“Manovra coraggiosa”

Meloni: “Manovra coraggiosa”. Al centro crescita e giustizia sociale: tutte le novità

22 Novembre 2022
Il premier in conferenza stampa spiega le misure inserite nella manovra di bilancio: “Abbiamo fatto scelte politiche”

Francesca Galici

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Lungo Consiglio dei ministri notturno per Giorgia Meloni, necessario per approvare la manovra di bilancio da 35 miliardi di euro. Molte le misure sul tavolo dell’esecutivo, che ha lavorato soprattutto nell’ottica di smorzare l’effetto del caro bollette. “Lo Stato interviene per calmierare le bollette per le famiglie“, ha spiegato il premier, portando a 15mila euro l’Isee, dunque “la platea delle famiglie per la quale lo Stato interviene per calmierare bollette si allarga“.

Sono molto soddisfatta del lavoro fatto con questa manovra perché non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche e la presenta un governo che in appena un mese ha scritto e presentato una manovra che ricalca e racconta di una visione politica“, ha spiegato il presidente del Consiglio in conferenza stampa.

Nella manovra ci sono misure per favorire la crescita e la giustizia sociale, ha spiegato Giorgia Meloni, che ha voluto sottolineare come le misure siano figlie di scelte prettamente politiche: “Abbiamo deciso le nostre priorità e concentrato le risorse. La considero coraggiosa e coerente con gli impegni presi con gli italiani. È una manovra che scommette sul futuro“.

La nuova flat tax
Tra le misure più incidenti per la popolazione, Giorgia Meloni ha spiegato che ci saranno tre flat tax. “La manovra presta molta attenzione al tessuto produttivo, alle imprese, all’incentivo al lavoro. Ci sono tre tasse piatte: una per i redditi incrementali per le partite Iva sul maggior utile, per una soglia massima di 40 mila euro. C’è l’aumento della tassa piatta per gli autonomi fino a 85 mila euro e per i lavoratori dipendenti e c’è una tassa piatta che arriva al 5% per i premi di produttività fino a 3mila euro“, ha spiegato il presidente del Consiglio.

La riduzione del cuneo fiscale
Giorgia Meloni ha anche confermato il taglio del cuneo fiscale, sottolineando che il suo esecutivo non solo ha confermato “quello del 2% redditi fino a 35mila euro interamente lato lavoratore ma aggiungiamo un ulteriore punto per i redditi fino a 20mila euro“. Questa manovra risulta essere la più costosa di tutta la manovra: “Costa 4 miliardi di euro e questo indica che l’altra priorità del governo è per aumentare lo stipendio per coloro che hanno redditi più bassi“.

Misure per il lavoro

Per quanto concerne l’aiuto al lavoro, Giorgia Meloni ha spiegato: “Introduciamo i buoni lavoro per agricoltura e cura alla persona e per i lavori domestici fino a 10 mila euro. Una misura utile a regolarizzare il lavoro stagionale e occasionale. Naturalmente con controlli molto rigidi per evitare storture“. In più, “per l’assunzione di donne, giovani fino ai 36 anni o percettori di Reddito di cittadinanza azzeriamo la contribuzione“. Questa operazione, ha spiegato il premier, “vale per i nuovi contratti, vuol dire che non vale per chi licenzia qualcuno e assume qualcun altro“. Ma vale anche per chi decide di “stabilizzare lavoratori con contratti a tempo indeterminato“.

Il taglio delle cartelle esattoriali

Per quanto concerne il taglio delle cartelle esattoriali, Giorgia Meloni ci ha tenuto a specificare che non si tratta di un condono ma di una misura di buon senso. “Lo spirito da cui muoviamo è un rapporto diverso tra Stato e contribuente: lo Stato non è più aggressivo e punitivo ma giusto e comprensivo verso chi è in difficoltà“, ha spiegato Giorgia Meloni. La tregua fiscale approntata dal governo è stata pensata per dare un vantaggio sostanziale al governo, perché “vengono annullate e cartelle inferiori a 1000 euro e antecedenti al 2015“, ossia quelle per cui per lo Stato ci sono più costi che benefici nella riscossione. “Per tutti gli altri si paga il dovuto con una maggiorazione unica del 3% e la rateizzazione“, ha spiegato il premier.

La rivalutazione a scalare delle pensioni

Nella manovra è stata prevista anche una rivalutazione delle pensioni, con una percentuale a scalare all’aumento delle cifre annuali percepite dai cittadini. “Abbiamo deciso di rivalutare le pensioni minime del 120%, l’aumento maggiore in rapporto all’inflazione lo avranno le pensioni più basse. Man mano che la pensione aumenta, l’aumento diminuisce“, ha specificato Giorgia Meloni. Quella sulle pensioni “è una scelta di cui ci assumiamo la responsabilità“.

Come ha spiegato il presidente del Consiglio, questa manovra interviene “sullo scalone pensionistico che sarebbe scattato dal 1 gennaio, senza un intervento dal 1 gennaio sarebbe scattata la pensione a 67 anni“. Con la nuova modifica, ha spiegato il premier, si potrà andare in pensione “a 62 anni con 41 di contributi, ma con dei paletti di buon senso. Chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti, non potrà avere una pensione fino a cinque volte la minima“.

Gli aiuti alle famiglie: Iva e congedo parentale

Un’importante parte di questa manovra è quella che concerne gli aiuti alle famiglie, che spinge anche sugli incentivi per la natalità. “I provvedimenti per la famiglia e per natalità cubano quasi un miliardo e mezzo di euro, una scelta che non credo abbia molti precedenti nei governi degli ultimi anni“, ha premesso Giorgia Meloni. In questo contesto, l’assegno unico “viene aumentato del 50% per tutti per il primo anno di vita del bambino, e per tre anni per famiglie che hanno tre figli o più figli“.

Quindi, Giorgia Meloni ha spiegato che “l’Iva sui prodotti per la prima infanzia viene portata al 5%“. Nella manovra “c’è una misura molto importante sul congedo parentale, ora retribuito al 30%. Io ho sempre pensato che molte madri non se lo potevano permettere. Abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% utilizzabile fino al sesto anno. Una scelta che introduce una specie di salvadanaio del tempo che le madri possono utilizzare in caso di difficoltà evitando di incorrere in situazione economiche difficili“. Gli aiuti sono stati orientati anche alle famiglie con figli disabili, per i quali è stato pensato un aumento dell’assegno unico.

Le modifiche al reddito di cittadinanza

Giorgia Meloni in campagna elettorale promise agli elettori che se il centrodestra fosse salito a Palazzo Chigi uno dei primi impegni sarebbe stato sulla rivisitazione del reddito di cittadinanza. Un impegno condiviso con tutti i partiti della coalizione, che ha trovato sbocco nella manovra di bilancio: “Siamo fedeli ai nostri principi. Si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro“.

Il tempo a disposizione del governo era oggettivamente poco ma le prime soluzioni vanno nella direzione promessa, con l’abolizione del rdc nel 2024 per chi può lavorare. “Vogliamo trasformare l’assistenza in lavoro, vogliamo accompagnare queste scelte“, ha spiegato la Meloni, sottolineando come da sinistra stiano già fomentando le piazze: “Va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni“. Una decisione impopolare quella dell’esecutivo, che però ha spiegato come in Italia “c’è gente che prende il sussidio da tre anni. Lo Stato deve aiutare queste persone trovando un posto di lavoro“, osserva Meloni.

Il taglio sui beni alimentari di prima necessità

Rispetto alla prima proposta, questa parte di manovra ha subito dei cambiamenti durante il Consiglio dei ministri. “Avevamo pensato di azzerare l’Iva su pane e latte, non l’abbiamo fatto perchè la misura si sarebbe spalmata anche su chi non ne aveva bisogno“, ha spiegato Giorgia Meloni. Tuttavia, l’esecutivo ha come obiettivo quello di ma “selezionare con decreto alcuni alimenti e utilizzare 500 milioni per abbassare il prezzo di questi prodotti per gli incapienti attraverso la rete dei Comuni“. In quest’ottica, “Lanceremo un appello a produttori e distributori perchè aderiscano a questa iniziativa. Racconteremo chi in un momento di difficoltà ha dato una mano a calmierare i prezzi“.

Misure contro le attività “apri e chiudi”

Nella manovra che è stata approvata nella notte dal Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni ha spiegato che “abbiamo inserito una misura contro la pratica sleale degli esercizi apri e chiudi, cioè di quegli esercizi che aprono, non versano nulla nelle casse dello Stato, spariscono e poi ricominciano daccapo“. Per questa ragione, nella misura sono state inseriti i passaggi di verifica, in base ai quali è previsto che “quando si hanno avvisaglie, l’Agenzia delle Entrate convochi il titolare e ne cancelli la Partita Iva, che potrà essere riaperta solo con fideiussione sul pagamento delle tasse dovute“.

 

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