Fronte Sannita per la Difesa della Montagna

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Fronte Sannita per la Difesa della Montagna

Libera Associazione Costituita ai sensi del comma1, art. 18 della Costituzione della Repubblica Italiana.

 

COMUNICATO STAMPA DEL 23/042017
Già avevamo mosso grosse critiche dopo la pubblicazione dei “siti non idonei” (da noi etichettati come “grosso favore alle società eoliche”) individuati dalla Regione Campania, con Delibere della Giunta Regionale n. 532 e n. 533 del 04/10/2016, in applicazione dell’art. 15 della Legge 6/4/2016, n° 5.
Il grosso favore fatto alle società eoliche con cui si confermava l’indicazione scaturita dalla mozione presentata al Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle e votata all’unanimità con cui, attraverso l’integrazione dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, si blindavano tutte le autorizzazioni rilasciate per gli impianti eolici anche se ricadenti in aree individuate come non idonee. Questo, a detta del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, per evitare che le società eoliche potessero chiedere risarcimenti alla Regione ed ai dirigenti regionali che avessero, in qualche modo, autorizzato senza le dovute accortezze.
E non c’è stata nessuna accortezza nell’autorizzare in tutta la Campania una abnorme a massa di impianti eolici. Con le DGR 532 e 533 del 4/10/2016 si permetteva comunque la costruzione di impianti eolici già autorizzati, ancorchè i lavori non fossero ancora iniziati, anche ricadenti in aree individuate come non idonee e cioè in Siti di Importanza Comunitaria (SIC) , in Zone Speciali di Conservazione (ZSC) , in Zone di Protezione Speciale (ZPS), su *Habitat Prioritari di Rete natura 2000, su boschi e pascoli permanenti compresi quelli gravati da usi civici.
Tutto questo era possibile per gli impianti già autorizzati e che solo a fine “ciclo produttivo”, cioè dopo 25 anni, quelle aree si rendevano vietate all’eolico.
In pratica un lascia passare all’eolico selvaggio e devastatore di risorse naturali del suolo e del sottosuolo, di biodiversità animale e vegetale oltre che alla trasformazione radicale delle condizioni atmosferiche dell’area.
Questo, chiaramente, in palese contrasto con le leggi e regolamenti della Comunità Europea che, attraverso l’istituzione delle ZPS, ZSC, SIC ed *Habitat Prioritari, ha cercato di regolamentare una protezione di territori pregiati ma che l’azione truffaldina della politica, ripiegata sugli interessi speculativi dei grandi capitali, permette di compiere anche utilizzando “strane alchimie amministrative”.
Ma alle lobby dell’eolico questo “lasciapassare” di 25 anni non bastava poiché vi era un cospicuo numero di progetti presentati negli anni, che dovevano ancora ricevere o che avevano già ricevuto le varie valutazioni VIA-VAS-VI che con la nuova norma ricadevano nei “siti non idonei” quindi non più autorizzabili.
Ed ecco che la lobby dell’eolico, nel silenzio ovattato di una Regione Campania in mano ai poteri e potentati economici, attraverso l’integrazione all’art. 15 della LR 6/2016 con i commi 1bis ed 1ter, rimettono in gioco tutti gli altri impianti accantonati anche ricadenti in aree protette e non ancora autorizzati. Dal 2006 ad oggi, solo nella provincia di Benevento sono stati autorizzati 42 impianti eolici industriali per una potenza complessiva di 760 MW, che si traducono in circa 330 pale eoliche. Attraverso l’introduzione dei commi 1bis ed 1ter si rimettono in gioco altri 20 impianti eolici per una potenza nominale pari a 450 MW per altre 180 pale eoliche. Tutto questo senza contare il mini-eolico che è totalmente deregolamentato e che può essere installato ovunque ed autorizzato dai comuni.
Complessivamente avremo, in aggiunta alla massa di impianti eolici già installati in provincia di Benevento (circa 800 pale eoliche nella Valle del Fortore), altre 510 pale eoliche di 150 metri di altezza con fondazioni di cemento armato di 30 metri che svilupperanno una potenza nominale di 1.210 MW. Tutto ciò comporterà un consumo di suolo pregiato di boschi, pascoli d’altura ecc…. per circa 1.000 ettari . Terreni estirpati ai contadini, agli allevatori alla fauna ed alla flora e a solo ed esclusivo vantaggio degli speculatori dell’eolico.
Giova ricordare che parliamo di “speculazione eolica” perché le circa 10.000 pale eoliche installate in Italia producono meno del 2% dell’energia consumata in Italia ed i produttori di eolico incassano, per incentivi statali, circa 5 miliardi di euro all’anno oltre all’abnorme prezzo di acquisto di 1 MW/h che è tra i più alti d’Europa. Infatti l’Italia paga, per 1 MW/h di energia rinnovabile circa 64 euro (prezzi medi mensili del GSE anno 2017). Da qui la grande speculazione. La Regione Campania cede immensi territori, pubblico e privato, solo per garantire immensi guadagni a società e multinazionali che si appropriano delle nostre terre solo ed esclusivamente par farci soldi. A questo punto non ci meraviglia nemmeno il nervosismo di alcuni sindaci della Valle del Fortore che è l’area più devastata dall’eolico e contemporaneamente la più depressa economicamente d’Italia. Sindaci che si sono opposti alla delibera regionale per i “comuni saturi” ma non si sono ribellati alla riduzione di circa il 70% dell’IMU che gli stessi comuni incassavano dalle pale eoliche (legge sugli “imbullonati”).
Questo è possibile solo perché la politica in Campania è strettamente collegata agli interessi delle lobby che dettano leggi, tempi e condizioni a loro esclusivo favore.
Siamo di fronte, cioè ad un’amministrazione regionale che attraverso il potere politico si arroga un diritto di stampo medievale di una gestione privata della cosa pubblica.

Il Presidente
Giuseppe Fappiano