Assegno reddito di cittadinanza: cosa cambia nel 2022
21 Novembre 2021
Nel 2022 entrerà in funzione l’assegno unico per i figli minorenni e maggiorenni fino a 21 anni, e continuerà a restare attivo il reddito di cittadinanza. Cosa accadrà il prossimo anno
Federico Garau
Erogazione del reddito di cittadinanza ed introduzione del pagamento dell’assegno unico, sono previsti dei cambiamenti per l’ormai prossimo 2022. In particolare, come anticipato, la seconda misura, dedicata a figli minorenni e maggiorenni, diventerà finalmente strutturale e non più temporeanea. Dal contributo Inps elargito come misura straordinaria, si passerà dunque al reale assegno unico ed universale per il figli fino a 21 anni di età: il governo Draghi avrebbe infatti stanziato per il prossimo anno circa 6 miliardi di euro. Il denaro sarà versato a seconda dei requisiti delle famiglie e, nei piani dell’esecutivo, andrà a sostenere le nascite e la genitorialità.
Parte l’assegno unico: ossigeno ai redditi bassi e beffa per il ceto medio
Per il prossimo anno non sono previsti invece sostanziali cambiamenti per quanto riguarda l’accredito del reddito di cittadinanza, e con esso anche l’assegno unico collegato. Le operazioni si svolgerano come sono andate avanti fino ad ora: i beneficiari del reddito, ad esempio, continueranno a ricevere tramire pagamento d’ufficio da parte dell’Inps la cifra che spetta loro, e con essa anche il contributo per i figli, che andrà sulla carta PostePay.
Anche per l’anno 2022, inoltre, per i percettori del reddito, che sino ad ora hanno ricevuto l’assegno temporaneo Inps per i soli figli minorenni, l’assegno unico non sarà completamente riconosciuto, ma verrà decurtato. La motivazione è da trovarsi nella quota del reddito di cittadinanza già destinata ai figli.
La misura prevista per le famiglie con figli, in ogni caso, andrà a comprendere una più grande platea di beneficiari: a poter richiedere l’assegno, non saranno solo i genitori di figli maggiorenni, ma anche coloro che hanno figli di età maggiore ai 18 anni, fino ai 21. Il provvedimento, inoltre, riguarderà anche le famiglie di extracomunitari, purché questi possano dimostrare di avere almeno 2 anni di residenza in Italia. Necessaria anche l’attestazione del permesso di lavoro, o del permesso di soggiorno.
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