Bad bank: cosa sono e come funzionano?
Quando sentono parlare di salvataggi (di compagnie, banche, aziende in fallimento), gli italiani tornano magicamente al periodo delle fiabe: l’unica differenza è che a risolvere i problemi degli adulti, paradossalmente, sono proprio i personaggi cattivi, bad bank e bad company in testa.
Stesso copione per la recente vicenda delle banche locali: la creazione di una bad bank toglie i problemi di mezzo. Ma cosa sono e come funzioneranno queste “banche cattive”?
Identikit di una “banca cattiva”
Per “banca cattiva”, traduzione letterale del termine inglese “bad bank”, ci si riferisce a un istituto bancario creato ad hoc per riversarvi i cosiddetti crediti tossici e le sofferenze, ovvero tutto ciò che gli istituti hanno accumulato negli anni senza riuscire a trasformare nuovamente in liquidità.
Obiettivo dell’operazione, naturalmente, è recuperare almeno in parte i crediti vantati (magari trasformandoli in bond, cioè titoli obbligazionari collocati sul mercato). In una parola, l’operazione è la seguente: la banca in sofferenza si libera dei crediti non riscossi e delle situazioni di sofferenza, spostandoli sul mercato.
Bad bank in Italia: cosa cambia per i clienti delle banche
Al di là dei tecnicismi di questa operazione, cosa devono temere i clienti della banca interessata? Nulla. Per la clientela delle banche non cambierà niente nella vita quotidiana, se non la possibilità di investimento nei nuovi bond generati dalla bad bank. Obbligazioni simili ad analoghi strumenti finanziari già sul mercato, e come questi ultimi portatori di rischi specifici, da valutare prima dell’acquisto.
Ma tale operazione può essere ripetuta all’infinito e sempre a carico dello Stato? No. La creazione di bad bank non può avvenire in maniera indiscriminata. Lo ha recentemente precisato lo stesso ministro dell’economia Padoan: lo Stato si farà garante solo per una parte dei crediti che andranno ad alimentare le bad bank (le cosiddette tranche senior delle cartolarizzazioni).
La presenza di garanzie statali, inoltre, non avrà impatto “indiretto” sui semplici cittadini: il deficit e il debito pubblico, in poche parole, non ne usciranno appesantiti.
Per quanto riguarda invece il prezzo della garanzia fornita dallo Stato, esso dovrà essere conforme ai prezzi applicati dal mercato, come imposto dall’unione Europea, così da non configurarsi come aiuto di stato.
Per i dettagli relativi alle norme che regolamenteranno la creazione delle bad bank e le modalità di recupero dei crediti in sofferenza, serve aspettare i dettagli del testo allo studio del consiglio dei ministri. C’è già grande fermento per le altre misure, ivi presenti, relative alla riforma del credito cooperativo, tema di stretta attualità per lo scenario bancario di casa nostra.