Imprese agricole, artigianato, riti: salviamo l’Italia strapaesana
25 Gennaio 2023
Le imprese agricole, eredità della civiltà contadina, costiuiscono uno degli elementi cardine dell’identità dei paesi insieme all’artigianato, ai riti e a usanze e costumi secolari tramandate di generazione in generazione. Oggi questa catena di trasmissione rischia di spezzarsi per l’assenza di giovani nei paesi
Francesco Giubilei
L’Italia strapaesana rischia di scomparire, stretta nella morsa della denatalità e dello spopolamento. Da ormai molti anni i paesi vivono una crisi demografica con conseguenze non solo socio-economiche ma anche culturali, con la perdita di tradizioni locali e dell’identità dei territori. Argine a questa crisi, come emerge dall’analisi Coldiretti sui dati del centro studi Divulga, sono 1,3 milioni di anziani che combattono lo spopolamento, difendendo il valore storico, ambientale e culturale dei territori.
Nei 5.529 comuni con meno di 5 mila abitanti, il 13% ha più di 75 anni con uno squilibraio tra la superficie occupata (pari al 54% dell’Italia) e la popolazione che ci vive (16,5%). Eppure i piccoli paesi e borghi rappresentano uno scrigno insostituibile della nostra tradizione, “è qui che nasce il 92% delle produzioni tipiche, patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a chilometro zero conservato nel tempo dalle imprese agricole”.
Le imprese agricole, eredità della civiltà contadina, costiuiscono uno degli elementi cardine dell’identità dei paesi insieme all’artigianato, ai riti e a usanze e costumi secolari che si sono tramandate di generazione in generazione arrivando fino ai nostri giorni. Oggi questa catena di trasmissione rischia di spezzarsi proprio per l’assenza di giovani nei paesi e per il fatto che le nuove generazioni sono restie a svolgere determinate professioni che invece rappresentano un tratto distintivo della nostra identità.
Eppure non tutto è perduto. Sono sempre più frequenti le storie di chi, saturo della vita in città, decide di trasferirsi nei piccoli paesi dove la qualità della vita è migliore e si vive con più pace e tranquillità. Un fenomeno che riguarda anche tanti giovani, alcuni dei quali, dopo aver fatto studiato in grandi città o all’estero, decidono di tornare nel proprio paese e mettersi al servizio della comunità avviando attività imprenditoriali di successo. C’è anche chi decide di rimanere a vivere per sempre nel proprio paese, storie raccontate in un prezioso libro edito da Donzelli intitolato Voglia di restare. Indagine sui giovani nell’Italia dei paesi curato dall’Associazione Riabitare l’Italia attraverso una ricerca coordinata da Andrea Membretti e Sabrina Lucarelli. Alla base della loro decisione c’è la voglia di radicamento che “rivela una realtà fatta di giovani che non solo non hanno lasciato i loro paesi, ma che hanno scelto di restare – o di tornare – in modo attivo”. Sono giovani animati dalla volontà di conservare tradizioni e mestieri che rischiano di perdersi ma le loro sono anche storie di innovazione che guardano al futuro. Molti di questi giovani, in territori in cui mancano le opportunità lavorative, se le sono create da soli ma l’eccezione dovrebbe diventare una regola, per questo è necessario portare avanti politiche che favoriscano il ripopolamento dei paesi aiutando i giovani che hanno scelto di restare: è imprescindibile per non perdere la nostra identità.
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