Dieci giorni di telefono gratis per risarcire i consumatori
L’offerta del Garante alle compagnie telefoniche può sbloccare lo stallo giudiziario dopo il ricorso al Tar
Maddalena Camera – Gio, 15/03/2018 –
Bollette telefoniche a 45 giorni invece che mensili. Un sogno? No, realtà. Perché è questa la proposta fatta dall’Agcom, ossia dall’Autorità per le telecomunicazioni alle compagnie di tlc per rimborsare gli utenti che hanno pagato, per un lungo periodo, bollette telefoniche a 28 giorni.
L’obiettivo dell’Agcom è di non rimandare il rimborso promesso ai clienti, bloccato da un ricorso al Tar che esaminerà la pratica solo il prossimo novembre. E quindi, per questo lungo periodo, molti utenti non avrebbero cambiato gestore per paura di perdere quanto promesso.
Il meccanismo dello sconto, secondo l’autorità, rappresenta una soluzione facile e immediata. I clienti vedrebbero subito il vantaggio e le compagnie non devono fare calcoli complessi sull’effetto dei rimborsi. Il calcolo dei giorni da scontare parte solo dal 23 giugno 2017 e non da quanto i gestori hanno effettivamente cominciato a sfornare bollette a 28 giorni, alcuni fin dal 2015. La data infatti è quella in cui l’Agcom ha diffidato gli operatori dal proseguire con le bollette a 28 giorni.
Lo sconto partirebbe dalla prima fattura utile, quella di aprile. Il conto è facile e l’Agcom spiega come fare. Se dal 23 di giugno le compagnie telefoniche si fossero adeguate al ciclo mensile, le bollette avrebbero dovuto coprire fino al 22 luglio. Invece, con il sistema a 28 giorni, si sono fermate al 20 del mese. «Con una erosione pari a 2 giorni», scrive l’Agcom. Per agosto, le bollette mensili avrebbero avuto una decorrenza dal 23 luglio al 22 agosto. Ma con il sistema a quattro settimane, hanno coperto i giorni dal 21 luglio al 17 agosto.
«Con una erosione di 3 giorni – ha spiegato l’Autorità – sul singolo ciclo di fatturazione e di 5 sul totale dei due cicli di fatturazione».
Insomma, basta fare due conti per capire quale il sarà il totale dei giorni da scontare.
In sostanza, il diktat alle compagnie è di posticipare il periodo di calcolo della prossima bolletta utile (quella di aprile o maggio al massimo), sottraendo un numero di giorni pari a quelli erosi, mese dopo mese, con il sistema a quattro settimane. Secondo l’esempio dell’Agcom se si prende la bolletta di aprile, ponendo che la somma dei giorni da scontare arrivi a 15, la fattura, invece di partire dal primo aprile al 30 aprile, dovrà scattare dal 16 aprile e arrivare al 15 maggio. Niente bolletta per quindici giorni, perché, a causa del sistema a 28 giorni, i clienti li hanno già pagati.
Venendo dall’Agcom comunque non si tratta di un «consiglio» amichevole o meno ma di un provvedimento che ora i gestori dovranno decidere se rispettare o impugnare. Del resto il braccio di ferro tra operatori e Autorità su questa vicenda dura ormai da mesi a colpi di multe e provvedimenti. Alla fine le bollette, dal 5 aprile, torneranno per tutti mensili ma sui rimborsi gli operatori hanno puntato i piedi. Dalla parte di Agcom ci sono anche le associazioni dei consumatori che chiedono anche di fermare gli aumenti tariffari che ci saranno (8,6%) portando le bollette da 28 giorni a un mese.