La chiesa dei ciociari a Roma andiamo a visitarla
Di simona aiuti
Pubblicato il 23 Settembre 2020
La chiesa dei ciociari a Roma non è solo una leggenda; poiché esiste davvero.
Ad esempio, la cappellina del Divino Amore, con un’immagine mariana scrostata, sperduta nella campagna romana; ci riguarda molto da vicino. Zaino in spalla, andiamo a visitarla.
La chiesa dei ciociari a Roma
Era una chiesetta abbandonata, ricovero dei pecorai anche per la notte. Da quelle parti transitavano tanti ciociari che raggiungevano la capitale cercando un po’ lavoro. Verso la fine del 1700, con quei tipici costumi colorati, tanti, peregrinando, si riparavano lì.
Un poveretto tra questi, smarrì la strada e trovandosi attaccato da cani feroci, invocò la Madonna. Le storie narrano che la Santa Vergine lo salvò e da lì, crebbe la venerazione. La Chiesa del Divino Amore sulla Via Ardeatina, assurse quindi il ruolo di chiesa di riferimento per tanti contadini, e pastori. Un’altra chiesa che in quell’epoca, divenne un luogo di culto di riferimento dei ciociari di Roma; si trovava ai piedi del Campidoglio, dalla parte della famosa Rupe Tarpea.
Parliamo della Chiesa di Santa Maria della Consolazione. Erano così tanti i ciociari all’epoca, che a partire dal 1850; si parlava di una vera e propria “ciociarizzazione di Roma”.
La chiesa dei ciociari a Roma e il Divino Amore
Non è raro poter ammirare foto o antichi quadri di pittori europei dell’Ottocento; che attratti e affascinati dai bei e particolari costumi, ritraggono gruppi di ciociari ai piedi della scalinata della chiesa. Orbene, ci troviamo a pochi metri dall’antica scomparsa Piazza Montanara; comune luogo di ritrovo dei ciociari che attendevano i “caporali”, per i lavori agricoli nei paraggi. I braccianti cercavano ingaggio anche a Piazza Barberini, Piazza di Spagna, o Piazza Farnese.
Roy Miles Fine Paintings
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Si riunivano pure davanti al Teatro di Marcello, a ridosso dei piedi del Campidoglio; ai confini del Ghetto. Quindi vicinissima era la Chiesa di Santa Maria della Consolazione; che era diventata la chiesa dei lavoratori. Le corporazioni delle arti e dei mestieri di Roma la elessero a loro luogo sacro di riferimento. Un po’ per volta, anche alcune cappelle della chiesa furono dedicate e manutenute dalle varie categorie di lavoratori tra i quali i vignaroli, pecorai e braccianti.
Chiesa di Santa Maria della Consolazione
Altra peculiarità della Chiesa era il suo linguaggio iconografico molto semplice e scarno. Le immagini sacre presenti erano ridotte a pochi soggetti. Vediamo il ciclo della Passione, opere della Natività, della Madonna col Bambinello; del Matrimonio mistico di Santa Caterina e naturalmente di Santa Maria della Consolazione. Parliamo di soggetti che quindi connotano una chiara attinenza coi sentimenti elementari di quella umanità di poveri contadini.
Inoltre, vicino alla chiesa, c’era e c’è ancora, l’antico ospedale della Consolazione; che per i ciociari aveva una valenza particolarissima. Periodicamente le nobildonne romane vi organizzavano la “Perdonanza”; ovvero invitavano le povere donne ciociare, e lavavano loro i piedi. Dopo offrivano alle donne anche alcuni doni e da mangiare. Diversi documenti pittorici dell’epoca di Pio IX illustrano tali atti di umanità. Credo che si possa quindi dedurre che questa possa essere stata la chiesa ciociara a Roma.
Keeley Halswelle
Difficilmente si poteva trovare altra “umanità” da quelle parti. Per cui, per molti anni, la comunità ciociara a Roma era divenuta per tutti i forestieri e stranieri; addirittura la vera popolazione di Roma. Gli stranieri nella capitale non distinguevano tra italiano e ciociaro.
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