LA LUPA CAPITOLINA
Prefazione:
Enea, Fuggito da Troia assieme ad Antenore, dopo una sosta a Cartagine approdò tra mille peripezie in Sicilia. Antenore, costeggiando le coste adriatiche, giunse alle foci del Po. Inoltratosi nella pianura Padana edificò Padova. Da Erice a Lavinio, dalla pianura Padana alla Sardegna centro-meridionale, dove si stabilirono gli Iliensi (abitanti di Ilion/Troia) il sangue dei Troiani modificò radicalmente i costumi e la mentalità degli antichi abitanti.
La storia racconta che Ascanio, figlio di Enea, costruì Alba Longa. dove, dal XII all’VIII secolo a.C., vissero felici i suoi discendenti.
E qui nasce qualche dubbio poiché le antiche cronache affermano che Amulio, figlio del re Proca che regnò su Albalonga dall’819 al 782 a.C., usurpò il trono al fratello maggiore Numitore. Per non smentire la sua crudeltà e non aver rivali, uccise i figli maschi del fratello. Non soddisfatto di tali delitti costrinse l’unica femmina rimasta in vita, Rea Silvia, a diventare sacerdotessa di Vesta. Le vestali, custodi del fuoco sacro dedicato alla dea, avevano l’obbligo trentennale di castità. Purtroppo il dio Marte s’innamorò della fanciulla e, vistala sola nel “bosco sacro”, la costrinse all’amplesso amoroso che generò Romolo e Remo. Galeotto fu il bosco e i due pargoli, per ordine di Amulio, furono consegnati a due schiavi con l’ordine di affidare il loro destino alle rapide del fiume Aniene in piena. Fu così che la cesta si arenò in una palude del Velabro, nei pressi del Palatino e del Campidoglio, dove una lupa assetata scesa per abbeverarsi, uditi i vagiti e visti i due neonati affamati, al contrario delle belve umane s’intenerì… e li allattò.
Lupa a due o quattro gambe (nel gergo latino lupa significava prostituta) i due gemelli crebbero nella capanna di un pastore di nome Faustolo e di sua moglie Acca Larentia… Il seguito della storia è nota.
Non possiamo smentire la storia! Nelle nostre vene scorre copioso il sangue dei discendenti d’Ilion, allattati dalla “Lupa latina”. Questo è il vero motivo pe cui siamo un popolo di sognatori e speculatori, onesti e imbroglioni, fedeli e voltagabbana, creduloni e diffidenti. Un popolo ingovernabile.
E gli altri cittadini europei?
Non s’illudano!
Antenore, costeggiando l’italiche coste, giunse alle foci del Po, proseguì nella fertile pianura e fondò Padova. Bruto, figlio di Ascanio e nipote di Enea, attraversò la Gallia e, superato il mare, approdò nella più grande isola di quell’arcipelago, gli piacque e si proclamò re. Dal suo nome quella terra fu nominata “Britannia”. Non esiste Paese scandinavo o dell’Europa continentale immune dall’impronta genetica lasciata dai discendenti di Troia. Le ripetute bugie del re Laomedonte, le atrocità commesse da Amulio fanno parte della nostra eredità genetica. Un’Europa unita non potrà mai nascere… siamo tutti figli di Troia!
Nella mia infanzia ignoravo come la Lupa Capitolina, imbalsamata dalla Storia, avrebbe potuto condizionare la mia infanzia come Figlio della Lupa fascista e, più tardi, come dipendente della lupa capitolina del Banco di Roma, ex Banca dell’impero fascista e dell’I.R.I. fondato da Mussolini.
Purtroppo “sembra” che nel mio sangue non vi sia traccia del DNA di Amulio e quindi riconosco di esser completamente indifeso nei confronti di quanti ne sono affetti… e sono tanti… ma questa è un’altra storia…
P.S. questa è la prima pagina di altre 338… che, se Dio vorrà, le completerò………. ciao!
Antonio Baudino