Decreto liquidità in Gazzetta Ufficiale

Decreto liquidità in Gazzetta Ufficiale, Sace lancia “Garanzia Italia”. Abi: “Subito circolare alle banche”

Il testo si propone di smuovere 400 miliardi di prestiti grazie alle garanzie pubbliche. Mancano però le risorse vere e proprie e le imprese lamentano: non c’è tempo. Cig allargata per gli assunti tra 23 febbraio e 17 marzo. Stop ai 600 euro ai professionisti, insorgono le casse private
09 Aprile 2020

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Decreto liquidità in Gazzetta Ufficiale, Sace lancia Garanzia Italia. decreto-liquidita-gazzetta-ufficiale-testo

Abi: Subito circolare alle banche

MILANO – Sono stati pubblicati nella notte in Gazzetta Ufficiale i 44 articoli che compongono il decreto Imprese, con le garanzie a supporto della liquidità per le attività mandate kappaò dal coronavirus. Il decreto è in vigore da oggi, 9 aprile.

Un provvedimento che nelle intenzioni del governo dovrebbe smuovere 400 miliardi di finanziamenti, se si considera il credito che le banche dovrebbero concedere a imprese grandi e piccole con l’ombrello protettivo aperto da Sace e dal Fondo di garanzia per le Pmi, in aggiunta alle garanzie staccate sui crediti destinati all’export.
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C’è molta attesa perché le misure diventino operative e praticamente tutte le associazioni di imprese hanno lamentato il rischio di perdersi in procedure inadeguate ai tempi strettissimi di cui hanno bisogno per ricevere liquidità e restare in vita, considerando l’azzeramento dell’economia provocato dal Covid 19.

In più, manca la parte di stanziamenti veri e propri a copertura di queste granzie: si attende l’ormai famoso decreto Aprile perché si possano metter più risorse sul piatto, attraverso maggior deficit. Non a caso il decreto andato in Gazzetta è a saldo zero per il bilancio pubblico: prevede sostanzialmente un miliardo in dotazione del fondo per la concessione di garanzie Sace/Cdp, coperto dal versamento di risorse disponibili in contabilità speciale; poi ci sono 229 milioni in più, rispetto a 1,5 miliardi già stanziati con il decreto Cura Italia, per il Fondo centrale di garanzia Pmi, più che auto-coperti dalla riduzione di altri fondi precedentemente previsti sempre nel decreto 18. Questo Fondo, stando alle promesse, dovrebbe però salire a 7 miliardi e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri ha indicato, dopo il varo, che le risorse necessarie saranno appostate nel decreto Aprile.

Abi scrive alle banche
“Abbiamo lavorato tutta la notte al testo del decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo mezzanotte, per poter inviare alle banche, già stamattina” la “circolare applicativa del decreto sulle misure per fornire liquidità alle imprese”, ha annunciato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli a Radio Anch’Io, aggiungendo che in questo modo le banche, che in questi giorni hanno ricevuto molte richieste dai clienti, possono “subito avere elementi” per attuare le norme sulle garanzie pubbliche per i finanziamenti alle imprese in difficoltà.

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Sace pronta a lanciare “Garanzia Italia”
Dopo la pubblicazione del decreto, Sace – la società controllata dalla Cdp attraverso la quale verranno veicolate le garanzie pubbliche – annuncia l’operazione “Garanzia Italia”. Sarà questo il nome dello strumento che utilizzerà i 200 miliardi di euro di garanzie promessi dal decreto “fornendo il supporto operativo necessario, impegnandosi ad emettere la garanzia contro-garantita dallo Stato a fronte di finanziamenti concessi, alle imprese che ne faranno richiesta, dagli istituti di credito”.

Proprio Sace, per altro, cambia la governance in base al decreto: resta sotto il controllo di Cdp ma sarà soggetta al coordinamento del Ministero dell’Economia, che agirà di concerto con il ministero degli Affari esteri.

Quanto alle modalità delle richieste di finanziamento – dettaglia Sace – dovranno essere presentate dalle imprese direttamente alle banche di riferimento, e successivamente sarà la stessa banca ad effettuare la richiesta di garanzia a Sace.

Così, ricorda ancorsa Sace, le principali caratteristiche di finanziamenti e garanzie. I prestiti saranno garantiti da Sace e contro-garantiti dallo Stato al 90% per imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e con fatturato fino a 1,5 miliardi di euro e al 70-80% per le grandi imprese con numero di dipendenti o fatturato superiore. Il finanziamento potrà avere una durata fino a 6 anni, con 24 mesi di preammortamento e importo non superiore al 25% del fatturato del 2019 o al doppio della spesa salariale annuale per il 2019. Potranno essere richiesti anche più finanziamenti dalla stessa impresa, sempre nel rispetto di questi limiti.
Lo schema di Sace sulle garanzie

Lo schema di Sace sulle garanzie

Lo stesso Decreto prevede per tutte le Pmi (imprese fino a 499 dipendenti) l’intervento prioritario diretto del Fondo Centrale di Garanzia, a tal fine rafforzato, con garanzia pubblica del 100% per i prestiti fino a 800mila euro.
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“Sono già in fase avanzata i lavori con la Task Force con l’Associazione bancaria italiana (ABI), così come i tavoli con i principali istituti bancari, per analizzare e rendere operativi tutti gli aspetti connessi alle nuove disposizioni contenute nel Decreto Legge, con l’obiettivo di operare congiuntamente per dare attuazione a quanto stabilito in tema di liquidità per le imprese”.

Ampliato l’ombrello della cassa integrazione
Il testo del decreto Imprese si compone di sei capi che riguardano anche altre materie, come il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo codice dei fallimenti al settembre 2021. Commentando la pubblicazione, la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha salutato “due importanti norme che riguardano il lavoro. Con la prima, allarghiamo le tutele previste dal ‘Cura Italià anche a tutti i lavoratori che sono stati assunti dopo il 23 febbraio e fino al 17 marzo i quali, in questo modo, potranno accedere alle varie forme di sostegno al reddito. Con la seconda, eliminiamo il pagamento dell’imposta di bollo che le aziende, secondo la vecchia normativa, avrebbero dovuto versare per presentare la domanda di cassa integrazione in deroga. Facciamo così altri due importanti passi avanti per garantire ai cittadini il massimo sostegno possibile nel delicato momento che il Paese sta attraversando”.

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Stop tributi e contributi per oltre 17 miliardi
Lo stop al versamento di contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi assicurativi, per i lavoratori, disposto dal decreto imprese, vale oltre 6,5 miliardi. Lo quantifica la relazione tecnica al decreto, elaborata dalla Ragioneria generale dello stato. Si tratta, nello specifico, di 1,5 miliardi per aprile, relativi a dipendenti e collaboratori, e 5 miliardi per maggio, di cui 1,8 per dipendenti e collaboratori e 2,7 miliardi per gli autonomi, più 550 milioni di mancata contribuzione inail. Queste cifre si sommano a 4,34 miliardi di ritenute tributarie sospese per i due mesi e 5,5 miliardi di Iva, più 930 milioni di ritenute sugli autonomi. In totale, sono 10,8 miliardi di tributi e 6,5 miliardi di contributi sospesi, quindi un valore di 17,3 miliardi, che però non iscrive oneri a carico del bilancio pubblico, atteso che la ripresa dei versamenti avvenga entro il 2020.

Stop ai processi fino all’11 maggio
Il decreto allarga anche lo stop ai procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari, fissato dal Cura Italia al 15 aprile, viene differito all’11 maggio. Il testo ha efficacia anche sulle commissioni tributari, per la magistratura militare e per la Corte dei Conti. Le norme non si applicano ai procedimenti penali i cui termini scadono nei sei mesi successivi all’11 maggio. Per i processi amministrativi la proroga è dal 16 aprile al 3 maggio incluso ma con esclusivo riferimento alla notifica dei ricorsi.

Stop ai 600 euro ai professionisti, insorgono le casse private
Il decreto dettaglia anche i requisiti del ‘bonus’ da 600 euro per i professionisti, previsto dal decreto Cura Italia: si precisa ora che l’indennità spetta agli iscritti “in via esclusiva” alle Casse private “non titolari di trattamento pensionistico”. Un dettaglio che però fa scattare le casse private di previdenza e – dice l’Enpam ad esempio – “blocca il pagamento dell’indennizzo di 600 euro a tutti i medici e agli odontoiatri. Dal punto di vista pratico l’Enpam deve bloccare 25.262 bonifici che stavano per essere inviati già da domani ai medici e agli odontoiatri che ne avevano diritto”, lamenta l’Ente. “Grazie a questa norma dobbiamo dire ai nostri iscritti che tutti i pagamenti sono congelati e che nella migliore delle ipotesi li riceveranno dopo aver integrato la domanda con un’ulteriore autocertificazione – spiega il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti – . Agli specializzandi e ai dipendenti, magari part time, che in questo momento stanno rischiando la vita, è andata anche peggio, perché per loro l’indennizzo di 600 euro è cancellato del tutto (dovendo pagare anche la gestione separata Inps per le borse di studio). Davvero un bel modo per ringraziare i medici e augurare loro buona Pasqua”.

https://www.repubblica.it/economia/2020/04/09/news/decreto_liquidita_in_gazzetta_ufficiale_abi_-253536596/