“Quarantena Live – The Film”
In tempo di lockdown Giuseppe Aquino, noto regista romano di origini partenopee, precisamente di San Giorgio a Cremano -la cittadina all’ombra del Vesuvio che, tra l’altro, ha dato i natali a personaggi illustri come Massimo Troisi e Alighiero Noschese nonché residenza di Luca Giordano famoso pittore barocco del cui artista la chiesa madre di Pontelandolfo ne custodisce alcune opere di grande valore -, ha pescato nel buio dell’incertezza, nuove e più profonde motivazioni, timbrando un capolavoro cinematografico straordinario che consente all’Italia di aggiudicarsi un primato mondiale imbattibile: “Quarantena Live – The Film” di Aquino, infatti, è il primo film al mondo girato interamente in fase di lockdown, straordinario! E’ un film che va oltre ogni immaginabile confine, un film, prodotto da Caravan Films Rome, che racconta della pandemia sconfinando i canoni meramente documentaristici, per diventare una storia fatta di storie, di storie vere che tra loro si intrecciano e si legano attraverso una trama, semplice e profondamente significativa: la gioia di un matrimonio avvenuto nei primi giorni di marzo spenta poco dopo dall’interruzione forzata del viaggio di nozze a causa del decretato lockdown. Improvvisamente il mondo sprofonda nel dramma, nella paura, nel terrore per l’imperversare del coronavirus. Dopo le sconcertanti notizie provenienti dall’oriente, in breve non è solo la città cinese di Wuhan a cadere sotto i colpi del male invisibile, ma è l’intero pianeta Terra ad essere coinvolto e l’Italia risulta uno dei paesi più interessati dalla debacle sanitaria. Il numero dei morti da Covid-19 sale vertiginosamente con il passare delle ore, in breve le terapie intensive sono al collasso, si vive nell’isolamento, molte sono le comunità blindate per l’espandersi dei focolai, non si esce di casa se non per l’acquisto dei beni di prima necessità, nessuno va da nessuna parte per i divieti istituzionali imposti: è la fine del mondo ha pensato qualcuno. Questo racconta “Quarantena Live”, una storia che nasce da una gioia, vive il dramma dell’emergenza sanitaria, si apre alla speranza, con un messaggio che ci riporta alla mente“’A livella”, capolavoro poetico del principe Antonio De Curtis, allorquando leggiamo “… nu re, nu magistrat’, nu grand’omm’ trasenn’stu canciell’ ha perso tutto, la vita e pur o nomm’ …”, in egual modo la pandemia è un livella che azzera ogni cosa, non esiste ricchezza e non esiste povertà, non esistono differenze sociali, non esiste quello che esiste, come dice l’indimenticabile Totò: “ognuno comme a n’ato è tale quale”. Tutti gli attori e le attrici del film, sono per lo più parenti o amici dei novelli sposi, ognuno vive e racconta la sua storia, ognuno di essi, dall’avvocato al medico, dalla coppia di sposi all’infermiera, dalla studentessa all’operaio, affronta l’inaspettato difficile momento storico nello smarrimento e nell’incertezza per un futuro che appare più che mai sbiadito. Ecco, proprio nel momento in cui il mondo è alla deriva e la razza umana sta precipitando nel buio profondo del baratro, la paura della fine della vita degli uomini è motivo di innesco della fiammella della speranza, appesa a un filo sottile che diventa forte e resistente, e mai si spezzerà se l’uno sostiene l’altro nella fede e nell’amore. Il film chiuso e montato a fine maggio aveva bisogno di un sigillo di rispetto e registrare una data ufficiale di chiusura, per questo il regista ha spedito il film in selezione alla Biennale la prima settimana di giugno per la 77° Mostra Cinematografica di Venezia, ricevendo a luglio una lettera di merito e vive congratulazioni dal direttore Alberto Barbera. La pellicola si apre sullo scorrere delle immagini di Morcone un paese che riassume le straordinarie bellezze italiane rappresentate in un opera internazionale. “Tanto Sannio in questo film”, ha sottolineato Aquino, che vede la partecipazione di significativo rilievo di Vanni Miele che insieme a Filippo Lui ha curato la colonna sonora, l’attore Nazzareno Orlando nel ruolo di scrittore e ancora Annamaria Mastranutono insieme al marito Luigi Trigili, Maresa Calzone giornalista di Benevento, per finire con LAB TV partner esecutivo del film. Se c’è tanto odore di Sannio è proprio grazie ai profumi dell’arte culinaria di Annamaria Mastrantuono, chef di Morcone che già da un anno fa parte attivamente della rosa della grande squadra del regista romano. La chef diventa artista e recita nel film la parte di se stessa, ma non è solo questo, la Mastrantuono riveste un ruolo fondamentale di grande responsabilità nella macchina organizzativa.
Ed è proprio dalla collaborazione proficua tra Giuseppe Aquino e Annamaria Mastrantuono che il regista romano ha avuto modo di conoscere la ridente cittadina di Morcone. E’ stato amore a prima vista, colpito dalle storie e dalle bellezze naturali e architettoniche murgantine, Aquino decide di inserire nelle prime scene nel film le immagini meravigliose di Morcone. “Quando tre anni fa ho incominciato a lavorare alla realizzazione del film sulla vita di San Pietro Chanel – ci ha detto il regista Aquino -, santo missionario che ha attraversato tutto il mondo, per me e la produzione era impossibile raggiungere con la troupe alcune isole dell’Oceano Pacifico non collegate. Questo problema mi ha fatto studiare un piano per girare molte scene del film a distanza con sistemi innovativi di regia coadiuvati da wifi e da collaborazioni sul posto. Mai avrei immaginato di dover mettere a frutto questa progettazione dei precedenti tre anni nel mio paese d’origine, a causa di un giusto decreto che mi bloccava dentro casa. L’arrivo della quarantena in Italia mi ha spinto a mettere velocemente in pratica le teorie sviluppate, scrivendo la sceneggiatura in tre giorni e girando già, sui primi set, dalla settimana successiva. Desideravo fortemente catturare la verità di questo momento unico e storico e farlo nel momento in cui stesse accadendo. L’ispirazione per me è stata quella di creare un film che sarebbe stato non solo una testimonianza culturale ma un documento antropologico per il futuro. Tutti abbiamo visto immagini, attraverso i media, di città deserte senza più la presenza, il palpito, il fremito dell’uomo; desideravo impegnarmi tramite il film a riporre nuovamente al centro della vita la persona. Desideravo raccontare la bellezza della solidarietà e della fede che, in mezzo al dramma, sbocciava tra la gente. Volevo dare testimonianza, con l’importanza che meritava, all’impegno straordinario dei medici, mostrando come spesso hanno sofferto in prima persona le conseguenze del virus. Ma, più di tutto, volevo dare un messaggio di speranza. La pandemia ci ha portato all’isolamento, ma dentro quest’isolamento abbiamo trovato la nostra umanità”. Tommaso Paulucci, murgantino doc, fortemente radicato sul territorio morconese che come Sindaco ha governato in passato, sul tema ci ha detto testualmente: “A Morcone vi è vivo interesse per il regista romano Giuseppe Aquino e per il suo interessante lavoro. Aquino dimostra la sua vicinanza al nostro territorio e, più in generale ai paesi in ritardo di sviluppo. In questa prospettiva vi è un lungo lavoro da fare, avviando veri e propri scambi culturali con altre comunità locali. Una iniziativa già in cantiere per il prossimo mese di settembre è una conferenza-convegno sui beni culturali, a cui potrebbe partecipare Tatiana Kirova, consulente internazionale e membro permanente dell’UNESCO, con la quale Aquino già collabora in numerosi progetti di promozione dei territori e delle culture subalterne. Il regista Aquino ha avuto un paio d’anni fa contatti con Santa Croce del Sannio e con il sindaco Antonio Di Maria e l’assessore Angelo Cassetta. Anche l’Amministrazione Comunale di Morcone dimostra notevole interesse per il “Progetto Aquino” che intende dedicare attenzione a questo territorio, alla sua cultura, alle sue tradizioni. “Qui sento la vera Italia” – ha dichiarato il regista -, quella legata alla cultura del fare, alle tradizioni, ai valori di religiosità popolare. Morcone è legata a San Pio da Pietrelcina per il Noviziato. Il sindaco Ciarlo, per parte sua, potrebbe ricevere ufficialmente in Comune il regista romano durante la permanenza morconese”. Morcone organizzerà in suo onore una serata di galà nella terza decade di agosto. L’amore per le nostre terre che è germogliato nel cuore di Aquino deve essere il nostro amore, quello che nel tempo, forse sfiduciati, abbiamo perduto; la voglia di sostenere il rilancio dei nostri territori da parte di chi ai nostri territori non appartiene per radici ma per sbocciato sentimento, ci deve far capire che noi che qui siamo nati qualcosa possiamo e dobbiamo fare, come l’ammirevole Annamaria Mastrantuono sta dimostrando in diversi progetti che qualificano Morcone per un suo rilancio. Stiamo navigando sull’onda del naufragio, è l’idea di tanti, ma non sempre il naufragio è sinonimo di fine, il naufragio può essere anche portatore di felicità e a questo proposito, per rimanere in campo artistico, ci piace concludere con un passaggio della canzone del cantautore Bruno Lauzi, magistralmente interpreta da Paolo Conte, quando dice: “… onda su onda il mare mi ha portato qui, ritmi canzoni donne di sogno, banane, lamponi. Onda su onda mi sono ambientato ormai, il naufragio mi ha dato la felicità che tu non mi sai dar”. Meditiamo gente! Agiamo!
Gabriele Palladino