La sentenza: “Niente foto dei figli minorenni sui social

Mantova, la sentenza: “Niente foto dei figli minorenni sui social se uno dei genitori non è d’accordo”

Si può chiedere e ottenere dal giudice di inibire la pubblicazione delle immagini e di far rimuovere quelle già diffuse

Non si possono pubblicare le foto dei figli minorenni sui social se uno dei genitori non è d’accordo. È la sentenza del Tribunale di Mantova depositata lo scorso 19 settembre. Uno dei genitori può chiedere e ottenere dal giudice di inibire la pubblicazione delle immagini e di far cancellare quelle già pubblicate. “L’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi – ha spiegato il giudice – in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini dopo averli visti più volte in foto online”.

Il caso – La vicenda all’esame del Tribunale è quella di una coppia separata con due figli molto piccoli (tre anni e mezzo, e un anno e mezzo), affidati alla madre. Quest’ultima si era impegnata a non pubblicare le foto dei bimbi sui social e a rimuovere quelle già online. Tuttavia, non lo ha fatto: ha cancellato quelle pubblicate in precedenza, ma poi ne ha postate delle altre. Così l’ex marito ha deciso di fare ricorso.

La sentenza – Il Tribunale ha stabilito che la madre ha torto: il suo comportamento non solo contravviene ad un accordo col padre, ma viola il diritto all’immagine e alla riservatezza dei bambini, e anche la convenzione di New York sui diritti del fanciullo.

Un ulteriore pericolo legato alla pubblicazione sui social di foto di minori – oltre alla diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone – è quello costituito dalla “condotta di soggetti che ‘taggano’ le foto online dei minori e, con procedimenti di fotomontaggio, ne traggono materiale pedopornografico da far
circolare fra gli interessati, come ripetutamente evidenziato dagli organi di polizia”.

6 novembre 2017