Pensioni, trattenute illegittime: il verdetto che affonda l’Inps
Una sentenza del tribunale di Roma ha considerato illegittime le pretese dell’Inps di recuperare le somme erogate per errore
Federico Giuliani – Mar, 06/10/2020
Niente trattenute sulle pensioni, niente addebiti o restituzioni degli importi versati in eccesso dall’Inps sugli assegni previdenziali.
Una sentenza del tribunale di Roma ha considerato illegittime le pretese dell’Istituto di recuperare le somme erogate per errore. Somme che alcune volte possono essere impercettibili; altre variare, come ricordato da ilGiornale.it, da un minimo di 2-3mila euro a casi record che sfondano il tetto dei 10mila euro.
Laila Perciballi del Movimento Consumatori – Roma Capitale ha annunciato in una nota la sentenza della quarta sezione civile del Tribunale di Roma, dalla quale è emerso che un invalido pensionato non deve restituire all’Inps l’ombra di un solo centesimo.
L’errore dell’Istituto
Come ha riportato Il Messaggero, con la sentenza dello scorso 24 settembre il giudice ha annullato la richiesta avanzata dall’Inps all’anziano in merito all’indebito di oltre 51mila euro. Ma che cosa è successo esattamente? Semplice: l’Inps ha commesso una serie di errori, versando sul cedolino dell’anziano più del dovuto. Tutto questo sarebbe andato avanti per anni, fino ad arrivare all’enorme cifra citata.
Il pensionato ha sempre ritirato la propria pensione ignaro dell’errore commesso dall’Istituto previdenziale (uno dei tanti), credendo di ricevere il corretto importo dell’assegno. L’uomo ha quindi utilizzato le somme ricevute, in ogni caso minime, per soddisfare i bisogni primari: pagare le bollette, acquistare farmaci, fare la spesa.
Una volta accortosi dell’errore commesso, l’Inps ha provato a rimediare. In molti casi, infatti, l’Istituto ha inviato ai pensionati una lettera per chiedere indietro l’intero ammontare della somma versato per errore. E lo ha fatto anche dopo qualche mese o anno dal pasticcio.
La sentenza
Tornando alla sentenza che affondato l’Inps, il giudice ha richiamato gli stessi principi espressi dalla Cassazione in una pronuncia risalente al 2018. “Deve, quindi, escludersi che il pagamento sia addebitabile ad una condotta fraudolenta o in malafede del pensionato trattandosi di errore imputabile esclusivamente all’istituto e conseguentemente di indebito sanabile. Nulla pertanto deve restituire il ricorrente all’Inps”, ha concluso il Movimento dei Consumatori.
Lo stesso Movimento dei Consumatori ha anche invitato i pensionati a controllare se sulla propria pensione sono presenti trattenute e, nel caso, a verificarne la legittimità visto che, come stabilito dal tribunale di Roma, spesso si tratta di denaro non dovuto.
È inoltre importante dare un’occhiata al calendario, visto che il prossimo 10 dicembre si avvicina. Per quel giorno è infatti prevista la scadenza per i cittadini che hanno aderito “alla rottamazione ter e per i quali bisogna pagare tutti i ratei scaduti anche se la crisi sanitaria è tutt’altro che terminata”.