«La soluzione all’eolico selvaggio è il nuovo eolico, le comunità non abbiano paura»: “Qual buon vento” , il dossier di Legambiente
di Maria Fioretti
Negli spazi di Villa Amendola la seconda Edizione del Forum Eolico, che si è svolto ad Avellino con il Patrocinio di ANEV e del Comune Capoluogo. Il Sud Italia ospita sul proprio territorio il 96% della potenza totale italiana, con Puglia, Sicilia e Campania in testa. I comuni con la maggiore potenza installata in termini assoluti risultano essere Bisaccia e Lacedonia in provincia di Avellino, con circa 250 e 205 MW, e Foiano di Val Fortore in provincia di Benevento con circa 223 MW
di Maria Fioretti
Il vento soffia particolarmente forte al Sud-Italia, che ospita sul proprio territorio il 96% della potenza totale italiana, con Puglia, Sicilia e Campania in testa. Vento rinnovabile che la fa da padrone in Campania portando con sé il potenziale per un nuovo cambiamento energetico, economico, paesaggistico e sociale.
La Campania è stata pioniera nel campo dell’energia eolica: i primi impianti sono stati installati proprio qui, nella provincia di Benevento, durante la metà degli anni ’90. Nel 2022 è la terza regione in Italia per potenza installata, con i suoi oltre 1,87 GW, e rappresenta addirittura la seconda per produzione annua, grazie ai 3,4 TWh di energia elettrica prodotta. Numeri importanti che vedono la Campania come territorio di punta nel comparto eolico che, grazie alle sue numerose installazioni contribuisce per oltre il 15% all’intera produzione eolica nazionale. Un’evoluzione graduale e costante. Dal 2000 (anno a partire dal quale disponiamo di dati reperibili da Terna) al 2022, si è passati da appena 206 MW a oltre 1800. Un incremento di oltre il 700%.
Al 2022, in Campania sono presenti 635 impianti da energia eolica (+2% rispetto scorso anno), con una potenza efficiente lorda pari a 1,87 GW e una produzione di energia pari a 3,4 TWh/anno. L’eolico è la tecnologia rinnovabile elettrica con maggiore potenza installata sul territorio campano: rappresenta il 54,1% del totale, seguito da fotovoltaico, idroelettrico e bioenergie, rispettivamente con 29,3%, 9,7% e 7%. L’eolico è primo in Campania anche per produzione di energia elettrica da FER: con un valore pari al 56,7% del totale, è poi seguito dal solare fotovoltaico (18,1%) dalle bioenergie (17,2%), e dall’idroelettrico (8%).
Su un totale di 78 comuni in Campania coinvolti da installazioni di eolico (erano 59 nel 2021), le protagoniste sono le province di Benevento e Avellino, che coprono più del 65%. Nello specifico, i comuni delle province di Avellino e di Benevento costituiscono il 37% e il 31% del totale, seguiti da quelli di Salerno con il 26%, Caserta con il 5% e Napoli con l’1%. I comuni con la maggiore potenza installata in termini assoluti risultano essere Bisaccia e Lacedonia in provincia di Avellino, con circa 250 e 205 MW, e Foiano di Val Fortore in provincia di Benevento con circa 223 MW.
Guardando al futuro sono 58 i progetti campani di eolici attualmente in valutazione al MASE (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica): molti sono in Valutazione di Impatto Ambientale lato PNRR, mentre molti altri o in valutazione preliminare o in VIA “standard”. Rispetto ai progetti approvati, la Commissione 1 ha autorizzato tra 2022 e 2023, 3 impianti eolici per un totale di 180 MW. La commissione PNRR-PNIEC, invece, nel 2023 ha approvato 2 progetti eolici e 2 agrivoltaici per un totale di 279 MW + 23 MW di accumulo.
Passando a quanto fatto dalla Regione Campania, sono oltre 600 i MW autorizzati di eolico dal 2018 ad oggi, per un totale di 31 progetti. Inoltre, vi sono 27 progetti di pertinenza regionale attualmente in valutazione. Sono, invece, quasi 650 i MW che, siamo fiduciosi, saranno al più presto autorizzati. Infine, sono 17 i progetti “in sospeso” in attesa di determinazioni della VIA al Ministero: un totale di circa 870 MW fermi.
A vocazione eolica da sempre, la Campania ha ospitato i primi parchi eolici di Italia e sarà quindi presto interessata da operazioni di repowering e revamping: parchi da 50 aerogeneratori verranno sostituiti da parchi di poche unità, con egual potenza e nei più dei casi una produzione maggiore. In Regione Campania sono già stati autorizzati sette progetti di repowering che vedranno una diminuzione del numero di aerogeneratori almeno del 40%, fino ad arrivare anche al 90%. Da un lato un minor numero di turbine, dall’altro una potenza quasi in tutti i casi superiore.
Sono questi i dati che accompagnano il dossier Qual buon vento curato da Legambiente – con il supporto di Alerion Clean Power; E-WAY; EDP; ENGIE; ERG; IVPC; Leitwind Service; Sinergia Nisida; PLC; RWE Renewables Italia e W.E.B – che è stato presentato ad Avellino nel salone di Villa Amendola, durante la seconda Edizione del Forum Eolico, che si è svolto ad Avellino con il Patrocinio di ANEV e del Comune di Avellino.
Diversi gli interventi che si sono alternati durante il forum sull’eolico in Campania, aperti dai saluti istituzionali del Sindaco Gianluca Festa: «Sono contento che si affronti l’argomento in maniera così ampia, così che ognuno possa formarsi un’opinione ma con consapevolezza. In Irpinia l’eolico è stato inizialmente usato con lo strumento della persuasione economica, in modo particolare nei piccoli comuni, offrendo posti di lavoro, una rendita annuale e così è diventata una questione dai risvolti solo negativi, mentre avrebbe dovuto essere il segnale di uno sviluppo positivo. Oggi bisognerebbe procedere ad una rivoluzione degli impianti, da rendere meno impattanti e più potenti, così da avere una minore invasione dei territori. Auspico questa evoluzione per la nostra provincia, così da avere più qualità e meno quantità, individuando luoghi idonei alle installazioni dei nuovi impianti. In città non mi dispiacerebbe sperimentare con il mini eolico, ci abbiamo provato già con il fotovoltaico proprio per testimoniare l’esigenza di produrre energie rinnovabili e la politica in questo caso deve essere di buon esempio, così come la pubblica amministrazione sull’efficientamento energetico. Bisognerebbe assumere l’obbligo di accompagnare il cambiamento e dimostrare di poter vincere questa sfida, con la popolazione capace di accoglierla».
Per il Presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, l’eolico si conferma una risorsa fondamentale per tutto il Paese: «Sarà la crisi climatica nei prossimi decenni a contribuire allo scenario di devastazione paesaggistica. Ridurre l’uso dei combustibili fossili è un nostro dovere, dando un contributo concreto insieme all’Europa e agli altri Paesi del mondo per fermare il global warming. E il Centro-sud risulta essere la parte privilegiata per sfruttare a pieno il sole e il vento, attraverso le tecnologie che oggi è possibile utilizzare come soluzioni che sono in grado di ridurre anche i problemi vissuti in passato, quindi molti impianti e poca energia che hanno moltiplicato per forza di cose le installazioni sul territorio. Da una parte potrebbero essere promosse nuove installazione, mettendo però in campo processi partecipativi con le comunità che in passato sono mancati, mentre dall’altra potrebbe essere messa in campo un’operazione di repowering delle vecchie pale, con nuovi aerogeneratori in quantità minore e con una maggiore potenza. Questo consentirebbe di ricucire anche quelle ferite territoriali che sono da tempo oggetto di discussioni in Irpinia, perché le comunità vanno ascoltate nelle loro preoccupazioni e ai dubbi bisogna fornire risposte».
E secondo Ciafani anche rinnovabili e agricoltura possono convivere: «Dopotutto accade già. Prendiamo l’Irpinia ad esempio, qui troviamo energie rinnovabili e produzione di vini e questo vale in Calabria, come in Sicilia e in Puglia. È una contrapposizione che racconta l’esatto opposto, perché se non contribuiamo a diffondere le rinnovabili le migliori produzioni dell’agroalimentare nei prossimi decenni spariranno e questo sarebbe il vero disastro per i territori».
In Irpinia le pale eoliche sono diventate negli anni un fenomeno selvaggio, causa della devastazione indiscriminata dei crinali dell’entroterra appenninico e rurale.
L’Alta Irpinia – quindi un quarto della provincia di Avellino – è prima per produzione di energia da fonti rinnovabili: 1.341 GW-h all’anno, prodotta per il 90% dall’eolico. Aquilonia, Andretta, Bisaccia, Casalbore, Greci, Frigento, Lacedonia, Montaguto, Monteverde, Savignano, Scampitella, Vallata, Vallesaccarda sono – o dovrebbero essere – i comuni già dichiarati saturi. Quindi adesso le pale si stanno spostando su Guardia Lombardi, Calitri, Cairano, Conza della Campania e Teora.
Dunque come si trova un equilibrio tra giustizia ambientale e giustizia sociale? Tra fonti rinnovabili e tutela del territorio?
Lo abbiamo chiesto, in conclusione, al Presidente Ciafani: «Bisogna puntare su un sistema diverso, trovando nuovi strumenti di condivisione territoriale, tra enti locali, amministrazioni e abitanti. Il sistema delle compensazioni ambientali che si mettono in campo deve essere rivisto, del resto spingiamo affinché in fase di approvazione si preveda che i nuovi impianti siano accompagnati dal sostegno economico per la creazione di nuove comunità energetiche. La nuova fase dell’eolico deve prevedere anche quelle azioni di sostituzione dei vecchi impianti che è necessaria, meno pale e più potenza a beneficio di tutto. Bisogna sempre ricordare che siamo ancora minoritari con la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili».
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