IL FARMACO ANTI ARTRITE REUMATOIDE PER LA CURA DEL CORONAVIRUS E LA POLEMICA DEL PROFESSORE MASSIMO GALLI DELL’OSPEDALE SACCO DI MILANO
Ho ascoltato ieri l’intervento via Skype del professore Massimo Galli dell’ospedale Sacco di Milano nel corso del programma “Carta Bianca” su Rai 3 (visibile oggi su Rai play). Sono rimasto meravigliato che, in questo momento, un medico così noto e ascoltato in tanti programmi televisivi (ha fatto anche professione di modestia formale: “Spero di poter tornare presto al mio anonimato”) si sia lasciato andare a gelosie, con acredine, minimizzando l’utilizzo all’ospedale Cotugno di Napoli, con richiesta formale di sperimentazione, del farmaco anti-artrite reumatoide nella cura del coronavirus. Il professore Galli ha fatto capire che è cura nota da tempo, già usata altrove, quasi facendo intendere che a Napoli qualcuno si sia fatto pubblicità senza merito. Bianca Berlinguer non ha replicato, anche se appariva imbarazzata dalla durezza di una polemica fuori luogo.
La replica, poco fa, del dottore Paolo Antonio Ascierto, oncologo e ricercatore del Pascale, su Facebook. Eccola:
“In un momento di emergenza come questo, tengo a precisare che il lavoro di brainstorming fatto con il dr Franco Buonaguro e le giovani oncologhe Claudia Trojaniello e Maria Grazia Vitale, la discussione “cruciale” fatta con il dr Ming, la professionalità dei dr Montesarchio, Punzi, Parrella, Fraganza e Atripaldi dell’Ospedale dei Colli, il supporto dei nostri Direttori Generali Bianchi e Di Mauro e del nostro Direttore Scientifico Dr Botti, sono tutti elementi che sabato 7 marzo ci hanno portato ad incominciare a trattare i primi pazienti al Cotugno di Napoli. Non ci risulta che qualcuno lo stesse facendo in contemporanea e saperlo ci avrebbe peraltro aiutato.”
In questa fase, non è importante il primato. Quello che abbiamo fatto è comunicarlo a tutti affinché TUTTI fossero in grado di poterlo utilizzare in un momento di grande difficoltà. Non solo. Grazie alla grande professionalità del dr Franco Perrone del Pascale, in pochi giorni siamo stati in grado di scrivere una bozza di protocollo per AIFA che ha avuto un riscontro positivo. Il nostro deve essere un gioco di squadra e la salute dei pazienti è la cosa che ci sta più a cuore. Andiamo avanti con il consueto cauto ottimismo e sempre consapevoli che è solo l’unione a fare la forza… nel frattempo parte la sperimentazione di AIFA. Ce la faremo di sicuro!”
Una risposta con descrizione cronologica dei fatti, senza lasciarsi andare ad altro. Di ripicche e gelosie tra medici, in questo momento, davvero non se ne avverte il bisogno.
Gigi Di Fiore