Conto corrente-I 3 errori da non commettere

I 3 errori da non commettere mai con i soldi sul conto corrente

Molti non lo sanno, ma sono numerosi i piccoli costi legati al conto corrente: dai prelievi alle clausole, ecco le “trappole” da evitare e da tenere sempre sott’occhio
Alessandro Ferro – Gio, 19/11/2020

Si va sempre di più verso l’uso della moneta elettronica a discapito dei contanti. È per questo motivo che bisogna tenere d’occhio, sempre, il proprio conto corrente, per evitare brutte sorprese.

Molti cittadini non sanno che alcune operazioni possono essere piuttosto costose. Ecco quali.
Occhio al prelievo

Iniziamo con il dire che il normale prelievo dei contanti, se non effettuato presso lo sportello della propria banca, può avere costi che nel corso del tempo diventano decine, se non centinaia, di euro di commissioni. La strada da seguire è sempre quella del prelievo dagli sportelli Atm (Automatici) nella filiale bancaria di cui si è clienti. Se si “sbaglia”, questa semplice operazione può arrivare a costare anche 2 euro per ogni operazione che, moltiplicato per 4 prelievi (ipotizzandone uno a settimana) al mese diventano 8 euro che, moltiplicati per 12 mesi, diventano praticamente 100 euro l’anno soltanto di commissioni.
La “trappola” degli sportelli

Un altro “trucco” è quello di non effettuare pagamenti allo sportello bancario per effettuare bonifici, pagare bollette o chiedere un estratto conto, perché il tutto può arrivare a costare moltissimo in commissioni aggiuntive, anche qui si parla di circa 100 euro, se non di più, l’anno. Per evitare questo salasso inutile, il consiglio è l’home banking.

Meglio non farsi caricare di commissioni inutili che alla fine dell’anno possono superare i 100 euro. E’ bene effettuare tutte le operazioni di pagamento on-line tramite l’home banking. In questo modo, per bonifici, bollette, e l’acquisto di titoli si può risparmiare quanto non si risparmia recandosi allo sportello. Ed è di gran lunga più comodo. Attenzione, però: i pagamenti online possono trasformarsi in un boomerang disastroso se non si pone la massima attenzione alle truffe operate dagli hacker informatici. Mai fidarsi di sms oppure aprire strani link ad improbabili mail che invia la banca. La banca, normalmente, non invia mail ma telefona e convoca direttamente in filiale. Quindi, massima attenzione alle truffe “mascherate”.

Mai con il conto in “rosso”. Pochi forse lo sanno ma oltre al danno c’è anche la beffa: quando il conto corrente va sotto la soglia dello zero, si attivano numerosi costi di interesse rispetto a quelli che normalmente si pagano chiedendo un prestito alla banca. In questo caso, costerà di meno.
Altre spese “indigeste”

Ma le “sorprese” non sono mica finite qui: molti non sanno che un pagamento insidioso è la cosiddetta imposta di bollo sul conto corrente. Per non rischiare di pagare questa tassa, la giacenza media dovrebbe essere inferiore ai 5mila euro annui.

Come si legge su proiezionidiborsa, per il calcolo dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) e per farsi rilasciare la documentazione, il contribuente deve indicare sia il saldo del conto che la giacenza media, che è l’importo medio delle somme a credito detenute in un anno sul conto corrente dal cliente della banca. In pratica, è la media dei soldi che si sono mantenuti sul conto in un anno.

L’imposta di bollo. Per calcolarla, si prendono gli importi medi giornalieri depositati sul conto nell’arco di anno. Dopodicé, si moltiplicano tutte le giacenze giornaliere per i giorni per cui sono rimasti identici, si sommano tutti gli importi ottenuti e la cifra finale si divide per 365. In questo modo si ottiene la giacenza media giornaliera. Ecco perché bisogna tenere sotto controllo questo dato, per evitare di pagarci le tasse.

Ma non saremo noi a fare questi calcoli, ci pensa la banca e la indica nell’estratto conto. L’imposta di bollo, quindi, sarà applicata su conti che nell’anno (o nel trimestre o semestre precedenti) hanno avuto una giacenza media superiore a 5mila euro. Infatti, se sul conto si dispone di una cifra maggiore, l’imposta di bollo non necessariamente andrà pagata: l’importante è che per quel periodo, la giacenza media sia inferiore.

I costi “nascosti”

Come si legge sul sito della Banca d’Italia, un’indagine sui costi annui dei conti correnti sottolinea come, negli ultimi anni, la spesa per la gestione di un conto “standard” sia aumentata del 6,5% con un costo ancor maggiore se si analizzano gli ultimi tre mesi: +3,7%. Le maggiori segnalazioni all’Unione Nazionale Consumatori riguardano alcune spese che non erano state annunciate al momento dell’apertura e che il cittadino si ritrova a dover affrontare.

Per evitare sorprese, sarebbe buona abitudine controllare l’Indicatore Sintetico di Costo (ISC) che viene comunicato nell’informativa periodica di fine anno e che offre una visione complessiva del costo totale di gestione del conto, comprese tutte le spese e le commissioni che sarebbero addebitate ad un cliente-tipo nel corso dell’anno, al netto degli interessi e delle commissioni su eventuali scoperti di conto corrente.

Tra queste figurano alcune clausole per le quali la gestione del conto potrebbe diventare eccessivamente onerosa, così come costi imporanti specialmente per chi fa molte operazioni o per chi ha un conto attivo da molto tempo con la stessa banca. Spesso, senza saper nulla, aumentano i costi del bancomat, del libretto degli assegni o della carta di credito: è bene controllate bene queste voci di spesa sull’estratto conto.

Le mani del Fisco sui risparmi. I controlli sul conto corrente

Infine, un’altra accortezza importante, riguardano i documenti del proprio conto, che è bene riceverli in formato elettronico e non via posta perché quest’ultimo tipo di spedizione ha un costo spesso “nascosto” che vi verrà addebitato.