La spesa costa meno altrove?

La spesa costa meno altrove? Occhio a questi spostamenti: cosa si può fare

Il Viminale precisa che il motivo di convenienza economica nell’acquisto di beni alimentari è valido per spostarsi da un comune all’altro. Necessaria, però, l’autocertificazione
Gabriele Laganà – Lun, 16/11/2020

Dal ministero dell’Interno arriva una piccola buona notizia per tutti quei cittadini che vivono in Regioni classificate come “zone rosse” a causa dell’epidemia di coronavirus.

È consentito uscire dal proprio comune di residenza per andare a fare la spesa in un negozio o supermercato di un’altra località. Ma vi è una condizione da rispettare: l’attività commerciale deve essere davvero “più conveniente”.

Già lo scorso marzo si era dibattuto sulla questione. Anche all’inizio del lockdown, infatti, era concessa la possibilità di recarsi soltanto nei negozi nel raggio della propria abitazione. Il tema ora è ritornato di attualità a seguito dell’istituzione delle zone rosse in Italia. Un danno, quello di non poter scegliere il negozio in base alle esigenze e al proprio portafoglio, che ha causato ulteriori disagi ai cittadini. Ma l’interpretazione della norma non è così stringente. A sottolinearlo è Il Tirreno che ha anche spiegato come i sindaci della Versilia, territorio situato nella Toscana nord-occidentale, hanno dato il via libera agli spostamenti in cerca dell’occasione alimentare. E questo pur essendo la Regione in “zona rossa”.

“Interpretando il dettato della norma, gli amministratori ritengono che determinate e limitate categorie di cittadini possano autocertificare la necessità di rivolgersi per gli acquisti di beni di prima necessità a negozi del canale discount non presenti sul territorio del proprio comune ove sia possibile beneficiare di prezzi mediamente più bassi rispetto a quelli praticati nei supermercati o nei negozi tradizionali del proprio Comune”, hanno affermato i primi cittadini che ieri si sono riuniti per discutere di diverse tematiche legate al passaggio della Toscana nella “zona rossa”.

I sindaci hanno sottolineato che si tratta di una interpretazione suffragata dalle “faq” (le Frequently asked questions, ndr) del ministero dell’Interno “che intende dare risposta alle esigenze di precise fasce della popolazione in oggettivo e comprovato stato di necessità economica”. Sul sito governativo si spiega che per la “zona rossa” gli spostamenti verso comuni diversi da quello in cui si abita sono vietati, salvo che per specifiche esigenze o necessità. Ed ecco il punto-chiave. “Fare la spesa rientra sempre fra le cause giustificative degli spostamenti. Laddove quindi il proprio comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati”.

La possibilità di spostamento permetterà, quindi, ai cittadini di risparmiare un po’ di denaro. Nell’attesa degli aiuti governativi è sempre meglio di niente.