Arpino (FR) quei sentieri tra storia e natura tutti da scoprire.
Di Alex Vigliani
Se vuoi scoprire un posto, quindi le strade comunali, quindi i tratturi di un tempo percorsi e ripercorsi da uomini e donne di un tempo, devi andarci con qualcuno che sia del luogo e che sappia portarti sulle strade più antiche.
Così, in una giornata uggiosa di un marzo travestito da novembre, ci diamo appuntamento ad Arpino con Luciano Rea, lui che è l’anima di Ciociariaturismo insieme a sua moglie Francesca, lui che è il Presidente della Proloco di Arpino e sempre prodigo di consigli quando si tratta della terra di Cicerone.
Dal centro cittadino saliamo verso Civitavecchia. C’è da dire che di percorsi ne abbiamo provati tanti per giungere nel luogo più suggestivo di Arpino, ma ogni volta ci ritroviamo a scoprirne altri. Prendiamo delle scale, saliamo su un sentiero. Inerpicandoci su pietre che sanno di storia scopriamo che quella è la strada voluta da Cicerone. La via greca, poiché costruita dagli schiavi ellenici. Una via, tra l’altro, percorsa da Marianna Candidi Dionigi – o almeno così lei racconta – nel suo viaggio nelle terre che si dicono fondate dal dio Saturno, alla ricerca di quelle incredibili e grandi costruzioni poligonali che attiravano studiosi da tutto il mondo.
Saliamo, scopriamo dapprima la chiesa di San Girolamo, talmente importante da avere all’interno una scala santa. Constatiamo che purtroppo la stessa è in grave stato d’abbandono, ma dentro la bellezza resta intuibile – se non intatta. Un colpo d’occhio che fa male e incuriosisce allo stesso tempo, con le solite suggestioni dei luoghi abbandonati.
Mentre la pioggia è fitta scendiamo, ci sentiamo viandanti di un altro tempo tra le vie di un luogo magico. A Luciano dico che da cocchiere qual è in questo nostro cammino, con la giornata plumbea che non lascia spazio ai raggi del sole, ciò che gli manca è solo una lanterna ad olio per disegnare in modo più pertinente una location cinematografica.
A proposito di questo, dei film intendo. Mentre giungiamo all’Acropoli, lo stesso Luciano si accomoda su una panchina e mi fa notare che proprio lì dove è lui sono stati seduti Ettore Scola e Marcello Mastroianni in una delle pause dal film “Splendor”.
Ripartiamo, prendiamo il sentiero delle mura e torniamo giù in paese. Qui imbocchiamo un altro sentiero, totalmente verde con staccionate ben curate, che ci porta fin davanti quella che viene detta la tomba di Saturno e poco distante i resti di una chiesetta che ad oggi presenta soltanto il muro perimetrale entro cui si può entrare, però, finendo catapultati in un groviglio di piante rampicanti e pietre che sanno di storia. Ancora giù e ci troviamo in una cava. Proseguiamo e sotto i nostri piedi la pioggia diventa torrente mentre al nostro fianco comincia a scorrere un fiume rinvigorito dalle acque piovane. Lo scroscio dell’acqua che batte e ribatte contro le pareti di pietra è a tratti suggestivo ed emozionante.
Un piccolo guado, poi un altro. E infine ciò che non ti aspetti: una cascata e un ponte romano incastonati nel verde circostante. Da qui al punto di partenza la natura lascia spazio a una strada poco trafficata che ci collega al centro storico di Arpino.
Un bellissimo giro affrontato sotto una pioggia battente, 10 chilometri di meraviglia e stupore in uno dei luoghi più belli della Ciociaria e del Lazio tutto.