Riceviamo e pubblichiamo
San Lupo -gravi danni al Ponte delle Janare
Il Ponte delle Janare, orfano delle Streghe e dei loro spiritici voli, sta provando anch’esso a volare via un pezzo alla volta.
Un luogo simbolo legato alla leggenda delle streghe di Benevento si trova a San Lupo, nell’Alto Sannio: le Coste delle Janare, il suo torrente e il suo ponte. Da quest’ultimo partivano le Janare alla volta del “magico noce”sul fiume Sabato, dove tenevano i loro Sabba.
Storicamente questo luogo segnava il confine tra l’antica provincia di Terra di Lavoro e il Molise (“Il Giornale di Viaggio” di F. Borbone: “…e infine giunsi al Ponte detto delle Janare; qui termina il Molise e inizia Terra di lavoro…”.).
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale fu fatto saltare in aria dai tedeschi in ritirata. In breve tempo fu ricostruito con il grosso lavoro delle persone del posto, e anche i bambini aiutarono trasportando le pietre, come può raccontare qualcuno che bambino più non è.
Ebbene, l’imponente costruzione in pietra locale ad una sola arcata che unisce e sovrasta i luoghi delle leggende sannite e che rappresenta uno dei vanti di San Lupo (anche se unisce i territori di S. Lupo e di S. Lorenzo M. oltre che unire i paesi dello stesso S. Lupo e Guardia S.) si trova in grosso pericolo di tenuta strutturale.
Il più recente e preoccupante danno subito dal ponte riguarda la volta, dalla quale si sono staccate tre pietre (conci cuneo) che da ben otto mesi erano pericolanti!
A dire il vero il logorio strutturale ha inizio già da qualche anno. Ormai tra le pietre del ponte sono nati veri e propri alberelli le cui radici gonfiano la struttura dall’interno. Gli scolatoi che attraversano i parapetti sono otturati o si trovano ormai più in alto del fondo stradale ribassatosi(come mai!?), gli stessi parapetti nel 2009 iniziarono un lungo calvario, in extremis e solo in parte rallentato da un intervento riparatore nel 2013. Nell’ultimo anno l’aggressione al ponte si è intensificata con il quotidiano passaggio dei TIR a causa della persistente interruzione della Campobasso – Benevento così che, anche al livello del manto stradale, nei punti in cui ha inizio la struttura ponte, ci sono ormai degli avvallamentiche testimoniano come le pressioni dovute al transito sono notevoli e non sopportabili.
Insomma l’ormai assenza di manutenzione unita al sempre più pesante traffico su gomma stanno ponendo le basi a che anche l’attuale ponte diventi leggenda.
L’indifferenza accelera il tutto. L’indifferenza di noi cittadini con il poco rispetto del territorio in generale e del ponte nello specifico, tanto che è raro sentire parole di preoccupazione per le condizioni in cui versa.
L’indifferenza delle istituzioni a partire da quelle locali per arrivare a quelle più in alto passando per i vari cosiddetti responsabili, funzionari e chiunque, ricoprendo ruoli specifici, avrebbe il dovere di intervenire, ognuno per propria competenza. Aspettare che la situazione precipiti è un atto scellerato, e visto che questo modus operandi parte da lontano può far nascere qualche sospetto!
A cadere nel 2009 era stata una pietra di un parapetto, in breve tempo altre pietre caddero anche dal parapetto opposto (…incidenti stradali mai segnalati? …furto? …vandalismo? …altro?) cosicchè nel giro di qualche anno buona parte dei parapetti era venuta giù. Solo nel 2013, con tutto ciò che ne consegue in termini di lievitazione dei costi, fu messo in opera un intervento riparatore a dir poco discutibile. Intervento non più rimandabile dopo che la stampa scritta se ne era interessata con un ampio servizio corredato da immagini.
Allo stato attuale difficilmente il ponte potrà reggere i lunghi tempi di attesa che gli sono stati riservati in passato. Infatti il danneggiamento della volta, anche se meno percepibile rispetto ai precedenti in quanto meno a vista, è sicuramente molto più grave per la tenuta della struttura.
Senza considerare, oltretutto, che tra una parte della popolazione è ormai opinione diffusa che si dovrebbe costruire un ponte nuovo e più moderno.
Così un pezzo della storia sanlupese rischia di essere portata via per sempre dai TIR guidati dal menefreghismo.
Raffaele Pengue