Fragneto Monforte. Rapinatori entrano in casa e rubano oro di San Nicola
Banditi fanno irruzione in una casa dov’era custodita l’effige del patrondo di Fragento Monforte San Nicola minacciando con le armi quattro persone e rubando l’oro votivo offerto dalla comunità e dai fragnetani.
Erano le 9.00 quando 4 persone hanno fatto irruzione li dove era custodita l’effige del Santo patrono di Fragento Monfrote, San Nicola, che per antica tradizione a turno viene custodito da diverse famiglie del paese fino alla data delle celebrazioni del santo fissate per il 6 dicembre di ogni anno.
Il Santo era posto all’interno dell’abitazione dell’economo del Comitato Festa in via Mastrogiacomo quando il commando armato e a volto coperto ha fatto irruzione. Una volta entrati, hanno immobilizzato la donna presente in quel momento in casa, pistola puntata alla tempia, e dopo aver rotto la teca ed il vetro che proteggeva le offerte votive in oro dei fragnetani se la sono data a gambe scappado via con il bottino a bordo di furgone.
Durante la rapine alcune persone, tra cui un vigile urbano ed un dipendente del comune, allarmate dai rumori provenienti dall’abitazione sarebbero entrate e anch’esse sarebbero state minacciate dai rapinatori. Immediato l’allarme e tanto sgomento in paese per quanto accaduto.
Sul posto sono intervenutiper i rilievi del caso i Carabinieri della Stazione di Pesco Sannita e del Comando Provinciale di Benevento. Le Forze dell’Ordine hanno inoltre istituito diversi posti di blocco per cercare di intercettare i rapinatori.
Da: Redazione de “ilquaderno.it”
LA FESTA DI SAN NICOLA A FRAGNETO MONFORTE
di Teresa Longo.
L’autrice, ha scritto un’ interessante pubblicazione dal titolo: “Una grande festa. San Nicola a Fragneto Manforte tra storia, mito e cronaca”, stampato dalla tipografia “Braille Gamma S.r.l” di Santa Rufina di Cittaducale (RI), commissionato dalla “Tempesta Editore”.
Il volume è suddiviso in cinque capitoli, inerenti l’ipotesi del culto di San Nicola, risalente ai Bizantini, le trasformazioni iconografiche del vescovo di Mira nel pianeta tra riti cristiani e pagani. Viene affrontato il tempo festivo con riferimenti ai Saturnali Romani per giungere alla figura di San Nicola, una sezione in particolare è dedicata alle interviste, resoconti ed osservazioni sul campo ai fragnetani, in ordine alle dinamiche ed alle implicazioni della tradizione, radicate nella pietà popolare. Il paragrafo V riporta le conclusioni, nell’opera sono state inserite una serie d’immagini che descrivono l’elezione dell’economo il 1gennaio, la processione del quadro che raffigura il santo e gli altri principali momenti dell’anno, dalla raccolta dell’olio alla macina il grano, dalla preparazione delle “panelle” alla distribuzione delle carni di maiale in dicembre.
Teresa Longo ha dato un taglio antropologico alla sua ultima fatica, merita un approfondimento la parte riservata alle risposte fornite dagli abitanti di Fragneto Manforte, in merito alla festa del Pastore di Mira, il patrono della comunità ecclesiale.
L’elezione dell’economo nella Confraternita di Santa Croce nei locali della chiesa, viene svolta a scrutinio segreto tra gli iscritti al sodalizio cristiano. Dall’urna il responso designa l’economo della festa di San Nicola, che deve gestire le entrate e le uscite, avvalendosi dell’apporto insostituibile della sua famiglia con l’ausilio di stretti collaboratori, per cadenzare e ritmare in modo impeccabile le fasi salienti dell’antica tradizione.
Gli aspiranti economi sono mossi dalla fede e dalla carità, ma l’autrice pone anche l’accento sulla competizione, segno di una forte aspirazione nel tessuto sociale, affinché siano ricordati per le tracce indelebili e per le incombenze mantenute.
Una studentessa ribadisce” Impegnarsi per fare una bella festa curata nei minimi particolari da parte della famiglia dell’economo parte da un fatto religioso, per rendere omaggio al Santo, ma è anche per una soddisfazione personale, per i meriti che la comunità attribuisce all’economo, la gente ti guarda e ti giudica e ti ricorda come un buon economo che ha dato molto, che è stato generoso, che ha investito soldi che nella maggior parte dei casi vengono recuperati, perché di solito più dai più ricevi, tu economo rischi, ma il popolo se ti vede generoso lo è lui stesso con te”.
Nella tradizione popolare emerge il valore della fratellanza, dell’aiuto vicendevole, della disponibilità mostrata come nel caso dei vicini che mettono a disposizione dell’economo i locali per accogliere paesani e forestieri in occasione dei momenti conviviali nella stagione invernale.
La dinamica del dai e del ricevere riveste un ruolo preminente. Un anziano asserisce:” La festa di San Nicola nun s’è fatta mai pè s’arricchì (per arricchirsi) San Nicola chello (quello) che riceve dà, ma s’arricchisce San Nicola”.
Nelle conclusioni l’autrice esalta il cibo come l’elemento di coesione sociale che rinsalda i legami nel tessuto connettivale della società fragnetana, lo stare a tavola richiama la vicinanza tra le persone e la sacralità dei rapporti umani.
Teresa Longo a tal proposito puntualizza:”A caratterizzare questa comunità è la lentezza del mangiare, la lunga e sapiente preparazione del sugo e dei pani di San Nicola, che una volta sfamati vengono donati ai vicini e agli amici o i banchetti preparati e offerti a tutti coloro che collaborano alla festa: si afferma la reciprocità del dono e la bellezza della vicinanza che si stabilisce nei momenti del bisogno”.