Diga di Campolattaro nella ‘corsia ultraveloce’ di Draghi: il Sannio si gioca tanto con la potabilizzazione
Di redazione NTR24-19 Giu, 2021
Il primo annuncio c’era stato nel luglio del 2020. Precisamente era il 14 e Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, aveva raggiunto Benevento per un convegno all’auditorium di Sant’Agostino, dove spiegò il piano da oltre 400 milioni di euro per rendere potabile l’acqua dell’invaso artificiale di Campolattaro.
Le mascherine coprivano il nostro volto in un periodo di tregua dal covid, che però nascondeva l’arrivo della seconda ondata di contagi. E il virus non è secondario nella vicenda della diga sannita, perché proprio le risorse del Pnrr – il piano europeo per il rilancio dei Paesi membri – hanno dato una ulteriore accelerata al progetto.
A spingere il piede sull’acceleratore, probabilmente è stato proprio il governatore e così lo scorso maggio è arrivata la notizia che “nel Decreto Semplificazioni, il progetto della Regione Campania sulla Diga di Campolattaro, è stato inserito tra i 7 interventi strategici nazionali del PNRR. Il progetto impegnerà fondi per 480 milioni”. Il passo successivo è sempre legato alla legge 77 Semplificazioni che garantisce ai lavori una spinta ulteriore: l’opera, infatti, rientra insieme ad altre dieci in quella che è stata definita la ‘corsia ultraveloce’ di Mario Draghi. L’obiettivo, evidentemente, è quello di accorciare i tempi della realizzazione non perdendo così i fondi.
In sostanza, i tempi dei vari passaggi previsti da questa procedura speciale – dalla valutazione del Consiglio superiore dei lavori pubblici al parere paesaggistico preventivo alla conferenza di servizi semplificata – sono tutti strettamente contingentati, per evitare l’inerzia burocratica. Ridotti al minimo anche i cosiddetti ‘tempi di attraversamento’ da un’amministrazione all’altra e diversi pareri sono messi in parallelo e non in sequenza.
Diversi soggetti dovrebbero garantire l’esito finale nel rispetto dei tempi. Spicca in particolare il ruolo centrale di un nuovo ‘Comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici’, voluto dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. A questo comitato spetta di intervenire a più riprese in caso di dissensi per individuare ‘le eventuali integrazioni e modifiche al progetto’.
Infine, in questa procedura speciale, è sempre possibile al Presidente del Consiglio, su proposta della segreteria tecnica del Pnrr installata a Palazzo Chigi, portare la questione all’esame del Consiglio dei ministri e superare qualunque forma di dissenso o di inerzia o di diniego che potrebbero fermare la realizzazione del progetto. Entro novanta giorni dalla decisione del Cdm, la stazione appaltante dovrà poi affidare l’opera e anche in questo caso il presidente del Consiglio, in caso di inerzia, potrà esercitare i poteri sostitutivi.
Insomma, l’obiettivo di potabilizzare l’acqua di Campolattaro sembra davvero vicino. Restano però alcuni nodi da sciogliere e sui quali le amministrazioni locali, su tutte la Provincia di Benevento proprietaria dell’invaso, dovranno mantenere la massima attenzione cercando di fare sintesi tra le diverse esigenze del territorio. C’è il tema della transizione ecologica: se è vero che la potabilizzazione dell’acqua dell’invaso potrebbe rappresentare una risposta concreta al problema dell’approvvigionamento idrico della Campania, e non solo, è altrettanto vero che l’area naturalistica dell’Oasi di Campolattaro deve essere protetta e valorizzata. Un tema sul quale si è soffermato il presidente della Rocca, Antonio Di Maria, nel corso della presentazione del campionato regionale di canoa che si terrà proprio sul lago artificiale sannita. In sostanza, l’esigenza è quella di non perdere una occasione per il territorio, ma anche continuare a sfruttare l’invaso dal punto di vista naturalistico, sportivo e turistico.
Intanto, si parla già dei primi lavori che dovrebbero essere messi in campo. Per ora sono voci che raccontano di una ‘galleria’ che dovrebbe partire dall’invaso per giungere fino al comune di Ponte dove dovrebbe essere realizzato il potabilizzatore. Da lì ci sarà la messa in rete dell’acqua che servirà le utenze domestiche. Non solo: come aveva spiegato il presidente De Luca, sarà potenziato anche l’uso irriguo dell’impianto, ma si proverà anche a sostenere il comparto industriale di Ponte Valentino. E’ stata anche costituita una cabina di regia con tutti gli attori della vicenda che dovrà dare via all’iter progettuale: secondo le prime stime si dovrebbe partire a settembre con la procedura.
Sul tavolo c’è anche la questione dell’approvvigionamento idrico: la preoccupazione è che l’acqua possa giungere nei rubinetti campani, ma non in quelli della città capoluogo del Sannio. Una situazione che il sindaco Mastella bolla come “falsità”, mentre il presidente Di Maria assicura che “finché sarò alla guida della Rocca non accadrà mai”. Voci che sembrerebbero trovare una prima risposta anche nella lettera di convocazione della cabina di regia che conferma come la priorità dell’utilizzo sia per la provincia sannita. Un tema caldo che dovrà, necessariamente, essere affrontato e con velocità durante la procedura autorizzativa, che come detto andrà speditissima. Per questo sarà fondamentale anche il lavoro che si svolgerà in sede di sottoscrizione del contratto di lago, che dovrebbe essere il passo successivo verso la realizzazione dell’opera. Quel documento potrebbe segnare la pianificazione territoriale dei prossimi anni e delineare le direttrici dello sviluppo del Sannio in questa materia.
Sul tavolo, infine, ci sarà anche il tema delle compensazioni ambientali: se il Sannio dovesse divenire il bacino potabile della Campania potrebbe certamente aumentare il suo spessore regionale e a livello decisionale. Gli scenari, dunque, sono molteplici così come i possibili ostacoli e un pezzo di futuro della provincia di Benevento si gioca anche in questa partita.