Aiuto alle popolazioni terremotate dal “Ponte’s Club” di Waterbury
Il ventiquattro agosto un violento terremoto interessava le regioni del Centro Italia. Interi paesi cancellati, tante le vittime intrappolate sotto le macerie. Immediata scattava la solidarietà. I soccorsi e gli aiuti giungevano nei paesi colpiti fin dai primi concitati momenti dal disastro. Tante sono state le iniziative promosse da enti, associazioni, gruppi per la raccolta di fondi in favore delle popolazioni terremotate. Oggi un aiuto speciale arriva dalle terre lontane d’oltreoceano. E’ il “Ponte’s Club”, l’associazione dei pontelandolfesi di Waterbury negli Stati Uniti a tendere la mano ai fratelli italiani colpiti dal violento sisma del mese di agosto. Diecimila sono i dollari che la Comunità pontelandolfese nell’ambito di una cena partecipata da centinaia di persone, ha raccolto e devoluto in favore dei paesi distrutti. Un bel gesto, un gesto significativo e di grande generosità, per contribuire insieme agli altri a ridare fiducia e speranze future alle popolazioni oggi in grande difficoltà, che vivono in questo momento i disagi del post-terremoto. L’Associazione statunitense che nasce nel 1930 grazie alla tenacia e al senso forte di appartenenza di pochi amici, oggi sotto la guida equilibrata e sapiente dell’inossidabile presidente Tony Rubbo, ha saputo custodire e preservare la cultura, le tradizioni, le costumanze della terra natia, con lo scopo perseguito e conseguito di proteggere il legame degli emigrati pontelandolfesi con la matrice d’origine. Ma è la bella Italia, tutta intera, che i pontelandolfesi di Waterbury pur vivendo ormai da diversi decenni a migliaia di chilometri di distanza, non hanno mai dimenticato e abbandonato. Il terremoto che ha colpito e sconvolto il cuore delle regioni centrali appenniniche italiane, ha colpito e sconvolto il cuore dei tantissimi italiani di Pontelandolfo che nella città nordamericana di Waterbury dello Stato del Connecticut hanno trovato e trovano unità e forza tra le mura del Ponte’s Club adagiato nell’immenso parco verde che lo circonda. E’ tra queste mura che Pontelandolfo d’America ottantasei anni or sono, piantò il seme dei sentimenti più veri della coscienza civica, di un’Associazione democratica fondata sulla cultura associativa, del reciproco aiuto e della solidarietà.
Gabriele Palladino