Il borgo fantasma e altre storie di briganti
Se ancora fosse in vita il grande Fernand Braudel sarebbe entusiasta di ciò che stiamo per raccontare. Braudel fu un illustre storico francese, dove la definizione di storico gli sta alquanto stretta visto che inventò un modo completamente rivoluzionario di “fare” storia e soprattutto di raccontarla. Braudel amava i popoli, le loro vicissitudini, i mestieri, le transumanze, le realtà geopolitiche e sociologiche, e non accettava che la Storia, quella vera, cadesse nelle grinfie di chi raccontava delle gesta degli imperatori, delle date, delle guerre o dei matrimoni tra le stirpi per la non marcescenza della sovranità. E allora, sulla scia di un fare la Storia alla maniera di Braudel, ci chiediamo in quanti nella provincia di Frosinone sappiano che in Ciociaria esistono dei bellissimi borghi abbandonati. Ve ne sono diversi in realtà, e scoprirli non è facile, come è altrettanto difficile trovare notizie storiche sulla vita di quei borghi che, in un’epoca non troppo lontana del secolo scorso, furono spesso culla di bizzarre popolazioni se non addirittura di illustri personaggi della storia. Nell’ambito del progetto Gusto Trek, l’associazione della Compagnia dei viandanti, impegnata da sempre nella ricerca di luoghi e personaggi da scoprire, invita ad una domenica in un suggestivo borgo abbandonato e a camminare sulle tracce di un noto brigante ciociaro: il borgo fantasma di Cortignale e l’antica dimora del brigante Joseph Tata.
Cortignale è appunto un borgo abbandonato di Alvito, in provincia di Frosinone, situato ad un’altezza di 820 metri s.l.m. Il suo nome in dialetto, Curtegnale, deriva da Curtis reale, ovvero la corte reale e residenza estiva dei Gallio, signori di Alvito. I Gallio infatti trascorrevano le calde giornate estive presso Cortignale dove potevano trovare refrigerio. Nel 1800 fu il luogo di nascita di Peppe Tata alias Jeseppe Joseph Tata, un pastore garzone possidente nonché brigante di Alvito.
Il borgo fu abitato fino agli inizi del 1900 poi gradualmente abbandonato a causa del fenomeno di emigrazioni e spostamenti interni, molti infatti scesero nel comune limitrofo di Sant’Onofrio, probabilmente perché più vicino alla più popolosa Alvito. L’ultimo ad abbandonare il borgo lo fece nel 1955 e le case divennero ricovero per pecore nei mesi estivi fino alla metà degli anni ’70. Questo borgo e il suo spegnersi sono la testimonianza del dato storico e sociologico che tra i secoli XIX° e XX° le popolazioni andarono via via a lasciare i borghi più periferici per occupare le città centrali più popolose e ricche di opportunità lavorative. Tra otto e novecento il lavoro cambiava, la società rurale e pastorale fu costretta a trasformarsi insieme alle condizioni che dettavano i grandi centri urbani, il tutto a danno di antichi mestieri, di centenarie realtà etniche, e purtroppo a discapito della vera ricchezza di un popolo: la propria storia socio-antropologica.
Domenica 21 gennaio 2018 ci sarà la visita al borgo di Cortignale e della Cappudine, degustazione di polenta e prodotti tipici ciociari (pecorino di Picinisco, vino della Val Comino, miele e polenta). Il tutto allietato dai racconti sul brigante, musiche popolari con organetto e balli tipici ciociari.
Andare a piedi è fare parte della storia e solo a piedi si scopre la vera storia dei luoghi.
Per info e dettagli:
www.compagniadeiviandanti.com