Allerta per milioni di pensionati Sparisce il pin Inps: un disastro
Lo Spid è quello strumento d’identità digitale irrinunciabile per chi vuole confrontarsi con la pubblica amministrazione. Ma i più anziani sono in difficoltà
Michele Di Lollo – Ven, 02/10/2020
Da questo mese l’Inps non rilascia più Pin come credenziale di accesso ai propri servizi.
Questo è stato sostituito dallo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che permette di accedere ai servizi online della pubblica amministrazione. La brutta notizia è che circa 16 milioni di pensionati rischiano di rimanere fuori. Già, perché il percorso per ottenere l’identità digitale è una corsa a ostacoli soprattutto per i più anziani. La decisione dell’Istituto di previdenza di non rilasciare più nuovi Pin appare priva di logica. Se da un lato, infatti, questo strumento può semplificare la vita a molti cittadini, dall’altro incentivando questo strumento si penalizzano i più fragili, come i nostri nonni o i nostri genitori.
È stata l’ex ministro della Pa, Marianna Madia, a lanciare lo Spid in Italia (era il 2016), ma poi l’attuale ministra per l’Innovazione, Paola Pisano, l’ha elevato a protagonista della trasformazione digitale del Paese. Una mossa azzardata, al punto che la stessa Inps, per adesso, non ha fissato il termine della fase transitoria, durante la quale si potrà continuare a utilizzare il vecchio Pin se ne è in possesso.
La procedura per entrare in possesso dello Spid è complessa. Bisogna rivolgersi ai gestori privati accreditati dall’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, tra cui Poste, Tim e Aruba, giusto per citarne alcuni, a cui poi spetta il compito di verificare l’identità del richiedente, di persona (in questo caso il servizio è gratuito) o via webcam (a pagamento). Per portare a compimento l’operazione servono dai 5 ai 20 minuti, scrive Il Messaggero, a seconda del gestore che si adotta. A patto però di avere una certa confidenza con dispositivi tecnologici come pc, tablet e smartphone, altrimenti si entra in un labirinto da cui è difficile uscire in tempi rapidi.
In 4 anni questo sistema ha conquistato solo 11 milioni di italiani, non proprio un plebiscito. Ed è un servizio a cui hanno aderito soprattutto i più giovani: giusto il 3,5% delle identità attive appartiene a over 65, mentre una su tre è stata richiesta da cittadini con un’età compresa tra 18 e 44 anni. Richiedere lo Spid non è così semplice e veloce come si vuole far credere: bisogna avere un indirizzo di posta elettronica, un computer, uno smartphone. Chi ha solo un semplice cellulare, come la gran parte degli ultrasettantenni, si sente inevitabilmente escluso.
I Pin in possesso degli utenti conserveranno la loro validità e potranno essere rinnovati alla naturale scadenza fino alla conclusione della fase transitoria la cui data è ancora da definire. Il passaggio da Pin a Spid non ha, dunque, effetti sul servizio di Pin temporaneo. Gli utenti che accedono ai servizi Inps attraverso le credenziali Spid, Cns o Cie potranno, infatti, continuare a richiedere il Pin telefonico temporaneo utile per la fruizione dei servizi tramite Contact Center. Attraverso la funzionalità “Pin Telefonico” presente su MyInps è possibile scegliere di generare un codice temporaneo la cui validità può essere di un giorno, una settimana, un mese o tre mesi.