Assegno unico

Assegno unico: ecco chi ne ha diritto e come funziona

31 Maggio 2023
Riconteggi Inps sull’assegno unico: erogazioni per oltre mezzo milione di nuclei famigliari con figli, mentre 378mila dovranno restituire mediamente 41 euro a testa. Complessivamente lo Stato distribuirà oltre 140 milioni di euro extra

Andrea Muratore

 “Riconteggi dell’Inps sull’assegno unico ecco cosa cambia”

Assegno unico più pesante nelle erogazioni di maggio per molti, detrazioni e restituzioni dell’importo per un’altra quota di famiglie: a causa del riconteggio dell’Inps delle risorse a disposizione l’assegno erogato per favorire il mantenimento dei figli minori di 21 anni, la geografia dei riceventi sarà modificata. Oltre mezzo milione di nuclei famigliari, 512mila per la precisione, assieme all’erogazione dell’assegno unico di maggio riceverà un conguaglio medio di 272 euro.

A seguito dei calcoli sulle erogazioni del 2022, primo anno di validità dell’assegno unico introdotto dal governo Draghi per uniformare i bonus per i figli del welfare italiano, sono state corrette le asimmetrie di vario tipo della misura. In particolare, sono state calcolate le modifiche di status delle famiglie, analizzate le modifiche di status connesse a nuove nascite e messe a bilancio le risorse effettivamente libere dallo scorso esercizio fiscale. Lasciando dunque a disposizione oltre 140 milioni di euro che saranno erogati alle famiglie.

Un valore di risorse pari a 15 milioni di euro sarà invece restituito da 378mila famiglie che dovranno per i medesimi calcoli ridare allo Stato mediamente 41 euro l’una. Questo è dovuto al fatto che molte domande non sono più state rinnovate, alcune famiglie hanno ricevuto per l’intera annualità l’importo dovuto a figli che hanno passato il ventunesimo anno d’età o sono state consegnate domande errate nella forma e poi accettate.

La quota di risorse che confluirà verso i cittadini, nel complesso, dopo i ricalcoli Inps sarà più alta di quella che sarà sottratta. E se da un lato i cittadini che dovranno restituire l’assegno unico lo faranno in misura di una rata paragonabile a meno di una sola mensilità della quota minima erogabile alle famiglie con Isee più alto, mentre coloro che saranno beneficiari riceveranno una vera e propria “tredicesima” in media superiore alla rata massimale.

Una scelta cautelativa, quella dell’Inps, dovuta anche alla natura relativamente ridotta delle cifre in ballo rispetto al costo della misura. Il Messaggero ricorda che “nel 2022 l’assegno unico per i figli è costato allo Stato circa 13 miliardi, coinvolgendo nel primo trimestre del 2023 4,4 miliardi per 9,4 milioni di figli”. Le somme quest’anno, nota Il Messaggero, “sono state indicizzate all’inflazione, al pari delle soglie Isee a partire dalle quali si determina la cifra da corrispondere agli aventi diritto. Oggi l’importo medio per figlio parte da 54 euro per chi non presenta Isee o supera la soglia massima (pari a 43.240 euro) e arriva a 215 euro per la classe di Isee minima”.

La misura è uno degli obiettivi di sostegno alla famiglia e alla natalità che il governo Meloni intende potenziare. In linea con la volontà di promuovere una generalizzata spinta alla natalità propria di Giorgia Meloni e del suo esecutivo, il Governo ha in programma di aumentare l’assegno unico universale verso l’obiettivo di una crescita del 50% a fine legislatura rispetto alla prima erogazione. Tra accorgimenti vari e riequilibri, l’obiettivo di governo e Inps sarà ridurre al minimo, negli anni a venire, necessità di riequilibri e riconteggi ex post. Comprensibili all’inizio dell’applicazione di una nuova misura ma che ci si aspetta saranno gradualmente ridotti negli anni a venire.

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