Bollo auto

Bollo auto: ecco cosa succede se non si paga
28 Maggio 2021

Quanto costa e cosa può accadere se non si paga il tributo locale per il possesso di un veicolo
Stefano Damiano

Non è di certo tra le “tasse” preferite dagli italiani considerando che va pagata anche se la vettura non circola in strada. Il bollo auto, difatti, è un obbligo a cui tutti i proprietari devono adempiere per il solo fatto di avere l’automobile (circolante o meno) e se non si paga in tempo (o non si paga proprio) si può incorrere in sanzioni davvero onerose.

Vediamo di cosa si tratta
Cosa è il bollo auto

Si tratta di un tributo regionale, o meglio, una tassa sul possesso di un veicolo sia che si tratti di auto, furgone o moto che siano state immatricolate in Italia. A pagarlo sono tenuti anche colori i quali guidano un’auto con contratto a noleggio o in leasing. Gli importi pagati finiscono nelle casse della regione di residenza del proprietario.
Quando va pagato e quanto costa

Per le auto di nuova immatricolazione il bollo va pagato entro il mese di immatricolazione, dal secondo in poi entro l’ultimo giorno del mese successivo alla scadenza del precedente trascorsi 12 mesi; Ad esempio, se il primo bollo è stato pagato a maggio 2021, il secondo bollo andrà pagato entro l’ultimo giorno di giugno 2022.

Per quanto riguarda il costo, invece, occorre considerare alcune variabili:

Potenza motore (espressa in kW)
Classe ambientale veicolo
Regione di residenza

Per semplificare il calcolo, si può andare sul sito dell’ACI, selezionare la regione di residenza, la targa e tipo di veicolo per cui si deve pagare e il tipo di pagamento. Il bollo si può pagare sia fisicamente sia online. Ci sono delle auto esenti, le elettriche (solo per i primi 5 anni dall’immatricolazione) e, in modo diversificato tra le regioni, delle esenzioni ci sono anche per le ibride.

Sono esenti, inoltre, i veicoli d’epoca con più di 30 anni.
Cosa succede se non si paga

Dallo scadere del mese di tempo senza sanzioni aggiuntive avete un anno per mettervi in regola: si tratta in pratica del ravvedimento operoso, per cui la Regione chiede il versamento di una sovrattassa minima da aggiungere al totale per ritenersi in regola.

Nello specifico, il sovrapprezzo deve essere calcolato:

entro 14 giorni si ha lo 0,1% in più per ogni giorno di ritardo
da 15 a 30 giorni l’1,5% dell’importo originario più gli interessi di mora dello 0,2% per ogni giorno di ritardo
dal 31 a 90 giorni si arriva al +1,67% dell’importo originario oltre agli interessi di mora dello 0,2% per ogni giorno di ritardo
dal 91 a 1 anno si arriva al +3,75% dell’importo originario opiù interessi di mora dello 0,2% per ogni giorno di ritardo

Superato l’anno il costo complessivo aggiuntivo sarà del 30% dell’importo totale più l’1% per ogni semestre di ritardo. Qualora non venga regolarizzata la posizione potrebbe partire un accertamento dalla Regione entro 3 anni, prima di cadere in prescrizione dal 1° gennaio dell’anno successivo. Si riceverà un avviso di pagamento dell’Agenzia delle entrate che ha 2 anni di tempo per inviarlo. Nel momento in cui la cartella esattoriale inviata con raccomandata A/R viene notificata, il contribuente ritardatario avrà 60 giorni di tempo per pagare, pena l’esecuzione forzata contro il debitore, come il pignoramento del conto corrente e il blocco del veicolo (fermo amministrativo).

Se non si paga il bollo per 3 anni di seguito si rischia, inoltre, la cancellazione d’ufficio del veicolo dagli archivi del PRA nella Regione di appartenenza e qualora si decidesse di circolare nonostante le restrizioni si arriva sino al sequestro del veicolo con una multa da 419 a 1682 euro e la confisca del mezzo.