Arriva la tassa virus sulle ferie
Spese di sanificazione e distanziamento sociale hanno fatto sì che nelle vacanze estive venga applicato un rincaro del 20%, aumenti che vengono applicati in ogni settore: dalla ristorazione ai trasporti
Nicola De Angelis – Lun, 01/06/2020
Il Codacons aveva già avvertito che con la fase 2 ci sarebbero stati degli aumenti di prezzi su tutti i prodotti alimentari mentre i dati elaborati questa volta dall’associazione dei consumatori riguardano le vacanze dell’estate 2020 degli italiani.
Distanziamento sociale, costi di sanificazione e soprattutto turisti che molto probabilmente non arriveranno potrebbero far scattare un aumento delle vacanze fino al 20% in più rispetto all’anno precedente: “Una vacanza che nel 2019 costava 736 euro quest’anno potrebbe arrivare fino a 883 euro” si scrive. Il Codacons nella sua proiezione avverte che nessun settore è risparmiato: ci saranno rincari ovunque. Si parte dalla ristorazione con un aumento del 9% passando per le strutture ricettive con un ritocco alle tariffe dell’8% fino ad arrivare ai trasporti: “Il trasporto aereo subirà un aumento del 12% mentre quello navale del 15%”. Gli operatori proprio a causa della crisi del coronavirus saranno molto probabilmente tentati di rifarsi sulla clientela. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona spiega che: “Gli aumenti riguardano anche costi collaterali come la benzina. È troppo comodo far scendere i prezzi mentre gli italiani erano costretti a restare a casa mentre in questi giorni abbiamo visto un aumento, seppur di pochi centesimi al litro”.
“Aumenti inevitabili”, si legge su Repubblica per il presidente del Sindacato Balneari (Sib) Antonio Capacchione che afferma: “Noi calcoliamo che solo il 20 per cento degli italiani andrà in vacanza e non sappiamo ancora quanti stranieri arriveranno. E cosa succederà? Le strutture che godono di ampi spazi, come quelle venete o romagnole, pur avendo i costi di sanificazione, potranno permettersi di non ritoccare le tariffe. Mentre là dove le spiagge non sono molto profonde, in Salento, Liguria, sulla costa tirrenica, le postazioni si ridurranno del 50%, e per forza ci saranno aumenti. Ma contenuti al 10 per cento ritengo: non ci si può permettere di perdere la clientela”. Differenze tra Nord e Sud Italia secondo il presidente del Centro Consumatori Itali che ha infatti spiegato come moltissimi bar della parte settentrionale italiana hanno effettuato dei rincari del 10 o 15 per cento mentre la situazione sembra non essere cambiata nel Centro e Sud Italia.
In questo periodo poi è stato registrato un aumento delle richieste di case in affitto con piscina con una consistente spostamento della domanda da alberghi a case vacanza. Luca Dondi di Nomisma spiega: “Il turista che si rivolgeva di preferenza a mete straniere e quest’anno rimane in Italia opta per la soluzione abitativa rispetto all’albergo per una maggiore sensazione di salvaguardia. È prematuro dire se si tradurrà in un aumento dei prezzi. È più probabile che avvenga per la fascia alta, che può permettersi dotazioni superiori alla media, per esempio la piscina”.
Il Codacons ha inoltre avvertito che parrucchieri ed estetisti hanno aumentato i prezzi del 20 o anche 25 per cento con denunce che arrivano dai consumatori stessi: “Ho dovuto pagare 10 euro in più dall’estetista per un kit usa e getta”. Confartigianato ha chiesto a gran voce a tutti gli esercenti di non aumentare i costi per rifarsi del periodo di lockdown: “Utilizzate questo periodo per consolidare la fidelizzazione dei clienti”. Un’estate di aumenti che purtroppo non risparmia neanche il settore alimentare vedendo aumenti che vanno dal 12,8% della frutta fresca fino ad arrivare 4,4% delle patate. I prodotti surgelati, con aumenti che vanno dal 5% per i vegetali fino al 3,1% per i piatti pronti. Un carrello della spesa che ha aumentato la velocità nonostante un impercettibile 0,1% di inflazione.