Riparte la riforma del catasto Ma è stangata sugli immobili
L’Europa chiede all’Italia una riforma del catasto in tempi brevi. Confedilizia: “Emergenza vera è ridurre le tasse sugli immobili”
Franco Grilli – Mer, 15/03/2017
È cominciato il nuovo percorso per la riforma del catasto.
Infatti il nuovo catasto, come sottolinea il Sole24Ore, rintra nel Pnr, il piano nazionale delle riforme che arriverà con il Def. La riforma del catasto di fatto ritorna sulla scena dopo alcune raccomandazioni da parte di Bruxelles per l’Italia. E soprattutto dopo le previsioni macroeconomiche. E Bruxelles su questo punto è molto chiara sottolineando come Roma abbia fatto “progressi limitati” proprio sul completamento della “riforma del catasto”.
La riforma di fatto era già pronta e il governo Renzi era in procinto di mandarla alle Camere. Ma è arrivato lo stop per l’esecutivo sono stati i rilievi sull’osservanza della clausola della invarianza per la tassazione degli immobili. Insomma il rischio è che possano mutare ancora le tasse sugli immobili col nuovo catasto. E così Confedilizia prova a lanciare un messaggio chiaro a Gentiloni: “Leggiamo sulla stampa che il Governo Gentiloni starebbe pensando di riesumare quella riforma del catasto che il Governo Renzi aveva ritirato, nel giugno del 2015, perché non forniva adeguate garanzie di invarianza di gettito, aprendo all’opposto uno scenario di ulteriori aumenti di tassazione sugli immobili, mascherati attraverso improbabili “redistribuzioni”, si legge in una nota. Poi l’avvertimento: “Quella legge delega è scaduta e non è certo questo il momento per iniziare un nuovo percorso, checché ne dica la Commissione europea, che inserisce pigramente il tema catasto nelle sue rituali raccomandazioni copia e incolla, senza avere un minimo contatto con la realtà.Per il settore immobiliare l’urgenza non è la riforma del catasto, ma una decisa riduzione di un carico fiscale che dal 2012 è stato quasi triplicato e che continua a causare danni incalcolabili a tutta l’economia: crollo dei valori, impoverimento, caduta dei consumi, desertificazione commerciale, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di un Governo responsabile”.