Ecco il documento unico per le auto: a cosa serve e come funziona
Il Carroccio chiede di procrastinare l’obbligo delle nuove procedure telematiche e dell’entrata in vigore del Du: “Dare una boccata di ossigeno a un settore che in questi mesi è già stato fortemente penalizzato”
Federico Garau – Ven, 05/06/2020
Entrato in vigore a partire dal 1 giugno 2020, il Documento unico di circolazione e di proprietà (Du) sta già iniziando a creare più di qualche malumore tra gli addetti ai lavori, che chiedono di posticipare la data dell’obbligo di adeguarsi alle nuove direttive.
Con il documento in questione trova una piena applicazione quanto determinato con il Decreto legislativo n.98/2017, nel quale si faceva riferimento alla razionalizzazione “dei processi di gestione, dei dati di circolazione e di proprietà di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi, finalizzata al rilascio di un documento unico, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera d), della legge 7 agosto 2015, n. 124”. In parole povere, dunque, un provvedimento nato con lo scopo, almeno in apparenza, di semplificare la documentazione necessaria alla circolazione dei mezzi su strada.
All’interno del Documento unico, infatti, è prevista l’inclusione del libretto di circolazione, rilasciato dalla Motorizzazione civile, ed il certificato di proprietà del veicolo, emesso invece dal Pubblico registro automobilistico (Pra). Una pratica nuova, questa, che potrebbe portare dei benefici nelle tasche degli automobilisti. Si fa riferimento ad un risparmio di circa 39 euro, dato che non sarà più necessaria l’applicazione di due bolli (32 euro in tutto) e si registrerà una diminuzione delle tariffe previste dal Pra per le operazioni di iscrizione e trascrizione del veicolo.
Cosa comporta invece per gli addetti ai lavori l’adozione del Documento unico da un punto di vista pratico? Certamente l’obbligo, a partire ovviamente dal 1 giugno 2020, di adottare delle nuove procedure telematiche per tutte le operazioni relative alla storia del veicolo, a partire dalle immatricolazioni, fino ad arrivare ai passaggi di proprietà, alle minivolture ed alla radiazione per esportazione o per demolizione.
Ovviamente, l’emissione del Du viene effettuata solo a partire dalla prima operazione effettuata successivamente alla data di entrata in vigore dello stesso. Ciò significa che la vecchia documentazione resta in vigore fino al momento in cui non verranno apportate delle modifiche, con una sostituzione, quindi, progressiva. Dopo il passaggio al Du, tutti i certificati precedenti saranno distrutti, ad eccezione di quelli relativi ai veicoli di interesse storico.
Tutto il caos relativo alle nuove pratiche, visto anche il lungo periodo di inattività degli addetti ai lavori, impreparati a gestire il cambio repentino, sta creando delle reazioni anche in ambito politico. La Lega, ad esempio, ha chiesto ufficialmente con un emendamento al Dl Rilancio di procrastinare la data di entrata in vigore del Du, almeno fino al prossimo 2021.
“Abbiamo raccolto il grido dell’allarme delle associazioni di categoria che, pur avendo condiviso quanto previsto dal dettato normativo, chiedono una sospensione dell’obbligatorietà, partita il primo giugno, per consentire di superare le criticità che oggi impediscono a tutti gli studi di consulenza, già fortemente colpiti a causa dell’emergenza Covid, di poter lavorare per ragioni legate a diversi problemi del sistema”, si legge nel comunicato del Carroccio riportato da AdnKronos. “Ci auguriamo che questa piccola richiesta di buon senso possa essere approvata per dare una boccata di ossigeno a un settore che in questi mesi è già stato fortemente penalizzato”.
https://www.ilgiornale.it/news/politica/documento-unico-circolazione-disagi-lega-posticipare-2021-1868106.html