IV Edizione del Concorso Nazionale di Fotografia-Poesia “Costruiamo il Presepio” 2016 Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana: i vincitori.
Ormai da anni, grazie al concorso di Fotografia-Poesia “Costruiamo il Presepio” organizzato dal maestro Antonio Nicolò (poeta-narratore) e dalla Comunità di Preghiera “Eustachio Montemurro” delle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore di Marcianise (CE), il numero degli Artisti che partecipano è notevolmente cresciuto. Ogni anno con qualcuno ci si rivede, mentre con altri ci si incontra per la prima volta con il desiderio di tramettere con la fotografia e con i versi, emozioni, sensazioni, esperienze, gioie, la propria vita vissuta e non. Le opere arrivano da tutta Italia e si respira un’aria di serena familiarità.
I vincitori della IV Edizione 2016 con iscrizione nell’albo d’oro sono: Silvano Salvi di Ponzano Veneto (TV) con la fotografia-poesia in lingua italiana: “Dammi la mano” e Antonio Pascucci di Casalnuovo (NA) con la fotografia-poesia in vernacolo: “ ‘Luce ‘e speranza”. I premi speciali creatività sono stati conferiti agli Artisti: Anna Maria Lavarini di Verona con l’opera in vernacolo: “El presepio su l’Aril”; Annalisa Pasqualetto Brugin di Mestre (VE) con l’opera in lingua italiana: “Sul filo di un pensiero”; Armando Maiolica di Trentola Ducenta (CE) con l’opera in lingua italiana: “La notte di Natale”; Giovanna Bassi di Sasso Marconi (BO) con l’opera in lingua italiana: “Dolce Natale”; Paola Argentieri di San Michele Salentino (BR) con l’opera in lingua italiana: “E’ Natale, e vita sia!”. I diplomi d’onore sono stati conferiti all’Artista Caterina D’Ascenzo come valido contributo dato alla cultura e all’Artista Maria Tagliabò Da Via’ con l’opera: “Solo il Bimbo Gesù.
A proposito dell’Artista Maria Tagliabò Da Via’ e per l’aria di serena familiarità che si respira, al maestro Antonio Nicolò (presidente del concorso) piace far conoscere a tutti la vita dell’Artista Tagliabò raccontata dalla scrittrice Annalisa Pasqualetto Brugin. Voglio spendere due parole su Maria, che, se avrete voglia e tempo di leggere troverete interessanti. Maria, che io conosco da anni, vive da sola in una antichissima casa a Nebbiù di Cadore, proprio nel cuore delle Dolomiti, il suo paese conta meno di 500 anime e va via, via spopolandosi. Questa donna eccezionale, ormai anziana è stata per anni la custode della chiesetta di San Dionisio, situata sulle propaggini del monte Antelao a circa 2.000 metri d’ altitudine; si erge solitaria e isolata su una posizione che domina tutta la vallata, è continuamente sferzata dal vento e coperta di neve in inverno, per raggiungerla ci sono tre ore e mezzo di cammino su impervi sentieri in salita. Perché questa dedizione? San Dionisio è il Patrono del Cadore e su di lui si sono costruite molte leggende e tutti gli abitanti del Cadore lo pregano e lo invocano nei momenti di pericolo. Elio, il marito di Maria, era uno degli alpini della Julia, che qui nel Veneto è diventato un mito, era uno dei tanti alpini che tentavano di tornare in patria sfidando il gelo e il freddo della Russia durante la ritirata delle truppe italiane. Ormai morente per gli stenti, perse i sensi e si ritrovò in una dacia, dove una anziana si prese cura di lui, lì stette per un periodo indeterminato, finché riprese le forze e poté riprendere il suo cammino. Nella dacia, con sua enorme sorpresa, vide che era appesa un’ icona di San Dionisio, il patrono della sua terra, lo considerò un segno della Provvidenza!
Elio fece una promessa: se fosse guarito e tornato a casa, avrebbe restaurato la chiesetta sull’Antelao, fatiscente e abbandonata dopo i disastri della prima guerra mondiale e se ne sarebbe preso cura. Così avvenne, morto lui sua moglie Maria continuò con amore a tenere in ordine questo luogo sacro e tanto fece che riuscì a farlo rimettere ulteriormente in sesto dagli studenti d’ arte dell’ Università di Venezia. Ora l’ età e un disturbo al cuore non le permettono più di recarsi su sull’ Antelao a pregare, ma continua a coltivare la sua passione di dipingere sassi e legni dalle forme strane e/o particolari, che ha trovato o trova occasionalmente lungo i sentieri o sul torrente; con vera arte e maestria, Maria segue l’ andamento delle venature, degli sbalzi e del colore; dalle sue mani escono vere e proprie opere d’arte, che posiziona nel suo giardino, lungo i sentieri o espone in mostre locali. I suoi tesori sono apprezzatissimi e richiestissimi, lei li dona, al massimo chiede un’offerta per la “sua” chiesetta. Ho sintetizzato un racconto che è ricchissimo di particolari interessanti che spesso hanno dell’ incredibile. Ecco perché sono particolarmente felice del riconoscimento che l’opera di questa mia anziana amica ha avuto, immagino già la sua gioia quando lo saprà. Ed è stata veramente una gioia conoscere la sua storia con la speranza di trasmettere agli altri quello che ha trasmesso a noi.
Ed infine ieri festa dell’Epifania del Signore il presidente del concorso riporta due belle preghiere dei fedeli recitate dal Mons. Francesco Pappadia nella parrocchia SS.ma Annunziata di Marcianise: 1) Per gli uomini della cultura e della ricerca scientifica, perché sappiano riconoscere i segni di Dio nella creazione e come i santi Magi si aprano al dono della verità tutta intera. 2) Per quanti quotidianamente incontriamo, perché sappiamo condividere gioie e dolori e scambiarci i doni dell’amicizia riconoscendo gli uni negli altri il riflesso della gloria divina. Si ringraziano tutti i partecipanti per la loro preziosa adesione con l’augurio di una prossima e rinomata edizione.