Emergenza smaltimento rifiuti organici
Gli impianti di compostaggio campani hanno chiuso i battenti, quelli delle regioni limitrofe sono ingolfati, esauriti gli scarrabili disponibili tutti parcheggiati pieni fino all’orlo. Siamo in piena emergenza smaltimento rifiuti biodegradabili già da oltre una settimana, si prevedono giorni difficili, si confida nell’intervento delle istituzioni per rimettere a posto le cose. Il Comune di Pontelandolfo all’indomani dell’allarme lanciato dalla ditta convenzionata per il ritiro della frazione organica e conferimento presso impianto autorizzato, ha svolto una indagine a tappeto alla ricerca di siti di compostaggio disponibili, ma ha dovuto ahimè scontrarsi con una dura realtà. In provincia di Benevento non esistono impianti di compostaggio. In regione Campania i due/tre impianti in esercizio sono saturi. Gli impianti di trasferenza non accettano più conferimenti per carenza di siti di smaltimento a livello nazionale. Soluzioni sostenibili zero. La ditta convenzionata con il Comune che aveva trovato capienza e possibilità di conferimento dell’organico presso l’impianto Progeva di Laterza in provincia di Taranto per qualche tempo, ha dovuto fare marcia indietro, dal 31 maggio infatti, per disposizione dell’AGER (Agenzia Territoriale della Regione Puglia per il Servizio di Gestione dei Rifiuti), sono stati sospesi i conferimenti da fuori regione agli impianti pugliesi. Che dire, nelle prossime ore l’emergenza si tramuterà in dramma, si paventano, tra l’altro, nei giorni a seguire, ove dovesse ristagnare l’emergenza, condizioni igienico-sanitarie pregiudizievoli per la salute pubblica. A tutto questo si aggiungono le enormi difficoltà da circa un anno a causa dell’interruzione delle attività dello STIR di Casalduni, per lo smaltimento dei rifiuti non differenziati, significando un aumento dei costi notevole inseriti nei ruoli TARI con aggravi enormi per le tariffe cittadine. Non si intravede uno spiraglio, com’era stato determinato lo scenario un anno fa dopo l’evento incendiario dell’impianto casaldunese, così oggi marcisce il grave problema. Così restando lo stato delle cose ci attendono giorni o forse settimane difficili, qualcuno faccia qualcosa, siamo in piena estate, noi saremo costretti a vivere nella monnezza, quei pochi turisti in visita nei nostri paesi, piccola ma vitale fonte economica per le strutture ricettive, si daranno alla fuga. Tutto questo nel Terzo Millennio è vergognoso?!
Gabriele Palladino
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