Rivoluzione Isee: cosa cambia per il reddito di cittadinanza
15 Novembre 2021
Nuovi parametri Isee per reddito di cittadinanza e le altre misure statali a favore delle famiglie dal 2022: ecco cosa cambia e perché bisognerà fare in fretta
Alessandro Ferro
Se il 2021 si chiuderà con almeno 10 milioni di famiglie che, tramite l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), usufruiscono dei vari sussidi statali (dall’assegno unico per i figli al reddito di cittadinanza), nel 2022 si stima che la platea supererà i 12 milioni, e questo grazie a nuovi parametri da inserire sull’Indicatore.
Ecco il nuovo Isee
Una delle novità è relativa al superbonus per le villette utilizzabile a partire dai 25mila euro di Isee che riguarderà circa 20mila contribuenti: la norma, comunque, al momento è molto contestata e potrebbe subire delle modifiche nel nuovo Ddl di Bilancio. Si amplia, poi, la platea che riguarda i giovani under 36 con Isee non superiore alle 40mila euro che intendono acquistare una casa nel 2022 (almeno 213mila). Come riporta Il Sole 24 Ore, però, il grosso delle pratiche sarà quello relativo all’assegno unico che garantirà un contributo a tutte le famiglie con minori di 21 anni (9,5 milioni). Questo sussidio va a sostituire alcune misure attualmente in vigore tra cui le detrazioni per i figli a carico e gli assegni al nucleo familiare.
Cosa cambia con il RdC
A gennaio 2022, chi percepisce il reddito di cittadinanza dovrà aggiornare il proprio Indicatore con i dati reddituali riferiti al 2020, anno in cui la pandemia ha colpito duro milioni di lavoratori che sono finiti in cassa integrazione, che hanno perso il lavoro o che hanno subìto perdite nei loro ricavi.
Come si ottiene
Innanzitutto, per non sbagliare bisogna individuare i componenti del nucleo familiare tenendo conto delle eccezioni: facile calcolarlo con genitori conviventi e figli piccoli tutti sotto lo stesso tetto, più complicato per due genitori separati con separazione formalizzata a livello giudiziale. Però, chi risiede per lavoro in un’altra città o la stessa separazione non sono motivi sufficienti per spezzare la famiglia. Lo stesso discorso vale per genitori non sposati, anche loro faranno parte dello stesso Isee se convivono. Discorso ancora più complicato per i maggiorenni che vivono per conto loro: in questo caso, sono indipendenti dal nucleo se hanno più di 26 anni, se sono sposati o con figli o se hanno un reddito tale da non essere a carico dei genitori. Ecco perché ogni caso è a sè e coloro che intendono usufruire di aiuti statali dovranno presentare un Isee verificando bene i “confini” del nucleo familiare di cui fanno parte.
La vera novità sarà l’introduzione del criterio anagrafico che rivoluziona, in qualche modo, l’introduzione dell’assegno unico che cambierà il concetto di famiglia rispetto a quanto avvenuto finora: per esempio, ad oggi, le detrazioni per i figli a carico vengono calcolate sul reddito del singolo genitore ma, con il passaggio al nuovo assegno unico, l’importo sarà basato sulla situazione reddituale generale dell’intera famiglia calcolando i redditi dei coniugi ed aggiungendo anche il patrimonio immobiliare.
Boom di richieste
È logico che platea più ampia significa un maggior numero di richieste: il ministro della Famiglia, Elena Bonetti, ha affermato che la domanda per il nuovo assegno dovrà essere presentata da gennaio ed i ritardatari avranno tempo fino a giugno 2022. Chi non si sbrigherà, però, rischia di perdere i benefici delle attuali detrazioni e assegni senza ricevere subito la “compensazione” del nuovo contributo unico ed è per questo che ci si aspetta un boom di richieste tra gennaio e febbraio, richieste che rischiano di mandare in tilt i Caf. ”È impensabile che in due mesi i Caf riescano a elaborare la quasi totalità delle pratiche Isee che di solito vengono svolte in un anno“, afferma Giovanni Angileri, presidente della Consulta Nazionale dei Caf: sarà impossibile gestire in così poco tempo tutte le attività ordinarie e c’è il problema delle risorse, perché quelle attuali coprono a malapena sei milioni di richieste contro le 12 attese, in pratica la metà.