La scoperta nel ventre dell’Etna

La scoperta nel ventre dell’Etna: cosa c’è sotto la lava
26 Giugno 2021
Sull’Etna scoperto il “ghiacciaio più a sud d’Europa”. Al momento l’esatta localizzazione della grotta non è stata resa pubblica
Gabriele Laganà

Un ghiacciaio perenne situato in un vulcano attivo. Difficile da credere eppure è la realtà. L’eccezionale scoperta non è stata fatta su un lontano pianeta che vaga nell’infinito e misterioso Universo bensì all’interno di vulcano terrestre che noi italiani conosciamo abbastanza bene: l’Etna.

Proprio al suo interno, infatti, è custodito il “ghiacciaio più a sud d’Europa” scoperto da escursionisti professionali a 2025 metri, quindici più sotto della Grotta del Gelo, la galleria di scorrimento lavico formatasi nel VII secolo e finora considerata l’ambiente glaciale più consistente nell’area meridionale del Continente europeo.

“Non siamo noi a parlare di scoperta visto che sono luoghi presenti da tempo e accanto vi è un sentiero di pastori oggi non più battuto, ma probabilmente, di questa grotta si era persa la memoria”, ha spiegato all’Agi il presidente di FederEscursionismo Sicilia, Dario Teri, che ha ricordato che è stata visitata “la seconda parte della grotta, e siamo stati tra primi a far venire alla luce questo ghiacciaio. Non abbiamo osservato all’interno alcun passaggio antropico. Ci siamo resi conto che è estremamente rilevante”.

La Grotta del Gelo è raggiungibile dopo circa cinque ore di cammino sull’Etna. Purtroppo, però, il ghiaccio che si trova all’interno è messo a serio rischio dal cambiamento climatico. “A differenza di quella grotta questa ha una realtà interna molto più florida e consistente, con uno spessore di tre metri-tre metri e mezzo”, ha affermato Teri. “È molto più interessante di quanto si possa immaginare- ha proseguito-. In questa seconda sala siamo passati da un buco di circa alcune decine di centimetri, per una sola persona: sapevamo che esisteva, questa sala, siamo tornati diverse volte e questa volta abbiamo trovato il passaggio”.

Per il momento l’esatta localizzazione della grotta non è stata ancora resa pubblica. Teri ha spiegato che il motivo di questa scelta è ben preciso: “Non abbiamo ancora reso noti i dati perché prima vogliamo fornirli alle autorità scientifiche, come l’Ingv e l’Università”. Il presidente di FederEscursionismo Sicilia ha, però, spiegato che l’area in questione sembra più piccola della Grotta del Gelo “ma ha più ghiaccio”. Lo stesso Teri ha anche ammesso che esiste ancora molto da esplorare “e lo si può intuire anche dalle foto che abbiamo pubblicato sui social”.

ETNA
Ci si chiede come sia possibile che ciò che prima era fuoco oggi possa custodire il ghiaccio. È lo stesso Teri a spiegarlo: “Le grotte dell’Etna in passato venivano utilizzate sia per le loro caratteristiche naturali ma anche come ghiacciai naturali o artificiali, perché la pietra lavica, una volta che si raffredda, diventa un coibentante naturale eccezionale, un ottimo isolante termico”. Il presidente di FederEscursionismo Sicilia ha ricordato che in una grotta trovata poco sopra l’abitato di Nicolosi, comune del Catanese, “l’uomo conservava la neve, che poi veniva utilizzata per altri scopi. E fino alla seconda guerra mondiale era ancora presente il commercio del ghiaccio, della neve”. Di certo appare difficile credere al fatto due elementi così diversi possano quasi coesistere. Eppure è la realtà. Il fascino immenso della natura.