Caro benzina, adesso indaga la procura

Caro benzina, adesso indaga la procura

14 Marzo 2022
L’impennata improvvisa del prezzo di gas, carburanti ed energia elettrica ha portato all’avvio di un procedimento di indagine

Federico Garau

Dopo i recenti e clamorosi aumenti dei costi di gas, carburanti ed energia elettrica, la procura della Repubblica di Roma ha deciso di dare avvio a un procedimento di indagine per fare luce sulla situazione e perseguire eventuali irregolarità.

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Al momento, stando a quanto riportato dalle principali agenzie di stampa, si tratterebbe di un fascicolo aperto senza indagati e senza specifiche ipotesi di reato. “L’indagine è volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabili”, spiegano infatti da piazzale Clodio in una nota ufficiale. Gli accertamenti del caso saranno ora affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma.

Il Codacons ha annunciato nelle scorse ore di voler presentare un esposto a ben 104 procure della Repubblica sul territorio nazionale, oltre che all’Autorità garante della concorrenza, con lo scopo di fare finalmente chiarezza sulle possibili speculazioni messe in atto ai danni dei consumatori e delle imprese. “In questi giorni i listini dei carburanti venduti presso i distributori sono letteralmente fuori controllo”, ha dichiarato a Repubblica il presidente Carlo Rienzi, “con la benzina che in modalità self viaggia verso i 2,3 euro al litro e costa in media il 39,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il gasolio sale addirittura del +51,3%”.

L’extra gettito

A denunciare l’attuale situazione anche il presidente del gruppo Tecno Giovanni Lombardi, secondo il quale il conflitto in atto in Ucraina non sarebbe sufficiente a motivare la recente e improvvisa impennata dei costi. “Si è avuta soprattutto negli ultimi giorni un’irragionevole speculazione da parte dei gestori dei distributori di carburanti”, affonda Lombardi, “inspiegabile anche considerando il fatto che il prezzo dei carburanti oggi in vendita è stato fissato almeno un mese fa, quando i costi erano decisamente più bassi”. “L’aumento dei prezzi dei carburanti genera un incremento del gettito fiscale, grazie all’applicazione dell’iva”, puntualizza il presidente di Tecno, “mentre il valore delle accise, infatti, è fisso, indipendentemente dai listini dei carburanti, l’ammontare derivante dall’iva cresce in proporzione all’aumento del prezzo”.

“Secondo il ministero della Transizione ecologica in gennaio sono stati consumati in media circa 73 milioni di litri al giorno di benzina e gasolio per auto. Ai prezzi attuali e a parità di consumi l’ammontare di gettito fiscale derivante dall’iva sarebbe pari a circa 30 milioni di euro a giorno, 7 milioni di euro in più rispetto a metà febbraio”, precisa Lombardi. Quindi cosa bisognerebbe fare con questo extra gettito? Quale sarebbe la maniera migliore di impiegarlo? Il presidente di Tecno non ha dubbi: “Lo Stato, a mio avviso, ha due possibilità: utilizzarlo per alleviare l’onere della bolletta energetica per famiglie e imprese, integrando la dotazione già impegnata finora”, oppure “sterilizzare l’iva sui carburanti per un periodo limitato, in modo da ridurre immediatamente il prezzo”.

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Le proteste

Stamani, dinanzi alla sede romana di Esso Italia, ha avuto luogo una manifestazione organizzata dall’Associazione di partite Iva Partitalia per protestare contro il caro carburanti. Partitalia chiede con forza all’esecutivo un deciso intervento contro ogni forma di speculazione e di aggiotaggio sul carburante. “È necessario che il governo azzeri immediatamente le accise sui carburanti necessari alle attività produttive, utilizzando l’extra-gettito che viene dall’Iva applicata ai carburanti”, propone l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, presente anch’egli alla manifestazione. Oltre ciò, “l’Agenzia delle Dogane deve fare un immediato controllo su tutti i depositi delle compagnie petrolifere e su tutti i contratti di acquisto del greggio, per stabilire quale rapporto reale ci sia tra gli aumenti alla pompa e quelli sul mercato internazionale influenzato dalla guerra in Ucraina”.

Non poteva mancare un richiamo al ministro Cingolani, anche alla luce delle parole da lui pronunciate nelle scorse ore. “Quando il ministro ci dirà quali sono le responsabilità delle compagnie petrolifere nei rincari del carburante? Di fronte a questi silenzi e questa inerzia non può non esplodere la protesta dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori e bene ha fatto Partitalia a manifestare davanti alla sede di una delle più importi compagnie petrolifere”, conclude Alemanno.

 

 

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/caro-carburanti-ora-indaga-procura-repubblica-2017771.html