“La quarantena non è malattia”. Ecco cosa stabilisce l’Inps
Il lavoratore avrà diritto alla copertura Inps solo in casi come una malattia conclamata. In altre situazioni, decise dalle autorità amministrative, addio tutela
Michele Di Lollo – Dom, 11/10/2020
“La quarantena non è malattia”, a parlare è l’Inps. Una stretta che segna un limite rispetto a quanto stabilito dal decreto Cura Italia (varato dal governo nei mesi di lockdown) che invece equiparava proprio la quarantena alla malattia.
I cittadini sono avvisati. In caso di isolamento domiciliare, dunque, è bene ricordare questa norma. Già, perché in caso di nuovi lockdown per emergenza Covid che impediscano alle persone di svolgere la propria attività, l’isolamento domiciliare non sarà automaticamente equiparato allo status di malattia.
L’Inps è chiaro quando spiega che “in tutti i casi di ordinanze o provvedimenti di autorità amministrative che di fatto impediscano alle persone di svolgere la propria attività lavorativa non si procederà con il riconoscimento della tutela della quarantena con la malattia”. Un esempio lampante potrebbe essere quello di un lavoratore che viene a contatto con soggetti positivi al coronavirus. In questo caso è l’autorità sanitaria a decidere tramite un provvedimento la quarantena del soggetto che, dunque, si vede riconosciuta regolarmente la tutela della malattia durante quarantena. Quando invece è un comune o una regione a decretare la quarantena, non si ha diritto al trattamento. Quindi se è un’autorità sanitaria a prevederlo si ha diritto alla copertura, altrimenti no.
Per quanto riguarda i lavoratori fragili, scrive il Corriere della Sera, la quarantena non configura un’incapacità temporanea al lavoro. Non è dunque possibile ricorrere alla tutela previdenziale nei casi in cui il lavoratore sia bloccato in casa. Sono i casi in cui il soggetto continui a svolgere, sulla base degli accordi con il proprio datore di lavoro, l’attività lavorativa presso il proprio domicilio, nei modi alternativi alla presenza in ufficio già previsti. Il cosiddetto smart working. In caso di malattia conclamata, con il lavoratore temporaneamente incapace al lavoro, spiega ancora l’Inps, viene assicurato invece “il diritto ad accedere alla corrispondente prestazione previdenziale”
Può accadere che il lavoratore si trovi fuori dai confini italiani. Trovarsi in quarantena all’estero non può essere un problema previdenziale dell’Inps. L’Istituto infatti ha precisato che una quarantena fuori dall’Italia e per richiesta del Paese di destinazione esclude l’accesso alla tutela per malattia.
Infine, un altro caso su cui l’Inps si esprime chiaramente. Il lavoratore che è in cassa integrazione non può chiedere la tutela della malattia anche se dovesse essere ricoverato in ospedale. L’Inps spiega questo ricordando che c’è una prevalenza del trattamento di integrazione salariale sull’indennità di malattia. Ecco, nel particolare, le situazioni in cui il lavoratore non è coperto dall’Istituto di previdenza. Non c’è Covid che tenga. Quando la persona occupata è in quarantena può accedere alla copertura della malattia solo in determinati casi (quelli stabiliti da medici o Asl per esempio). Per tutti gli altri lo Stato fa spallucce.