Il “pranzo della nonna” fa male: “Ecco perché cambiare pasto”
Lo studio della London School of Economics spiega: oggi non possiamo più mangiare come facevano i nostri nonni. Troppe calorie
Claudio Cartaldo – Mer, 28/12/2016
Alla London School of Economics ne sono certi: il pranzo della nonna fa male.
Anzi, rischia di ucciderti. Diversi scienziati di livello ci hanno fatto studi approfonditi per decretare che i cibi consumati secondo la cucina tradizionale erano adatti solo per lo stile di vita di 30-40-50 anni fa. Oggi non più e possono essere pericolosi.
Troppe calorie, questo il problema. Negli ultimi anni, soprattutto in Occidente, l’uomo si è seduto. Nel senso che di attività fisica ne fa sempre di meno, visto che la maggioranza dei lavori prevede la sedentarietà. E così pensare di lavorare in ufficio e mangiare lo stesso a pranzo la peperonata della nonna risulta un controsenso. Pericoloso. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Food Policy” e i dati raccolti riguardano 26 paesi, tra cui l’Italia. Il periodo analizzato va dal 1989 al 2005. L’evidenza cui i ricercatori si sono trovati di fronte riguarda la correlazione tra obesità e globalizzazione. Più il mondo diventa interconnesso, più si ingrassa. Nel senso fisico del termine: vita meno sana, più grassi, più ciccia. L’equazione è semplice.
A questo si aggiunge un particolare: se una volta mamme e nonne consigliavano un tipo di alimentazione, certe che fosse quella giusta, oggi non è più così. I pasti “di una volta” ora contengono troppi grassi per la vita che facciamo. Addio lasagne super condite, ragù colmi di olio e via dicendo. “Generalmente – ha spiegato il dottor Joan Costa-Font – la vita nel nostro secolo prevede un lavoro sedentario e tre o quattro pasti al giorno, questo comporta un eccesso nell’assunzione di calorie”. Poi aggiunge: “Stiamo ancora mangiando come mangiavano i nostri genitori, o anche di più, ma non ci muoviamo come facevano loro. Un tempo le persone dovevano spostarsi per vedersi faccia a faccia, oggi saltiamo in macchina, prendiamo il bus o la metropolitana pur di non camminare”.