Giornata Mondiale dell’Acqua 2017

Giornata Mondiale dell’Acqua 2017: perché esiste? Storia, curiosità e una mostra

Sono più di 663 milioni in tutto il mondo le persone che non hanno l’acqua potabile in casa e 2,4 miliardi quelle che non hanno accesso a servizi igienico-sanitari adeguati. Il World Water Day, ideato dalle Nazioni Unite e indetto nel 1993, si occupa di affrontare i problemi locali, regionali e globali

di Laura Salonia,

Sono più di 663 milioni le persone nel mondo senza acqua potabile in casa, costrette a trascorrere ore in coda o in cammino per raggiungere una sorgente di acqua non contaminata. Secondo i dati dell’associazione non governativa WaterAid, in tutto il mondo circa 2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari adeguati. E a causa della mancanza di acqua potabile e di servizi igienici, circa 315 mila bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno di malattie a causa dell’acqua contaminata e delle scarse misure igienico-sanitarie. Ecco perché è importante ricordare la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), ideata dalle Nazioni Unite nel 1992 e indetta per la prima volta nel 1993.

World water dayA partire dal 1997, ogni tre anni il World Water Council, l’organismo non governativo internazionale fondato nel 1996 come piattaforma degli organismi internazionali e specialisti nel settore dell’acqua, convoca un World Water Forum (Forum sull’acqua) per discutere i problemi locali, regionali e globali.

L’edizione 2017 della Giornata Mondiale dell’Acqua, che si celebra il 22 marzo, riguarda la questione delle acque reflue, ovvero quelle contaminate da attività domestiche, industriali e agricole, che vanno ridotte, depurate e riutilizzate, secondo quanto prescrive l’obiettivo sostenibile 6.3 dell’Onu: “migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale”.

Tra le associazioni più attive in questo ambito, WaterAid, fondata nel 1981 nel Regno Unito, ha portato finora acqua potabile a 25 milioni di persone e servizi igienici a 24 milioni di persone in 37 paesi in Africa, Asia, America Latina e Oceania. La sua collaborazione con le comunità, i governi e le aziende private di 38 Paesi consiste nel fornire acqua potabile, servizi e misure igienici adeguati e dedicati a chi ne ha più bisogno e nel rendere possibile il cambiamento e la crescita.

Per esempio in Nicaragua WaterAid concede microcrediti per aiutare le persone più povere ad acquistare pozzi, serbatoi e servizi igienici accessibili e offre formazione professionale ai giovani “a rischio”, un’alternativa valida alla possibilità di unirsi a bande locali.

In alcune zone del Madagascar invece, si è verificata una grave siccità, mentre in altre si sono abbattute violenti inondazioni. Entrambi i fenomeni creano forti disagi alle popolazioni: con la siccità le donne sono costrette a percorrere distanze più lunghe per trovare e raccogliere l’acqua per se stesse e per le proprie famiglie, mentre con le inondazioni le provviste vengono contaminate dall’acqua del mare e dalle acque di scarico.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2017, Milano ospita la mostra fotografica Water is life di WaterAid alla Fondazione Feltrinelli, il nuovo spazio da poco inaugurato in Via Pasubio 5, nelle giornate del 23 e 24 marzo. Le fotografie esposte, grazie anche al contributo del Gruppo Sofidel, raccontano attraverso un percorso narrativo la presenza dell’associazione nei paesi in cui opera.