Stemma del Comune di Vicenza
Nota araldica
Stemma del Comune di VicenzaDi rosso alla croce d’argento.
Corona patriziale Veneta
2 Medaglie d’oro al Valor Militare
appese per il loro nastro azzurro
al decusso dei rami di quercia e d’alloro posti sotto lo scudo.
Bandiera di Vicenza – Vicenza risulta essere l’unica città d’Italia che, in luogo del Gonfalone, detiene la Bandiera Nazionale decorata con ben due Medaglie d’Oro al Valore Militare (M.O.V.M.).
La prima fu concessa il 19 ottobre 1866 dal Re Vittorio Emanuele II “per la strenua difesa fatta dai cittadini contro l’irruente nemico nel maggio e giugno 1848”, mentre l’ 11 marzo 1995 il Presidente della Repubblica Oscar
Luigi Scalfaro, su proposta del Ministro della Difesa, consegnava la seconda massima ricompensa al Valor Militare, con la seguente motivazione:
Comune di Vicenza. Già insignita della massima onorificenza al valor militare per la strenua difesa opposta agli austriaci nel maggio-giugno 1848, la città non si smentì mai, nel corso di due guerre mondiali, le sue elevate tradizioni di virtù patriottiche, militari e civili.
Nel periodo della lotta di liberazione occupata dalle truppe tedesche, costituì subito, fra le sue mura, il primo comitato di resistenza della regione veneta, che irradiò poi, in tutta la provincia ed oltre, quella trama di intese e di cospirazioni che furono le necessarie premesse di successive e brillanti operazioni militari.
Le sue case, i suoi colli, le sue valli servirono allora da rifugio ai suoi figli migliori che, da uomini liberi, operarono per la riscossa e che, braccati e decimati da feroci rappresaglie, sempre tornarono ad aggredire il nemico, arrecando ingenti danni alle sue essenziali vie di comunicazione ed alla sua organizzazione, logistica e di comando.
I primi nuclei partigiani e dei G.A.P., operanti in città, e, in seguito, le numerose brigate delle divisioni “Vicenza”, “Garemi”, e “Ortigara”, gareggiarono in audacia e valore, pagando un largo tributo di sangue alla causa della liberazione, mentre gran parte della popolazione subiva minacce, deportazioni, torture e morte e centinaia di altri suoi cittadini in divisa combattevano all’estero, per la liberazione di altri paesi d’ Europa.
Benchè davastata dai bombardamenti aerei, che causarono oltre 500 vittime e che d’altrettante straziarono le carni, mutilata nei suoi insigni monumenti, offesa nei suoi sentimenti più nobili, la città mai si arrese al terrore tedesco, ma tenne sempre alta la fiaccola della fede nel destino di una Patria finalmente redenta.
10 settembre 1943 – 28 aprile 1945
(Estratto dalla G.U. del 24 novembre 1994 n. 275)