzo Guerini per dare un supporto al sistema sanitario nazionale, in questo caso a quello di Milano, in un momento in cui le strutture sono congestionate a causa dell’epidemia in corso”.
Inaugurazione del drive through di via Novara a Milano
Le procedure sono molto rigide, ma servono a garantire la sicurezza di tutti: in ogni linea è presente una postazione amministrativa per la raccolta dei dati anagrafici e una postazione sanitaria con medici e infermieri per l’esecuzione del tampone rapido. Nel caso in cui dovesse esser riscontrata una positività al Covid-19, ci si dovrà recare alla postazione 9 per procedere con il tampone molecolare. “Un modo” – ci spiega il colonnello Zullino – “per esser certi dell’esito. Qui sono impiegate tutte le forze armate. Quest’operazione è stata gestita dallo Stato maggiore della Difesa e coordinata dal Comando operativo di vertice interforze. Prevede l’impiego di circa 600 tra ufficiali medici e infermieri professionisti e prevede il collegamento con le istituzioni locali”.
“Questo è un momento molto complesso per la città metropolitana” – ha commentato Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Ats Milano città metropolitana – “Ogni giorno riceviamo circa 10mila segnalazioni di sospetti da esaminare”. “Attualmente abbiamo più di 40 punti di verifica dei tamponi, ma abbiamo bisogno di crescere per ridurre i tempi e effettuare efficacemente l’isolamento. Vale soprattutto per il mondo della scuola. Per ridurre tempi fra il sospetto e la diagnosi, la Regione ha consentito l’accesso diretto senza prenotazione”, ha concluso Bergamaschi.