Pensioni, una su due è assistenziale: quanto costano allo Stato
1 Aprile 2024
Nel 2023 sono state liquidate 1.364.686 pensioni, il 48,6% delle quali (quasi la metà) di natura assistenziale. Tutti i dati e le tipologie
Marco Brosio
In questi giorni l’Inps ha comunicato lo stato dell’arte delle pensioni in Italia al primo gennaio 2024. Una fotografia che ferma l’immagine sul 2023. E che non comprende quella fetta di previdenza e assistenza erogate dalle Casse private e privatizzate, a cui sono iscritti circa 1,5 milioni di professionisti e le rispettive famiglie. L’Inps ha in pagamento un totale di 17.775.766 pensioni, di cui 13.632.992 (il 76,7%) di natura previdenziale e 4.142.774 (il 23,3%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 248,7 miliardi di euro, di cui 222,8 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 25,9 miliardi da quelle assistenziali.
Una sola cassa, due categorie
Una prima distinzione per comprendere come a fronte di un unico erogatore (Inps), una sola cassa, siano di diversa natura le prestazioni offerte. Le pensioni previdenziali sono le prestazioni tipicamente assicurative, derivanti dal versamento dei contributi previdenziali obbligatori; quindi, “pagate” (in differita) dai datori di lavoro e dai lavoratori. Le prestazioni assistenziali sono le prestazioni, quasi mai è corretto parlare di “pensioni” in questo caso, erogate dal bilancio pubblico a sostegno di categorie più deboli o più fragili.
Un dettaglio sulle pensioni previdenziali. Il 47,1% delle pensioni e il 62,4% degli importi in pagamento è in carico alle gestioni dei dipendenti privati: quella di maggior rilievo è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, che gestisce il 44,5% del complesso delle pensioni erogate e il 57,8% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,3% delle pensioni, per un importo in pagamento pari al 24,7% del totale, mentre le gestioni assistenziali erogano il 23,3% delle prestazioni, con un importo in pagamento pari al 10,4% del totale.
L’area geografica con la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche è l’Italia settentrionale, con il 48,0%; al Centro viene erogato il 19,3% delle pensioni, mentre in Italia meridionale e Isole il 30,8%; il restante 2,0% (346.495 pensioni) è erogato a soggetti residenti all’estero. Il Nord ha un numero di pensioni per numero di residenti maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito dal Mezzogiorno e dal Centro, mentre l’ordine si inverte per le pensioni di categoria invalidità previdenziale e per le prestazioni assistenziali.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli importi erogati, il 55,5% delle somme stanziate a inizio anno sono destinate all’Italia settentrionale (per la vecchiaia la percentuale passa al 60,4%), il 24,2% a Italia meridionale e Isole (per pensioni e assegni sociali la percentuale passa al 55,9%), il 19,6% all’Italia centrale ed infine lo 0,7% a soggetti residenti all’estero.
Ma veniamo al peso crescente che hanno le prestazioni assistenziali sull’intero bilancio Inps. Nel 2023 sono state liquidate 1.364.686 pensioni, il 48,6% delle quali (quasi la metà) di natura assistenziale. Gli importi annualizzati stanziati per le nuove liquidate del 2023 ammontano a 14,3 miliardi di euro, circa il 5,8% dell’importo complessivo annuo in pagamento al 1° gennaio 2024. Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 20,4% da pensioni e assegni sociali, di cui il 37,9% erogate a uomini; il restante 79,6% delle prestazioni sono erogate ad invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità, con un indice di mascolinità del 42,0%.
Il 61,3% delle pensioni previdenziali liquidate nel 2023 è costituito da pensioni di vecchiaia, l’8,7% da quelle di invalidità previdenziale e il 30,1% da quelle ai superstiti. Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 7,6% da assegni sociali e per il 92,4% da prestazioni di invalidità civile. Considerando le prestazioni di invalidità civile vigenti all’1.1.2024 per composizione dell’importo, il numero è di 629.641 sole pensioni, 1.868.283 sole indennità e 400.015 pensioni e indennità di accompagnamento insieme, per un totale complessivo di 2.897.939 invalidi civili.
Assegni e pensioni: quali e quanti tipi di assistenza esistono in Italia
Riassumendo, il panorama delle prestazioni assistenziali è assai articolato, ecco le più frequenti fattispecie.
Assegno di inclusione (ADI)
Introdotto a partire dal 2024 come “sostituto” del reddito di cittadinanza, si presenta come una misura di contrasto alla povertà e a favore dell’inclusione sociale e professionale.
Assegno sociale
Si tratta della prestazione assistenziale sostitutiva dal 1996 della pensione sociale, riconosciuta agli over 65 (67 nel 2024) che si trovano in particolare condizioni di disagio economico.
Assegni per il nucleo familiare
È il sostegno economico corrisposto dall’INPS, direttamente o per il tramite del datore di lavoro, alle famiglie di lavoratori dipendenti, dipendenti agricoli, domestici, iscritti alla Gestione Separata, titolari di pensioni (a carico del fondo pensioni lavoratori dipendenti, fondi speciali ed ENPALS), titolari di prestazioni previdenziali e lavoratori in altre situazioni di pagamento diretto, con nuclei familiari composti da più persone e i cui redditi risultino inferiori a quelli annualmente stabiliti per legge, sono stati sostituiti a partire dal marzo 2022 dall’AUUF.
Assegno Unico e Universale per i Figli (AUUF)
Istituito in via definitiva dal decreto legislativo 230 del 21 dicembre 2021, è un beneficio economico attribuito su base mensile – a partire dall’1 marzo 2022 – ai nuclei familiari per i figli a carico. Concesso senza limiti di reddito, ma con importo variabile in base alla situazione economica del nucleo di riferimento stimata mediante ISEE.
Indennità di accompagnamento
È la prestazione riservata a “titolo della minorazione”, cioè a prescindere da ogni condizione relativa al reddito, ai soggetti inabili che si trovano nell’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o che, incapaci di compiere atti di vita quotidiana, necessitano di un’assistenza continua.
Reddito e pensione di cittadinanza
Introdotto dalla Legge di Bilancio per il 2019 e modificato in senso restrittivo dalla manovra finanziaria per il 2023, consiste in una misura di sostegno per le famiglie in condizione disagiate finalizzata al reinserimento professionale e all’inclusione sociale, comprendente anche un beneficio economico, di importo variabile, accreditato mensilmente su un’apposita carta prepagata. Dal 2024 è stato sostituito dall’ADI (vedi sopra).
Prestazioni economiche a sostegno degli invalidi civili
Si tratta di un insieme di trattamenti assistenziali con caratteristiche e importo variabile a seconda del tipo e del grado di minorazione psico-fisica del richiedente, erogate su domanda a tutti qui soggetti riconosciuti come invalidi civili a seguito di opportuni accertamenti sanitari (prima ancora che amministrativi e socio-economici).
Quattordicesima mensilità
Consiste in una mensilità aggiuntiva, generalmente corrisposta insieme all’assegno pensionistico di luglio (o di dicembre), che spetta ai soli pensionati che soddisfino precisi requisiti anagrafici e reddituali, tra cui in particolare i 64 anni di età e un reddito complessivo che non superi di 2 volte il trattamento minimo annuo previsto dall’INPS per il FPLD (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti).
https://www.ilgiornale.it/news/cittadini/pensioni-su-due-assistenziale-quanto-costano-stato-2303024.html