Tradizionale Settimana Folk, 59° edizione, la festa che non c’è stata
Le scampanate della Chiesa Madre hanno fatto eco tra i vicoli e le campagne del paese rompendo il silenzio di una 59° edizione della tradizionale Settimana Folk che non c’è stata. Non uno sparo, non una nota musicale, non un ballo, non un canto, solo un vuoto, un vuoto spettrale ha riempito l’epica piazza del borgo sannita. Il temuto virus non ha risparmiato e non risparmia nessuno, anche i Santi in Paradiso sono stati relegati nell’isolamento della quarantena da Covid-19. San Donato portato in spalla dai fedeli in processione lungo le strade del paese da tempo immemorabile, è rimasto lì nella sua nicchia a guardare.
Mai prima d’ora era accaduto qualcosa di simile, neanche durante le vicende belliche della Seconda Guerra Mondiale, quando Pontelandolfo visse il dramma e la paura dei bombardamenti tra gli avamposti tedeschi in risalita verso Cassino e l’artiglieria delle Forze Alleate in pressione sui nemici dalla città di Benevento. Pure San Rocco, che San Donato, come la devozione vuole ab antiquo, ospita nella sua dimora incastonata tra le mura possenti della Chiesa del SS. Salvatore dal 7 al 16 agosto, per fare poi ritorno nella cappella in suo onore eretta il giorno dei festeggiamenti del Santo guaritore, è in lockdown. Cosa dobbiamo attenderci ancora nei prossimi mesi.
Discordanti sono le voci e i pareri dei luminari che ci giungono dal mondo della sanità. A chi ascoltare, a chi credere: a chi ostenta preoccupazione o a chi minimizza e prevede un presto ritorno alla normalità? Forse nella preghiera troviamo la risposta, nella fede e nell’amore troviamo la verità e costruiamo la speranza verso la certezza dell’agognata fine dell’emergenza sanitaria. Come si dice, al di là di ogni ancestrale significato: passato il Santo passata la festa. Il coronavirus sfata anche un detto antichissimo, quest’anno la festa è passata anche senza il Santo, è triste.
Il Covid-19 ha messo tutto in discussione. Forse un nuovo mondo sta per nascere, una nuova vita si affaccia all’orizzonte con l’auspicio che sia migliore di quella che viviamo oggi, una vita che sta calpestando la vita dei nostri antichi padri, una vita che ha perso il senso dello stare in famiglia, una vita piena di ingiustizie, di violenza, di guerre, di razzismo, di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di inciviltà, di femminicidio, una vita di sani valori ereditati che non ritroviamo più, persi, spariti, divorati dal marciume collettivo di oggi orientato alla morte. Che facciamo noi altri per evitare tutto questo? Niente? Poco? Troppo poco? Dobbiamo essere fiduciosi, noi altri ci crediamo, quel troppo poco può diventare un po’ più di poco e poi abbastanza e poi ancora tanto, e allora diciamo ciao 59° edizione della Settimana Folk, al prossimo anno tra scampanate, spettacoli e fuochi d’artificio.
Gabriele Palladino