LA DIGNITA’ DEI GIORNALISTI E LE DIMISSIONI DI CORRADO ALVARO
Era il 23 marzo del 1945, quando Corrado Alvaro, primo direttore del Gr Rai, si dimise dall’incarico dopo appena tre settimane. Uno scatto di reni, per rivendicare l’autonomia e la dignità dalle pressioni del governo (allora guidato da Ivanoe Bonomi), ma dai condizionamenti in generale. Un documento preistorico, nell’epoca in cui la professione giornalistica vive la sua crisi, calpestata da più parti nella sua dignità anche contrattuale. Ecco la lettera di Corrado Alvaro al commissario Rai, Luigi Rusca:
“Caro commissario, tu mi avevi invitato a dirigere un giornale radio indipendente, libero di informare il pubblico democraticamente, e che soltanto nei grandi problemi di interesse nazionale non agisse in contrasto col governo. Ho dovuto affrontare, nei pochi giorni del mio lavoro, inopportuni interventi che miravano a limitare o ad annullare proprio questa libertà di informazione. In ultimo, poi, tu e uno dei nostri principali collaboratori vi siete impegnati a che io ricevessi ogni sabato dall’ Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio indirizzi e suggerimenti di massima. Il nostro collaboratore, che da tempo sostiene la necessità di una radio priva di sue fonti di informazioni autonome e limitate a quelle ufficiose ed ufficiali, ha posto la scelta fra lui, che gode della fiducia della Presidenza del Consiglio, e me, che ho solo le mie convinzioni in fatto di radio in regime di democrazia, cioè libere. Su di esse non posso transigere e perciò rinuncio all’incarico affidatomi dalla tua fiducia. Corrado Alvaro”
Post di Gigi Di Fiore