Matese: l’esigenza di un Parco Nazionale
24 luglio 2015 Rocco Corvaglia
Il Matese è terra di impareggiabili bellezze naturalistiche, di numerose eccellenze eno – gastronomiche ed altrettante ricchezze storico – artistiche. Compreso tra le province di Benevento – Caserta – Campobasso – Isernia esso rappresenta uno spartiacque naturale nella linea ideale che collega il mar Tirreno al mare Adriatico. Da anni il territorio del Matese è oggetto di studi approfonditi da parte di naturalisti, geologi e scienziati di ogni sorta, per l’estrema varietà della flora e della fauna. Le comunità che vivono nel comprensorio del Matese custodiscono gelosamente tradizioni secolari, radicate in un contesto socio – culturale unico, che concorrono a definire un’identità ben precisa e soprattutto non riducibile.
Nel 1993 venne istituito il Parco regionale del Matese, come strumento per tutelare l’area che insiste sul versante campano del massiccio. Noi riteniamo che siano maturi i tempi per aprire una discussione ampia ed approfondita, rivolta a tutte le rappresentanze istituzionali del territorio, nella quale venga posto il tema dell’istituzione di un “Parco Nazionale del Matese”. L’idea di per sé non è nuova, già in passato diversi soggetti si erano fatti promotori di un’iniziativa di questo tipo. Il fatto che l’invito, quantomeno ad articolare un ragionamento in questo senso, non sia mai stato recepito, può essere spiegabile con diversi fattori. Da un lato l’“indifferenza” della classe politica a riguardo, dall’altro la “tenuta” delle istituzioni classiche del territorio (province, regione etc.) hanno fatto sì che non si aprisse mai un vero confronto sul tema. Ora il paradigma è completamente mutato. In tutto il Paese è in atto un profondo ripensamento del rapporto che deve intercorrere tra istituzioni di rappresentanza e territorio, tra modelli di sviluppo ed ambiente.
Si fa sempre più forte l’idea che siano le comunità stesse che insistono su di un territorio, e che con esso inevitabilmente intrattengono un rapporto “osmotico”, a dover immaginare un modello di sviluppo adeguato. Inoltre, e di conseguenza, si è arrivati alla determinazione che le identità (intese nel loro senso più ampio) delle comunità non possano essere definite una volta e per tutte attraverso l’istituzioni di rigidi confini statuiti sul piano amministrativo. L’istituzione di un Parco Nazionale del Matese andrebbe esattamente in questa direzione. Non solo sarebbe uno strumento opportuno per tutelare al massimo grado le ricchezze di questo magnifico spaccato d’Appennino, ma getterebbe le condizioni per far sì che comunità del tutto simili per storia, cultura, eccellenze e problemi, pur insistendo in regioni e province diverse, possano iniziare un dialogo ed una relazione proficua tra di loro. Inoltre l’istituzione di un “Parco Nazionale del Matese” potrebbe anche essere una prima risposta ai disastri causati da una crisi economica che in quei territori morde con ancora più virulenza.
In effetti l’istituzione di un parco, in ossequio ad una corretta applicazione della legge 394/91, comporta anche un impegno in direzione di un modello di sviluppo basato sulla sostenibilità, sulla preservazione ed il corretto utilizzo delle risorse naturali. In questo senso le ricadute dal punto di vista occupazionale potrebbero essere diverse ed interessanti.
Non solo, l’idea dell’istituzione di un Parco Nazionale sarebbe la risposta adeguata a quella domanda di fondo che deve ispirare un’azione politica di ampio respiro e non legata alle contingenze del momento: cosa fare del nostro territorio? A chi immagina che le zone interne del Paese e l’entroterra campano debbano essere il luogo di non meglio precisate sperimentazioni, a chi ritiene che a territori distanti dai circuiti classici del turismo di massa debba essere riservato il destino dell’abbandono o della desertificazione, bisogna rispondere che questi territori godono di tutti i requisiti per recitare un ruolo importante in un complessivo ed autonomo progetto di sviluppo.
Per porre un freno allo spopolamento, per arrestare il crescente fenomeno dell’immigrazione che purtroppo vede coinvolte soprattutto le giovani generazioni con un alto tasso di istruzione, non c’è bisogno di retoriche e proclami pomposi, ma di risposte concrete e ragionate. Per questa ragione riteniamo che l’istituzione di un Parco Nazionale debba essere valutata come una grande possibilità, come un’occasione per rimettere in moto un meccanismo virtuoso in territori che troppo spesso e da troppi anni sono stati costretti a subire continue mortificazioni.