Anche i social inquinano, Cingolani: “Inviate meno foto, pensate al costo ambientale”
L’appello del ministro agli studenti: “Vi sembrano gratis perché in realtà il prodotto siete voi. Il traffico aereo produce il 2% della CO2 globale, il digitale il 4%”
Se internet fosse un Paese, sarebbe quarto nel mondo per emissioni di CO2 dopo Cina, Stati Uniti e India. Il peso del digitale sull’ambiente diventa un tema sempre più pressante, come ha osservato Roberto Cingolani. In un appello agli studenti, il ministro della Transizione ecologica ha auspicato un minore utilizzo dei social: “Inquinano troppo, quando mandate inutili fotografie pensate al costo ambientale che hanno”.
Come riporta il Corriere della Sera, Cingolani ha parlato in videoconferenza recapitando il suo messaggio a circa 17mila studenti di scuole medie e licei. “Quello che fate vi sembra gratis perché in realtà il prodotto siete voi. Tutte le tecnologie, se non sono utilizzate con sobrietà, possono diventare deleterie”.
I social “consumano più degli aerei” – Per dare una cifra e un termine di confronto, il ministro paragone il costo climatico del traffico aereo con quello del web: il primo produce il 2% delle emissioni di anidride carbonica a livello globale, mentre il secondo il doppio (4%), di cui metà viene dall’uso dei social network.
Aiutare il clima partendo dal web – Rispondendo alle domande degli studenti, Cingolani ha ribadito le azioni quotidiane che ognuno di noi può fare per contribuire alla salvaguardia del pianeta. Oltre all’uso di mezzi pubblici e “green” come le bici, alla lotta allo spreco di cibo e ai rifiuti, il ministro ha sottolineato l’importanza capillare dell’utilizzo di internet. Sul reale impatto ambientale di quest’ultimo esistono soltanto stime, che risultano però già preoccupanti: “Una foto da un megabyte equivale a lasciare accesa una lampadina per 33 minuti”.
I numeri – Sempre parlando di stime, i numeri dell’impatto ambientale di internet non delineano certo una situazione sostenibile. Soltanto lo streaming video genera quattro tonnellate di CO2: una quantità superiore a quella prodotta dall’intera Spagna e poco meno dell’1& delle emissioni mondiali. L’anidride carbonica emessa con l’invio di una mail è pari a quattro grammi, di poco superiore rispetto a un messaggio su WhatsApp o su Facebook Messenger senza foto né video. Se invece si allega un’immagine al messaggio, il “peso” sale a 50 grammi di CO2. E la stima delle emissioni di CO2 generate da ogni utente di internet? Circa 400 grammi di anidride carbonica, pari a due chilometri percorsi con un’auto a benzina.
“Misurare” le risposte – “Per arrivare a una qualsiasi possibile soluzione, bisogna iniziare a misurare”, ha evidenziato ancora Cingolani. Di fatto, però, il traffico di informazioni digitali aumenta di anno in anno: nel campo dei dati su rete mobile, nell’ultimo anno il rialzo è stato del 56%, mentre l’Internet of Things è triplicato. La Lancaster University ha calcolato che se gli utenti evitassero di inviare mail di risposta “inutili” con solamente “grazie” o un “va bene”, equivarrebbe a togliere dalle strade 3.300 auto diesel.