Pensioni, scattano gli arretrati. Pronto assegno da 2.000 euro
L’incremento sull’assegno ammonta a circa 365 euro, passando da 286 a 651 euro. A questa cifra si aggiungono gli arretrati da 2.000 euro
Michele Di Lollo – Gio, 01/10/2020
Buone notizie sul fronte pensioni. Arrivano aumenti che faranno felice una particolare categoria di italiani: gli invalidi.
A partire dal mese di novembre, infatti, la pensione d’invalidità aumenterà di circa 360 euro. Si passerà dagli attuali 286,81euro ai 651,51euro (per 13 mensilità). Come si legge nella circolare Inps numero 107 del 23 settembre 2020, l’incremento decorre però dal 20 luglio 2020. Questo significa che per i mesi scorsi verranno riconosciuti gli arretrati ai pensionati aventi diritto. Per loro è in arrivo quindi un assegno una tantum di circa 2.000 euro (arretrati per gli ultimi giorni di luglio a cui si somma quanto non corrisposto ad agosto, settembre ed ottobre).
Un discorso a parte va fatto per i titolari della pensione d’inabilità di tipo previdenziale per i quali per far sì che l’aumento venga riconosciuto sarà necessaria la domanda. Nella circolare Inps si legge che questi dovranno fare domanda entro il 9 ottobre 2020 se vogliono che gli siano riconosciuti gli arretrati con decorrenza dal primo agosto 2020.
Nonostante la buona notizia, è utile ricordare che lo Stato anche in questo caso è in netto ritardo. Certo, verranno pagati gli arretrati, ma non è ancora chiaro quando verranno pagati gli assegni. Anche se, come abbiamo scritto, arriveranno probabilmente dal mese di novembre. Non c’è ancora la sicurezza su questo punto. I ritardi finora registrati sono dovuti in larga parte all’individuazione della platea dei beneficiari per i quali l’Istituto di previdenza ha dovuto elaborare apposite liste. Bisogna infatti tenere conto non solo dell’età degli invalidi da selezionare, ma anche dei limiti di reddito.
L’Inps, sempre nella circolare di cui parliamo (la 107/2020), fa sapere che gli aumenti riguardano solo gli invalidi al 100%, compresi ciechi e sordomuti, che hanno un’età compresa fra i 18 e 59 anni, esclusi in precedenza dalla normativa. Rimangono fuori gli invalidi civili parziali e gli invalidi civili totali con redditi superiori a una certa soglia. Per gli invalidi con età pari o superiore a 60 anni, gli aumenti sono già previsti dalla normativa vigente.
L’aumento della pensione di invalidità dipende da alcuni fattori. E, secondo l’Inps, sono necessari precisi requisiti reddituali. Innanzitutto, il beneficiario non coniugato deve possedere redditi propri non superiori a 469,63 euro al mese. Diversa la situazione per il beneficiario coniugato: deve vantare redditi propri di importo non superiore a 8.469,63 euro. E redditi cumulati con quello del coniuge di importo annuo non superiore a 14.447,42 euro.
Una buona notizia per un’ampia platea di italiani: gli invalidi. Per molto tempo, forse troppo, rimasti dimenticati dallo Stato. E che ora potranno beneficiare di un aiuto doveroso da parte del potere pubblico. Una vera e propria lezione di civiltà