Parenti, conoscenti e amici: le regole da tenere in casa
La linea Stasi non passa ma il governo detta comunque le condizioni da osservare dentro le proprie mura domestiche
Valentina Dardari – Mar, 13/10/2020
Dietrofront del governo sull’idea di impedire di ricevere ospiti nelle propria abitazione privata. “Viene fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi di numero superiore a 6” si legge nel nuovo Dpcm.
Passata quindi la linea del Quirinale e del premier Giuseppe Conte, fin dall’inizio contrari a proibire completamente le feste private in casa, si è optato per un suggerimento, una raccomandazione alla popolazione.
Non un divieto ma un suggerimento
Anche perché l’idea, portata avanti dai ministri Roberto Speranza e Dario Franceschini, che le forze dell’ordine potessero entrare nelle case e controllare i documenti di chi era presente non era proprio piaciuta e aveva anzi alzato notevoli polemiche. Nessun divieto quindi e nessun controllo da un momento all’altro. Stesso discorso per l’uso della mascherina in casa. Anche in questo caso “è fortemente raccomandato l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi”. Sta poi alle singole persone usarli o meno. Mentre, “le feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose possono svolgersi con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti”. Infatti, come ha fatto notare il Quirinale, nel Dpcm del 7 ottobre si parlava di un inasprimento delle norme per quanto riguardava i luoghi pubblici, ma nulla su quelli privati.
La linea morbida è stata seguita anche per cercare di sopperire a quanto aveva dichiarato il ministro della Salute ospite domenica scorsa nella trasmissione di Fabio Fazio. Speranza aveva infatti annunciato di aver chiesto il veto per le feste private, affidandosi al controllo sul territorio attuato dai cittadini, chiamati al ruolo di spie da parte dell’esecutivo. Ovviamente le sue parole avevano immediatamente scatenato la fantasia e l’ironia sui social. E anche tra la maggioranza avevano creato qualche perplessità. Cambiamenti anche per quanto concerne i tempi della quarantena e quelli dell’isolamento fiduciario. La quarantena obbligatoria sarà adesso di 10 giorni, riducendosi così di cinque giorni rispetto alla precedente. Un solo tampone con esito negativo basterà per decretare la fine dell’isolamento.
Smart-working e scuole: la line adel governo
Per ridurre la presenza del pendolari sui bus serve “incentivare lo smart working e differenziare gli orari delle scuole”. Così, a nome dell’Anci, si era espresso il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante i lavori della cabina di regia con il governo sui nuovi provvedimenti da prendere per arginare la diffusione del virus e l’aumento dei casi. Il Cts aveva suggerito all’esecutivo di portare al 50-70% la quota di lavoro a distanza, anche in questo caso invece il governo ha preferito limitarsi a una raccomandazione: ovvero, che le attività professionali siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, dall’abitazione o comunque in modalità a distanza. Per quanto riguarda le scuole, alcuni sindaci e governatori avevano avanzato l’ipotesi di lasciare a casa gli studenti delle superiori, che avrebbero seguito le lezioni tramite la didattica a distanza, in modo da decongestionare i mezzi pubblici. Idea subito bocciata dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che ha ricordato come le scuole italiane abbiano i numeri di contagi più bassi d’Europa.