1832-2013-Regali ai dipendenti pubblici

Nel corso del 1832  fu assestato un deciso giro di vite disciplinare nei confronti della delicata materia dei regali ai dipendenti della pubblica amministrazione.

decreto ferdinando 2 su corruzione


 

Nel corso del 2013 è stato assestato un deciso giro di vite disciplinare nei confronti della delicata materia dei regali ai dipendenti della pubblica amministrazione. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato un codice di comportamento dedicato ai dipendenti pubblici proprio al fine di evitare spiacevoli accadimenti in relazione alla ricezione di presenti o regali effettuati anche da comuni cittadini. In questo senso, la violazione delle nuove norme stabilisce una responsabilità di tipo deontologico-disciplinare.
Fonte: www.ilsussidiario.net

Regali ai dipendenti pubblici: si possono ricevere doni?

Il dettato regolamentare emanato proprio nel corso dell’anno appena passato individua, testualmente e con riferimento ai regali ai pubblici dipendenti, “così come prescritto dalla norma di rango primario, le violazioni gravi o reiterate che comportano la sanzione del licenziamento con preavviso”.
Va poi ricordato, con particolare riferimento al settore scolastico, che l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha dato indicazione alle scuole di pubblicare obbligatoriamente, all’interno dei propri siti, il codice di comportamento sopracitato. Tra le norme inserite nel codice spicca ovviamente quella inerente al divieto per il dipendente pubblico di chiedere regali, compensi o altra tipologia di utilità; inoltre al dipendente è fatto divieto di accettare regali, compensi (o altre utilità), ad eccezione di quelli di modico valore (ovvero quelli che non superano i 150 euro di valore, quota che però lascia permanere qualche dubbio, a dir la verità), anche nella forma dello sconto. Inoltre va evidenziato come i regali e le eventuali altre utilità in ogni modo ricevute debbano, secondo il codice di comportamento inerente ai regali ai dipendenti pubblici, essere messi a disposizione dell’Amministrazione per essere devoluti a fini prettamente istituzionali. Inoltre, come afferma testualmente il codice, per quanto riguarda il rapporto tra subordinati “il dipendente non accetta, per sé o per altri, da un proprio subordinato, direttamente o indirettamente, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore. Il dipendente non offre, direttamente o indirettamente, regali o altre utilità a un proprio sovraordinato, salvo quelli d’uso di modico valore”.

Il dipendente pubblico non può sollecitare regali

Il complesso disciplinare si delinea in altri articoli di rilevante interesse per la tematica dei regali ai dipendenti pubblici: molto interessanti in tal senso l’articolo 6, nel quale è stabilito che “il dipendente non accetta incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti all’ufficio di appartenenza”, ed anche l’articolo 7, il quale afferma: “Al fine di preservare il prestigio e l’imparzialità dell’amministrazione, il responsabile dell’ufficio vigila sulla corretta applicazione del presente articolo”. Tutto il dettato regolamentare è ovviamente informato al principio dell’art. 1 del codice, recante, nell’icastica formula, probabilmente la reale ratio normativo-regolamentare del provvedimento: esso afferma che “il dipendente non chiede, né sollecita, per sé o per altri, regali o altre utilità”.

Regali ai dipendenti pubblici: l’obiettivo è anche combattere la corruzione

Va detto che il codice di comportamento per il dipendente pubblico si inscrive dentro un percorso più ampio, ovvero quello di una serie di provvedimenti anticorruzione che il Governo in carica sta cercando di implementare per porre fine ad una delle piaghe più gravi che affliggono l’Italia: proprio la corruzione. Un fondamentale tassello per rendere davvero efficace ed operativa la lotta senza quartiere al malcostume: per far muovere tutto il paese sulla direttrice della trasparenza dei comportamenti, in un’ottica di giustizia ed equa competitività, principio virtuoso a cui tutto l’ordinamento deve fare riferimento. A partire ovviamente dal delicato tema rappresentato dai regali ai dipendenti pubblici.

Fonte: Corriere.it