Nuovi nati, ecco i nomi vietati in Italia
2 Settembre 2023
Nonostante le statistiche parlino di un “ritorno al classico”, per i nomi dei bambini si fanno sempre più strada scelte originali, se non bizzarre, o addirittura non consentite dal nostro ordinamento. Ecco cosa dice la legge in proposito
Dario Murri
Tabella dei contenuti
- I nomi vietati in Italia
- Eccezioni e nomi composti
- Nomi storici “pesanti”
- Nomi stranieri
- Quando la realtà supera l’immaginazione
- Nomi ritenuti ridicoli o vergognosi
- Dare un nome vietato a un figlio. Cosa succede
- Nel resto del mondo
- Fra classicità e originalità
Mentre la notizia di un giovane calciatore di origini ghanesi chiamato Silvio Berlusconi (nome) Boahene (cognome) in onore dell’ex presidente del Consiglio, suscita un certo clamore, c’è chi si chiede se sia lecito dare nomi così “impegnativi” al proprio figlio. Di precedenti, nella nostra storia recente ce ne sono a bizzeffe, e senza scomodare la politica: da Diego Armando in onore di Maradona, a Ridge e Sue Ellen, in omaggio a protagonisti di soap opera e saghe televisive ancora attuali o di qualche decade fa. Senza dimenticare slanci di fantasia più recenti, soprattutto fra i Vip nostrani, con Chanel, o casi ancora più “estremi”, come quello di una bambina chiamata Prima Internazionale Socialista, qualche tempo fa. Ma quali sono i nomi vietati in Italia, e con quali motivazioni? Scopriamolo insieme, non senza qualche sorpresa.
I nomi vietati in Italia
La legge italiana ha fissato delle regole per capire quali siano i nomi “vietati“, che non possono essere dati ai propri figli, introdotte con l’articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 396/2000. Il decreto non fornisce un elenco completo di tutti i nomi vietati, ma esclude alcune tipologie. È vietato, ad esempio, dare al figlio il nome del padre, quello di un fratello o di una sorella viventi, a meno che non siano seguiti da Maria (ad esempio, nome del padre Giorgio, nome del figlio Giorgio Maria), così come non è possibile aggiungere al nome paterno il termine Junior o, abbreviato, Jr, come si fa in America. Non si possono dare nomi femminili a un bambino, o maschili a una bambina. Tornando a Maria, nel caso di un maschietto è l’unico consentito, ma come secondo nome, ad esempio Francesco Maria, o composto (Giammaria o Gianmaria).
Eccezioni e nomi composti
Caso a parte per Andrea, considerato unisex. L’eccezione trova origine in una sentenza della Corte di Cassazione del 2012, con la motivazione che in molti altri Paesi il nome Andrea può essere usato per entrambi i sessi. I nomi composti non possono avere più di tre nomi singoli. Dunque, è valido il nome Anna Laura Maria, ma non il nome Anna Laura Maria Angela. Il fatto che i nomi siano scritti separatamente non è rilevante ai fini del conteggio. Per cui non si potrebbe usare come nome Annalaura Maria Angela, perché il primo nome sarebbe composto da due e quindi si andrebbe oltre il limite massimo dei tre nomi singoli.
Nomi storici “pesanti”
Tra i nomi vietati ve ne sono alcuni storici, associati a dittatori che hanno caratterizzato la storia in negativo quali Benito Mussolini, Adolf Hitler, Napoleone Bonaparte, Iosif Vissarionovich Stalin, Lenin, Osama Bin Laden.
Nomi stranieri
Chi apprezza i nomi stranieri deve comunque rispettare l’alfabeto italiano, ampliato alle lettere J,K,X,Y e W. Sono validi, ad esempio, i nomi Jolanda al posto di Iolanda, Katia e non Catia, Walter anziché Valter, e così via. Ammesso anche, dove possibile, l’uso dei segni diacritici (ç, ñ, ô, ü, etc.) propri dell’alfabeto della lingua di origine del nome. Si tratta di segni uniti ad una lettera per modificarne la pronuncia, che vengono riportati anche nel Codice Fiscale. Limitazioni anche per quanto riguarda i bambini i cui genitori siano sconosciuti: non è possibile dare loro un nome che faccia capire l’origine naturale, o cognomi di importanza storica o di personaggi particolarmente conosciuti nel luogo in cui è stato firmato l’atto di nascita.
Quando la realtà supera l’immaginazione
Anche i personaggi (o meglio, l’utilizzo dei loro cognomi come nome proprio) del mondo dello spettacolo o dello sport, come per esempio il già citato Maradona, così come quelli dati agli animali protagonisti di note serie, tipo Rex, sono vietati.
Non sono consentiti, inoltre, i nomi di fantasia inventati dai genitori, o quelli tratti da libri, serie TV, film e anime, fra cui Joey Tribbiani (da Friends), Doraemon, Pollon, Goku o Vegeta (da Dragon Ball), Laura Palmer (da Twin Peaks), Jon Snow (da il Trono di Spade); Moby Dick (dal romanzo di Melville), Ken (e qui viene da chiedersi perché, visto che è anche un nome straniero, che dunque sarebbe “regolare”); e ancora, Conte Dracula (dal romanzo di Bram Stoker), Frankenstein (dal romanzo di Mary Shelley), Ajeje Brazorf (Aldo, Giovanni e Giacomo); non è neanche possibile (e capiamo bene il perché) chiamare i propri figli Satana, Lucifero, IKEA, Nutella.
Nomi ritenuti ridicoli o vergognosi
Bizzarrie a parte, è bene tenere presente che si parla di divieti non perché, ribadiamo, esista una lista appositamente stilata dalla normativa vigente, ma perché alcuni nomi sono stati nel tempo oggetto di rettifica da parte di Tribunale, Corte d’Appello o di Cassazione, per varie motivazioni, o più semplicemente perché considerati lesivi della dignità del minore. La legge prevede infatti che, al fine di proteggere la dignità del nascituro, i genitori non possano attribuirgli un nome che rischi di procurargli in futuro un pregiudizio morale.
Un nome viene considerato ridicolo o vergognoso qualora possa diventare oggetto di scherno da parte di altre persone. Si pensi a parolacce, ingiurie, o perfino ai nomi di alcuni colori. Per esempio Blu è accettato, mentre Giallo no. Accettati i nomi di nazioni come Europa, America, Asia, ma anche brand, come Chanel (ne abbiamo parlato), ma senza simboli numerici alla fine del nome, perché andrebbero ad evocare, come il 5, il nome di un prodotto. Oggetto di ironia potrebbero dimostrarsi anche alcuni nomi che, affiancati al cognome, rischino di creare giochi di parole, come nel caso di abbinamenti tipo (chiediamo scusa ad eventuali possessori) Santo Campo o Addolorata Zampetta.
Dare un nome vietato a un figlio. Cosa succede
Nell’eventualità in cui si dovesse scegliere un nome non consentito dalla legge, l’Ufficiale dello Stato Civile dovrà darne subito informazione ai genitori. Se questi dovessero insistere, sarà tenuto a formare comunque l’atto di nascita e a dare successivamente notizia dell’accaduto al Procuratore della Repubblica, il quale potrà disporre un giudizio che porti alla rettifica del nome.
Nel resto del mondo
E nel resto del mondo, come funziona? Vediamo qualche esempio, a partire da alcuni paesi europei. In Francia, sono considerati lesivi della dignità del bambino i nomi Nutella, Fragola, Principe William e Mini Cooper, ma anche Enrico e Ludovico, in Germania i nomi di genere neutro, un cognome usato come nome, appellativi di oggetti, o umilianti per il nascituro, come Adolf Hitler e Osama Bin Laden; in Danimarca nomi quali Scimmia e Pluto, accettati soltanto quelli approvati in un registro di circa 7.000 appellativi, mentre in Svezia bando a nomi offensivi e inadatti, come Superman, IKEA e sequenze tipo Brlrmhyjakòffgxxjgjsdroèjkq11111; in Islanda, no a nomi con lettere che non compaiono nell’alfabeto locale, quali C, Q e W, mentre nomi come Giuda e Chanel sono considerati dannosi o offensivi in Svizzera.
Guardando fuori dal Vecchio Continente, troviamo che in Malesia non si possono dare ai figli nomi di animali, o insulti, numeri, appellativi reali e cibo, e non si può chiamare il proprio figlio Woti (cioè rapporto sessuale); vietati in Messico circa 60 nomi, ritenuti imbarazzanti, offensivi o senza senso, tipo Facebook, Robocop, Rambo o Batman; in Giappone, proibito il nome Akuma (che significa diavolo), in America Babbo Natale, Messia, Misteri Nigger, mentre un paio di anni fa erano di grande tendenza Armani, Dior, Maybelline e Sephora, e ancora Nivea, Hermes, Fendi, etc.; vietati in Arabia Saudita almeno 50 nomi ritenuti inappropriati o blasfemi, così come anche Alice, considerato troppo esotico, mentre in Nuova Zelanda sono banditi i nomi Lucifero, Fat Boy, quelli offensivi e che assomigliano a titoli di canzoni.
Fra classicità e originalità
Secondo l’ultimo rapporto Istat disponibile su “Natalità e fecondità della popolazione residente”, redatto nel 2021, i nomi preferiti per i neonati in Italia sono, per i maschi, Leonardo, Alessandro, Tommaso, Francesco, Lorenzo, per le femmine Sofia, Aurora, Giulia, Ginevra, Beatrice. In generale, le scelte dei neo genitori sembrerebbero improntate ad una certa classicità, anche se, come abbiamo visto, per alcuni la tentazione dell’originalità ad ogni costo è forte. Ai nomi classici, si affianca quindi la tendenza a chiamare i figli come i personaggi famosi, che si tratti di star del calcio, del cinema, o della musica, mentre crescono i nomi stranieri.
I tempi sicuramente cambiano, e anche in maniera veloce. Decisamente lontani quelli in cui si guardava il calendario per vedere il santo del giorno e dare ad un bimbo quel nome, o quelli in cui si facevano tanti figli e si ricorreva all’ordine cronologico con cui erano nati, chiamandoli Primo, Secondo, Tersilio, Quarto, Quinto etc.
Ad oltre vent’anni dal Dpr 396/2000, anche la giurisprudenza si è evoluta e i confini non sono più netti come allora. La stessa sentenza sul nome Andrea, cui abbiamo accennato, ha aperto le porte ad una maggiore elasticità su questo argomento, così come su tanti nomi neutri, che ci arrivano da altre culture. Se dunque da un lato a legislatori e ufficiali dell’anagrafe è richiesta una maggiore “elasticità”, sarebbe consigliabile per i genitori, considerato che il nome accompagnerà una persona per tutta la vita, usare il buon senso.
https://www.ilgiornale.it/news/cittadini/quali-sono-i-nomi-vietati-italia-2199256.html