Manovra, misure da 30 miliardi: aiuti ai giovani e tagli al superbonus
28 ottobre 2021
Affitti meno cari per i ragazzi e inizio dei tagli per le agevolazioni edilizie. Intervento su pensioni (quota 102) e Reddito di Cittadinanza
Il Consiglio dei ministri ha approvato la Manovra, che contiene misure per circa 30 miliardi (23,44 dei quali in deficit). Tra gli interventi, oltre a quello su pensioni e reddito di cittadinanza, figura anche la proroga di un anno per il bonus facciate, con la detrazione che scende però dal 90 al 60%. Prevista anche una detrazione del 20% del canone di locazione per i giovani fra i 20 e i 31 anni con un reddito fino a 15.493,71 euro.
Superbonus 110% nel 2023, poi cala fino al 2025 – Proroga del Superbonus al 110% per il 2023, poi scatta il “decalage” (calo programmato) al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Arriva anche l’estensione per il 2022 per unifamiliari e villette ma con un tetto Isee fissato a 25mila euro e limitato dunque alle prime case. Proroga di un anno per il bonus facciate: la manovra prevede che la misura sia rinnovata per il 2022 ma la percentuale della detrazione scende dal 90 al 60%.
Bonus mobili-elettromestici con tetto spesa inferiore – Arriva la proroga per tre anni, fino al 2024, del bonus mobili e elettrodomestici ma cala di due terzi il tetto di spesa in base al quale è calcolata la detrazione del 50%: nel passato era a 10mila euro, poi nel 2021 è stato elevato a 16mila euro, ora passa a 5mila euro. Il bonus riguarda mobili o elettrodomestici per l’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
Sconto affitti giovani under 31: 20% fino 2.400 euro – Uno sconto sull’affitto per i giovani tra i 20 e i 31 anni che escono di casa e hanno un loro reddito: la manovra introduce una detrazione del 20% fino a 2.400 euro per chi ha reddito entro i 15.493,71 euro. Lo sconto vale sia se si affitta un intero appartamento sia se si prende in locazione una stanza.
Quota 102 nel 2022 con 64 anni e 38 contributi – “I requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui al primo periodo del presente comma sono determinati in 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva per i soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022”. Lo prevede la legge di bilancio confermando il passaggio da Quota 100 a Quota 102 per le pensioni. “Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente”. “In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2022, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio”, prevede la norma.
Reddito di cittadinanza, via a chi rifiuta lavori e tagli dopo 6 mesi – Rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, stretta sui controlli e sui reati che impediscono di accedere alla misura, nuovi meccanismi per favorire la ricerca del lavoro dei beneficiari: sono alcune delle misure sul Reddito contenute nella manovra. I beneficiari “occupabili” dovranno sottoscrivere il Patto per il lavoro contestualmente all’invio della domanda di Rdc e potrà rifiutare massimo due offerte di lavoro pena la decadenza dal beneficio. Dopo i primi sei mesi il Reddito di cittadinanza subirà anche un taglio di 5 euro al mese: misura che si applica solo agli “occupabili”, cioè i soggetti tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio. Sono escluso dal taglio i nuclei con bimbi sotto i 3 anni o con disabili gravi o non autosufficienti. La riduzione non si applica a chi riceve meno di 300 euro (moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza). Il taglio viene sospeso quanto almeno un componente del nucleo inizia a lavorare.
Otto miliardi per taglio Irpef e Irap – Otto miliardi all’anno dal 2022 per il taglio dell’Irpef e dell’Irap. E’ quanto prevede il primo articolo della manovra. Due gli obiettivi: il primo punta “a ridurre l’imposta sui redditi delle persone fisiche con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote sia una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo”; il secondo punta a ridurre “l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive” .
Opzione donna a 60 anni più finestra mobile – Sale di due anni il limite di età per accedere a Opzione donna: secondo la manovra non
sarà più possibile accedere alla misura che prevede il calcolo dell’assegno completamente contributivo a 58 anni per le dipendenti oltre a un anno di finestra mobile (18 mesi per le autonome ma saranno necessari 60 anni (61 per le autonome ) con 35 di contributi. Quindi in pratica si potrà uscire con 60 anni di età per le dipendenti ma bisognerà aspettare un anno di finestra mobile quindi di fatto si otterrà la pensione a 61 anni per le dipendenti e a 62 e mezzo per le autonome.
Un miliardo per la cultura – Risorse per oltre un miliardo di euro destinate ai settori della cultura e dello spettacolo, dal cinema a biblioteche e archivi, fondazioni liriche, editoria, borghi. Incrementato a 750 milioni annui il Fondo per il cinema e introdotto per i lavoratori dello spettacolo il Set (sostegno economico temporaneo), con una dotazione di 20 milioni per il 2022 e 40 milioni annui a decorrere dal 2023. Per le fondazioni liriche viene istituito un nuovo fondo con 100 milioni per il 2022 e 50 per il 2023. Venti milioni per contrastare la desertificazione dei borghi.
Anche maestre tra lavori gravosi – Il lavoro di maestra alla scuola materna e alla scuola primaria rientra tra i lavori gravosi che danno diritto con almeno 36 anni di contributi dei quali almeno sei negli ultimi sette impiegati in questa attività all’Ape sociale. L’indennità è erogata per 12 mensilità l’anno a partire dai 63 fino all’accesso alla pensione di vecchiaia. Nella manovra si inserisce infatti nell’allegato sulle attività che danno diritto a chiedere l’indennità i Professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate.
Stop alla carta del docente
Nella manovra a partire dal prossimo anno scolastico la card da 500 euro per l’acquisto di libri, riviste e corsi di aggiornamento, introdotta con la riforma della “Buona scuola”, viene cancellata e le risorse vengono destinate alla “valorizzazione della professionalità del personale scolastico”.